Petar Musa, uno dei giocatori da seguire nella Liga Portugal 2023/24, esulta dopo la doppietta in supercoppa di Portogallo.
, 12 Settembre 2023
9 minuti

Cinque giocatori da seguire nella Liga Portugal 2023/24


Lontani dai riflettori, ma ancora per poco.

Ogni anno la Liga Portugal mette in mostra giocatori interessanti che finiscono per ingolosire i top club europei, spingendoli a sborsare tantissimo denaro per comprarli dalle care botteghe di Porto, Benfica e Sporting. Solo in questa sessione le tre big del campionato hanno ceduto, rispettivamente, Otávio, Gonçalo Ramos e Manuel Ugarte per 60, 80 e 60 milioni di euro. C’è però anche un sottobosco di giovani interessanti e meno conosciuti, come la coppia italo-portoghese di promettenti difensori del Vitória SC, Ibra Bamba-André Amaro, partita per l’Arabia Saudita per un totale di oltre 17 milioni, o il centrale scuola Benfica Alexandre Penetra, che ha lasciato il Famalicão in direzione Alkmaar per poco più di 4. Quest’anno, però, finalmente la Liga Portugal sarà comodamente visibile dai nostri divani, grazie a DAZN che ne ha acquisito i diritti.

Abbiamo selezionato cinque giocatori da seguire con attenzione in questa stagione. Non troverete giovani crack di cui si sente già parlare da tempo come gli enfants prodige del Benfica António Silva e João Neves, né di giocatori che affermati nelle scorse stagioni come Wenderson Galeno del Porto, Pedro Gonçalves dello Sporting, Ricardo Horta del Braga o Iván Jaime del Famalicão, passato ai Dragões nelle ultime ore di mercato.

Non troverete infine i volti nuovi arrivati in Portogallo dopo essere esplosi altrove, come Fresneda, Gyökeres e Hjulmand, per avere i quali i Leões hanno sborsato 47 milioni totali nelle casse di Valladolid, Coventry e Lecce; non troverete Orkun Kökçü, che al Benfica ne è costati 25, o come l’ex gioiello della Bombonera Alan Varela, prelevato dal Porto per soli 8 milioni. Troverete giocatori che hanno già espresso le loro qualità nelle stagioni precedenti, pur rimanendo lontani da riflettori e voci di mercato e che potrebbero fare il salto definitivo e iniziare a far parlare di sé anche fuori dai confini lusitani.

Difensore centrale: Ousmane Diomande (Sporting CP)

Se avete visto le due partite della Juve contro lo Sporting è molto difficile non abbiate notato la sua esuberanza fisica, ma il modo in cui questo ragazzo ivoriano di 19 anni si è preso il posto da titolare nella difesa sportinguista non ha nulla di normale. Arriva in Europa nel gennaio del 2022, quando il Midtjylland lo preleva dall’OS Abobo per farlo giocare nella propria under 19. Gli bastano sei mesi nelle giovanili danesi e sei di prestito al Mafra, in Liga Sabseg (seconda divisone portoghese), per attirare l’attenzione del sempre impeccabile reparto scouting dei Leões, che il 31 gennaio 2023 lo pagano 7,5 milioni di euro.

Dopo due presenze da subentrato con Rio Ave e Porto, Rúben Amorim è già convinto. Il ballottaggio fra St. Juste e Matheus Reis (in quest’ultimo caso, con Gonçalo Inácio adattato a destra) è risolto: il braccetto destro titolare, al fianco di capitan Coates, sarà Diomande. Con l’ivoriano in campo dal 1' lo Sporting non ha mai perso: due pareggi contro i campioni del Benfica e la sorpresa Arouca, poi solo vittorie. Anche le prime uscite di questa stagione sembrano confermare questo trend: tre partite senza mai uscire dal campo, 3 vittorie e un pareggio, contro il Braga.

Che tipo di giocatore è Ousmane Diomande? L’unico ruolo che ha ricoperto in un calcio di alto livello è quello di braccetto destro, in una difesa completata da Coates al centro e Gonçalo Inácio a sinistra. La sua interpretazione è classica e moderna allo stesso tempo: è ruvido, roccioso, fisicamente straripante e quasi insuperabile in campo aperto (adattabile anche come centrale in una difesa a 4), ma ama esasperare l’anticipo, spingersi in avanti, portare palla o buttarsi nello spazio come farebbe un qualunque centrale plasmato a Zingonia dalle mani di Gasperini. In fase di uscita palla non è particolarmente elegante, ma ha personalità e sembra suo agio con il pallone fra i piedi, sia in conduzione che in impostazione.

Difensore centrale: Sikou Niakaté (Braga)

Lo sentite quest’odore di plusvalenza? È Sikou Niakaté, difensore centrale mancino, francese di origini maliane, nato a Montreuil, nell’area metropolitana di Parigi. Proprio nel PSG ha dato i suoi primi calci al pallone, fino ai 14 anni, ma è fra i forti venti, le rigide temperature, le lunghe distese di erba verdissima e le fredde acque della Normandia che è diventato uomo e calciatore: prima a Boulogne, poi Evreux e Valenciennes, dove ha fato il suo esordio fra i professionisti.

La sua prima stagione fra i grandi convince il Guingamp a pagarlo 2,5 milioni. Ne passa altre tre in Ligue 2, fra Valenciennes in prestito e finalmente Guingamp, prima di poter fare il salto in Ligue 1 in maglia Metz. In una difesa comandata da Dylan Bronn, ora alla Salernitana, non riesce a imporsi: gli scout del Braga fiutano l’occasione e lo individuano come perfetto sostituto di David Carmo, destinato al Porto in cambio di 20 milioni.

Nell’estate 2022 Niakaté sbarca nel nord del Portogallo in prestito con diritto di riscatto fissato a 1,8 milioni. Si presenta segnando allo Sporting alla prima giornata di campionato e si prende immediatamente il posto da titolare nelle gare di Liga (mentre in coppa gioca Paulo Oliveira), alla sinistra dell’inamovibile Vitor Tormena. Il brasiliano, però, nel frattempo è passato al Krasnodar e per sostituirlo è arrivato l’esperto José Fonte. Con quest’ultimo ormai alla soglia dei quarant’anni, Niakaté diventerà probabilmente il centrale più importante in rosa: le responsabilità e il minutaggio aumenteranno ancora e, se un anno fa, per i tifosi del Braga, il francese è stato niente più che una bella scoperta, ora lo attende la stagione della consacrazione da leader della difesa dei Guerreiros.

Sikou Niakate in Liga Portugal con la maglia del Braga.

Non ci sono comps di Sikou Niakaté su YouTube: se siete curiosi, vi toccherà guardare qualche partita del Braga quest’anno. Oppure potete aspettare che la fase a gironi della Champions League e la Coppa d’Africa di quest’inverno - dopo qualche presenza nell’under 19 e under 20 francesi, Niakaté ha scelto di rappresentare il Mali - facciano il loro naturale corso e che tutti si accorgano di lui. Al momento del pagamento del riscatto, il Braga ha già fatto un affarone. Vedremo a quanto riusciranno a venderlo nel giro di qualche sessione di mercato.

Terzino destro: Pedro Malheiro (Boavista)

Se non se lo fosse fatto scappare all’età di 13 anni, oggi il Braga avrebbe avuto in casa uno dei migliori terzini destri del campionato. Invece, al momento di entrare nell’under 15 dei Guerreiros, Pedro Jorge Gonçalves Malhieiro non viene confermato ed è costretto a fare ritorno nella sua città natale, Vila Verde, 13 chilometri a nord del capoluogo del Minho, per giocare nella squadra locale, il Vilaverdense. Pochi anni dopo, però, l’élite del calcio portoghese torna ad accorgersi di lui e il Boavista lo porta nelle proprie giovanili, dove fa tutta la trafila dall’under 17 all’under 23 e finalmente, il 9 agosto 2021, esordisce in Liga con la maglia bianconera a scacchi della seconda squadra di Porto.

Al Boavista puntano molto su di lui, tanto che, alla sua prima stagione fra i professionisti, un posto sulla destra, che sia in difesa o a centrocampo, per lui c’è sempre. Fino a quando un’operazione al ginocchio gli pregiudica la prima metà di 2022. In quei suoi primi mesi, di cose buone ne aveva fatte vedere, ma non era mai riuscito a incidere. Interpreta il ruolo in maniera molto offensiva e come gran parte dei terzini della sua tipologia è un dribblatore nato (gli amanti dei giocatori più stilosi e skillati del necessario probabilmente lo adoreranno), oltre ad avere un gran piede.

La scorsa stagione, infatti, è stato il secondo difensore con più assist di tutto il campionato, 6, dietro solo ai 9 disegnati dal sinistro chirurgico di Grimaldo. Ancora niente gol, quindi. Nonostante le sue grandi prestazioni, all’Europeo Under 21 non abbiamo avuto la possibilità di apprezzarlo perché il CT Rui Jorge gli ha preferito Zé Carlos del Vitória SC e Leonardo Lelo del Casa Pia.

La stagione 2023/24 però è iniziata come meglio non poteva per il Boavista, con tre vittorie (di cui una contro il Benfica) e un pareggio che sono valsi il primato in classifica alla sosta nazionali. Nelle prime due, Malheiro è stato fra i migliori in campo, alla terza il premio di MVP se l’è preso lui grazie anche al suo primo gol fra i professionisti: riceve palla sulla trequarti avversaria, col primo tocco prende il tempo al suo diretto avversario, proprio quel Leonardo Lelo che gli ha soffiato il posto in nazionale, la porta per qualche metro e poi scarica un destro centrale ma potentissimo sotto la traversa: golaço. Alla quarta gli bastano quattro minuti per sboccare il match contro l’Estoril con un destro al volo da fuori area che, complice la deviazione di Holsgrove, assume una traiettoria illeggibile per il portiere dei canarinhos: altro golaço.

Il suo contratto con gli axadrezados scade nel 2025: non dovremo sorprenderci, quindi, se già dalla prossima estate lo vedremo in un top club portoghese o in uno dei principali 5 campionati europei.

Trequartista: Kanya Fujimoto (Gil Vicente)

Dal suo ritorno in Liga nella stagione 2019/20, il Gil Vicente ha quasi sempre messo in vetrina e venduto almeno un talento a stagione. Quell’anno fu il già citato Vitor Tormena, che passò al Braga per poco più di un milione di euro. Nelle ultime due stagioni, però, i galos hanno anche iniziato a monetizzare in maniera più consistente. Sempre il Braga, in questa sessione ha acquistato dai vicini di casa il centrocampista Vitor Carvalho per 2 milioni. Le due cessioni più onerose della storia del club, però, sono state quelle di Samuel Lino all’Atlético Madrid e Fran Navarro al Porto, rispettivamente per 6,5 e 7 milioni. Tutti e tre facevano parte del gruppo che, nel 2021/21 centrò il miglior risultato di sempre della storia del club, con un quinto posto proprio alle spalle del Braga.

Il numero 10 della squadra, però, era un altro: un 22enne giapponese, arrivato la stagione prima dal Tokyo Verdy, che nelle formazioni ufficiali era schierato come trequartista centrale, ma la zona che finiva puntualmente per calpestare era l’ultimo terzo di campo sulla destra, un po’ come faceva Brahim Díaz al Milan o, per restare in Portogallo, Iván Jaime al Famalicão. Nonostante il numero di maglia, era quello che rubava meno l’occhio, sia in campo che sui tabellini.

Per Kanya Fujimoto le prime due stagioni in Europa non sono state esaltanti – 7 gol e 4 assist in totale – ma quest'anno le cose potrebbero cambiare. A 24 anni, il giapponese sembra aver trovato definitivamente la sua maturità calcistica. Il Gil Vicente non può più contare sulla regia di Vitor Carvalho, sulle accelerazioni di Samuel Lino e sui gol di Fran Navarro. Fujimoto è rimasto solo. Ora l’uomo-copertina della squadra è lui e mai come quest’anno, per centrare l’ennesima salvezza, a Barcelos hanno bisogno che i suoi lampi diventino più continui e decisivi.

Il messaggio, però, sembra essere arrivato a destinazione: doppietta e titolo di MVP nel 5-0 al Portimonense che ha aperto la stagione, due assist nella sconfitta per 3-2 in casa del Benfica alla terza di campionato. Dopo 4 giornate è secondo nella classifica gol + assist, dietro solo a Rafa Silva.

L'unico video Goals&Skills di Fujimoto risale al 2019, quando ancora giocava in Giappone. Comunque, al di là di tutto questo e del suo raffinatissimo sinistro, è possibile non essere attratti da un giocatore che ha quasi lo stesso nome di Kanye West, porta il cognome di un giovane, ma già noto, fumettista giapponese ed esulta mimando l’onda energetica?

Punta: Petar Musa (Benfica)

Ok, dopo Darwin Núñez e Gonçalo Ramos è quasi fisiologico che il Benfica non possa, per il terzo anno consecutivo, trovare un centravanti giovane, da oltre 20 gol in campionato, a cui affidare la propria fase realizzativa. In più, per sostituire lo “stregone di Olhão”, quest’estate sono arrivati sia Arthur Cabral dalla Fiorentina che Gonçalo Guedes dal Wolverhampton. In più, a gennaio il Benfica aveva già versato 7 milioni nelle casse del Rosenborg per avere Casper Tengstedt, che, è vero, non ha avuto un grande impatto sul calcio portoghese, ma in questi sei mesi ha lavorato molto per adattarsi alle idee di Roger Schmidt: infatti, in questa stagione, ha già segnato il suo primo gol.

È molto probabile che, almeno nei primi mesi, Schmidt proverà tutti e quattro i suoi attaccanti e che quindi nessuno di loro abbia un minutaggio che gli consenta di brillare più di compagni e avversari come facevano Ramos e Núñez. E allora perché dovremmo scommettere proprio su Petar Musa? Perché Petar Musa ha qualcosa che nessuno degli altri tre sembra avere: segna tanto, in poco tempo e in tutti i modi, di piede, di destro, di sinistro, di testa, di potenza, di precisione, di rapina, di posizione. Non ha bisogno di essere titolare, di avvertire la fiducia, di sentirsi padrone assoluto della maglia numero 9. Semplicemente entra in campo e segna, anche gol decisivi, come quello del 9 agosto che ha sigillato il 2-0 al Porto in Supertaça: un gol risolutivo, quello che che chiude la partita portando il Benfica sul +2 a pochi minuti dal termine, la sua specialità.

Nella sua prima stagione a Lisbona, da riserva di Gonçalo Ramos, ha segnato 11 gol fra coppe e campionato, dove è stato in assoluto l’attaccante con la maggior frequenza realizzativa: 1 gol ogni 97 minuti, praticamente un gol a partita. Per onestà intellettuale, dobbiamo fornirvi anche una contro-ipotesi: Musa è un rapace puro che fa, sì, anche del lavoro sporco, sa tenere palla, è bravo negli appoggi, ma non ha la pulizia tecnica in fase di manovra di Arthur e Guedes, né l’esplosività del primo o i colpi di classe del secondo. Questo, nelle scelte almeno iniziali di Schmidt, potrebbe penalizzarlo. Però provate a immaginare di che cosa potrebbe essere capace se invece l’allenatore tedesco decidesse di mettere tutta la potenza creativa del suo Roger-ball al servizio di Petar Musa.

Bonus: Rafa Silva (Benfica)

Questo potrebbe sembrare un consiglio banale, ma Rafa Silva è uno dei giocatori più sottovalutati della sua generazione e, più matura, più diventa forte, delizioso e decisivo. Ora che avete la fortuna di poterlo ammirare dal vostro divano senza dover ricorrere a scomodi escamotages, prendetevi un’ora e mezza per innamorarvi di lui.


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