Considerazioni sparse post Italia-USA (63-100)
Finisce in modo ruvido e difficile il mondiale degli Azzurri.
- In fase di analisi prepartita, sia in Italia che negli Stati Uniti si indicavano i rimbalzi come il fondamentale decisivo, sottolineando il grosso sbilancio complessivo subito da Team USA nei due ultimi 2 incontro contro Montenegro e Lituania (addirittura 93-58 a sfavore). Chiaramente né Vucevic né Valanciunas risultano avere passaporto italiano e lo si è subito notato alla prima azione, dove gli USA raccolgono 2 rimbalzi offensivi. La Lituania è il passato, oggi la storia è diversa. E non era una semplice rondine, era proprio primavera. A quel punto il -37 non era per forza di cose la conclusione logica, ma perlomeno qualcosa che rientrava nell'ordine naturale delle cose;
- Per vincere, o perlomeno provarci, l'Italia doveva infatti giocare la partita perfetta e sperare che ci fosse qualche residuo mentale nei ragazzi di coach Kerr. La nazionale non ha però trovato niente di tutti gli elementi che erano necessari a tentare l'impresa, in entrambe le metà campo. Il 18% da tre è il dato che maggiormente risalterà nelle analisi, ma non è esaustivo. L'Italia è andata sotto nel ritmo, incapace di accoppiarsi difensivamente per fermare il ritmo degli avversari. Alla prima spallata degli USA è andata mentalmente negli spogliatoi, sconfortata anche dall'esito dei (numerosi) tiri aperti che ha creato con discreta continuità nel corso dei primi 15', gli unici che vale davvero la pena analizzare. Anche gli azzurri sapevano che tirando sotto il 35% era materialmente impossibile sperare di vincere;
- A quel punto, quando gli USA si sono resi conto di trovarsi davanti ad una squadra che non poteva metterli in difficoltà, la partita è diventata un supplizio di Tantalo per i nostri, circondati da americani super atletici, super talentuosi, con il gas totalmente aperto, la fiducia a mille e una voglia di riscatto prevedibile dopo la Lituania. Proprio la sconfitta di domenica lasciava aperte due possibilità: Stati Uniti timorosi e dubbiosi per l'onta subita o aggressivi e vogliosi di mettersi l'incidente alle spalle. Certamente l'approccio del Team USA si è dimostrato molto più vicino a questa seconda opzione che alla prima, ma le nostre percentuali e il nostro atteggiamento complessivo hanno fatto il resto. Chiariamoci: se fossimo stati all'altezza delle nostre possibilità "standard" non ne avremmo presi 37, ma difficilmente oggi gli USA avrebbero negoziato per meno di 20 punti di scarto. Sarebbe bene tenerlo bene in mente, per valutare correttamente la partita di oggi;
- Dovevamo essere la squadra dei "nani terribili", che costruiva con il tiro da 3 punti il proprio cammino nel Mondiale. Non abbiamo superato il 30% dall'arco invece, e ciò nonostante ci siamo issati fino ai quarti di finale, che oramai sono diventate le nostre Colonne d'Ercole, a prescindere dalla competizione. Negli ultimi 7 tornei disputati (4 Europei, 2 Mondiali e 1 Olimpiade) siamo usciti a questo punto in ben 6 occasioni. Nonostante un Polonara molto negativo, al quale non siamo riusciti a trovare una alternativa definitiva sui 40 minuti, un Datome "vero" solo nella sfuriata con la Serbia e un Tonut non continuo. Tutto ciò la dice lunghissima sulla presa emotiva che Pozzecco ha avuto su questi ragazzi: si raccontava che una delle forze degli Azzurri fosse il gruppo, oramai alla quarta competizione insieme, e questo fattore ha giocato il ruolo che ci si aspettava. Di Pozzecco si può dire tutto e il suo contrario, il personaggio è nato per far discutere, ma è entrato in modo positivo nella testa di questi ragazzi, contagiandoli con il suo naturale entusiasmo;
- Siamo entrati nelle prime 8 del mondo, a 25 anni dall'ultima volta. Lo abbiamo fatto vincendo il gironcino di qualificazione. Abbiamo avuto la sfortuna del passo falso degli americani che ci ha costretto a sfidarli già nei quarti, stavolta per loro responsabilità/nostri meriti: tutto ciò rende molto complicato avere rimpianti. A posteriori addirittura la vittoria con la Serbia non era essenziale per il passaggio del turno (solo a posteriori però), ma stiamo semplicemente giocando. Il futuro della Nazionale si chiama preolimpico, che si svolgerà con i consueti 4 concentramenti da 6 squadre: occorrerà vincerlo per qualificarsi a Parigi. La solita e proverbiale cruna dell'ago. Le avversarie sono da definire, ma sicuramente tra quelle possibili ci saranno Spagna, Brasile, Lituania, Croazia e Polonia più 2 tra Germania, Lettonia, Serbia e Slovenia, le 4 europee ancora in corsa nel Mondiale. Sarebbe importante evitare i lituani, che dal 2006 ad oggi, in un modo o nell'altro trovano sempre il modo di fregarci...
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