Considerazioni sparse post Italia-Portorico (73-57)
L'Italia doma un Portorico che ci crede fino in fondo e centra un risultato che mancava da un quarto di secolo: entrare nelle prime 8 al mondo.
- La situazione psicologica dell'Italia con la quale l'Italia si affacciava alla partita non era delle più semplici: i risultati della prima giornata della Gruppo I avevano ridato vita alle speranze azzurre di passare il turno. Il rischio di rovinare tutto dopo la grande prova con la Serbia rischiava di ingolfare la testa e le gambe degli azzurri. Vale la pena ribadirlo perché la partita di oggi si giocava soprattutto li, perché l'Italia è senza dubbio superiore ai caraibici, una delle poche formazioni di questa seconda fase ad esserci inferiore anche dal punto di vista fisico (il 19-5 sui rimbalzi offensivi ne è il segnale inequivocabile). La massa di errori commessi tra metà secondo quarto e metà terzo sono li a dimostrare che la squadra giocava sulle uova dal punto di vista mentale. Essere a un passo da un risultato atteso da 25 anni può provocare il famoso gomito del tennista dopotutto;
- A differenza però di 7 giorni fa, quando letteralmente crollammo contro Karl Anthony Towns, annegando nelle triple di Feliz, reggiamo il recupero del Portorico di uno scatenato Tremont Waters, senza scrollarci mai anche quando andiamo sotto di 2 a metà terzo periodo. La guida di Melli è un qualcosa di quasi mai visto in precedenti edizioni di Italia, magari con più talento diffuso di questa ma senza un floor general come il lungo di Reggio Emilia. Apparentemente la maturità classica ti permette di conoscere sempre dove farti trovare nella metà campo difensiva e di essere il vero playmaker in quella offensiva. Nicolò è un 5 fisicamente sotto dimensionato, con un atletismo nella norma a questi livelli, ma è padrone del Gioco in ogni situazione tecnica;
- Tatticamente l'arma con la quale Portorico ci ha costretto a sudare le proverbiali sette camicie è stata la zona 2-3. Non sempre perfettamente schierata, non attentissima su ogni nostro taglio (il canestro e fallo o il taglio su rimessa da fondo entrambi di Ricci per fare esempi), ma che ci ha obbligato a fare i conti con le nostre tremolanti percentuali da 3 punti. E' infatti assodato che ciò che doveva essere la nostra forza offensiva, l'arma con la quale aprire le difese avversarie, in questo Mondiale si sta trasformando nel nostro più grande punto di domanda. Coach Colon ha scommesso sul nostro tiro e gli stava andando discretamente bene, perlomeno fino ad almeno 7/8 minuti dalla fine;
- La partita di oggi si può dire abbia decretato la maggior importanza di Ricci rispetto a Polonara. Almeno di questa versione di Polonair: impreciso al tiro e in generale confuso in attacco. Il lungo di Milano è stato l'uomo che ha costruito la fuga finale e che ci ha permesso di aprire maggiormente il campo. A livello difensivo Achille è sicuramente più valido dato il suo maggiore dinamismo, ma al momento la bilancia pende fortemente verso l'impiego di Ricci nei minuti finali delle partite. Pozzecco oggi è riuscito a trovare minuti per Procida, approfittando dei momenti di vantaggio per allungare le rotazioni. Il giovane neo acquisto dell'Alba Berlino ha risposto presente. Fatto non scontato, che la dice lunga sulla bontà del gruppo dal punto di vista mentale;
- Siamo sinceri: siamo riusciti a centrare una qualificazione che una settimana fa sembrava quasi impossibile. Con la Serbia che ha sconfitto la Repubblica Domenicana, lo abbiamo fatto pure da primi del girone. E' andato tutto nel migliore dei modi. Ce lo siamo meritati centrando l'impresa con la Serbia e ora possiamo imitare un nostro grande predecessore con il suo medesimo spirito. La sorprendente seconda fase di questo Mondiale ci mette di fronte Team USA. Era l'avversario che, dal giorno del sorteggio, i pronostici educati ci proponevano ai quarti e cosi sarà. Sarà una sfida proibitiva sulla carta, contro una squadra che ci sovrasterà dal punto di vista fisico e del talento individuale. Visti oggi con la Lituania gli americani sono molto più rapsodici e cestisticamente selvaggi di quanto cotanto staff tecnico (Kerr, Spoelstra ecc.) farebbe pensare. Sappiamo come si fa: martedì l'Italbasket avrà l'occasione di entrare di diritto nella Storia dello Sport italiano.
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