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, 2 Settembre 2023

Considerazioni sparse post Napoli-Lazio (1-2)


Il Napoli si schianta in casa contro la Lazio per il secondo anno consecutivo.


- Sarri riprova a fare la partita che lo scorso anno gli permise di tornare a casa coi tre punti dal Maradona, questa volta fallendo. Fallendo sì, perché stavolta non solo vince, ma lo fa anche bene e meritatamente, non limitandosi a mettere la museruola ai suoi avversari, ma gestendo con intelligenza il pallone e affondando con precisione chirurgica negli spazi che la retroguardia avversaria gli ha concesso. Chapeau;

- Con il Felipe Anderson visto stasera diventa abbastanza facile tagliare le difese avversarie come il coltello nel burro. Senza le magie di Luis Alberto però, autore di un gol e mezzo (il velo che libera Kamada alla conclusione è un colpo di genio assoluto), la prestazione mostruosa del brasiliano sarebbe servita a poco. Sono loro due i migliori in campo. In generale, un'ottima Lazio stasera, in cui i singoli citati e l'esordiente Guendouzi hanno certamente rubato l'occhio, ma in cui tutti i reparti hanno offerto una prova di alto livello;

- Il Napoli sbatte addosso alla Lazio, e lo fa violentemente, tornando drasticamente alla realtà: dopo un inizio per la verità neppure cattivo, in cui però si iniziavano a intravedere le prime crepe in una pressione alta distratta e a volte blanda facilmente superata dalla mediana biancoceleste, nella ripresa gli azzurri barcollano e poi naufragano, spazzati via dalle accelerazioni di Felipe Anderson - che fa di Olivera ciò che vuole - e in generale da troppe leggerezze della coppia centrale;

- Non solo la difesa, c'è anche un attacco particolarmente spuntato che non riesce a sfruttare la mole di gioco che, nella prima frazione, è stata comunque prodotta. Sul banco degli imputati Osimhen, che oggi non è stato all'altezza delle sue potenzialità. Può capitare, per carità, parliamo pur sempre di esseri umani: la domanda, spontanea, però è perché non dargli un po' di riposo richiamando il nigeriano in panchina, invece di un Kvaratskhelia che comunque sembrava sempre pericoloso?;

- Quella sul cambio è una mini provocazione, ma soprattutto è solo una delle tante domande che dovrà farsi ed a cui dovrà dare delle risposte Rudi Garcia. Il quale dovrà innanzitutto spiegare perché schierare una difesa così alta senza avere la gamba per scappare indietro quando necessario; spiegare perché il pressing è stato così disordinato; spiegare perché la squadra nella seconda frazione si è spaccata così tanto, lasciando troppi spazi alle frecce biancocelesti. La sosta arriva in un momento provvidenziale per il tecnico francese, che avrà due settimane per limare i difetti ancora presenti nel suo lavoro.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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