Dieci momenti per ricordare Bray Wyatt
Un personaggio dalla creatività straordinaria.
Parlare della scomparsa di un uomo di 36 anni è sempre difficile. Raccontare in poche righe l'amore dei colleghi, la genialità e la perversione delle sue opere ancora di più, soprattutto se parliamo di un argomento complesso ed articolato come solo il mondo del wrestling sa essere: un luogo dove atletismo, coreografia e meta-narrativa si fondono in una miscellanea da tanti incompresa, ma che a volte sa essere magnetica. In pochi anni e nonostante un booking a tratti aberrante, Bray Wyatt si è distinto come pochi altri atleti negli ultimi vent'anni con la sua magistrale creatività e le sue gimmick stupende, dal santone delirante capace di plagiare le menti fino ad un disagiante Tonio Cartonio circondato da pupazzi.
E proprio quando le voci su un possibile ritorno sembravano concretizzarsi, un tweet del CEO della WWE, Triple H, comunicava la scomparsa di Windham Rotunda a causa di un attacco cardiaco, un amaro colpo di scena che nessuno si aspettava, e giorno dopo giorno si moltiplicano gli aneddoti, i ricordi di chi ha vissuto sulla propria pelle la grandezza dell'uomo e non solo, basti pensare che l'Arsenal durante il riscaldamento per il match contro il Fulham ha riprodotto la sua theme song. In dieci momenti, cercheremo di raccontare perché questo performer sia riuscito a segnare una piccola fetta di storia del mondo del wrestling, di come alla fine abbia davvero avuto il mondo intero ai suoi piedi.
Il debutto della Wyatt Family
La prima, iconica veste di Windham in WWE è in realtà qualcosa di già visto in WWE: nel 1995 Waylon Mercy presentò qualcosa di simile, fortemente ispirato al film “Cape Fear” – Il promontorio della paura in Italia, e al personaggio di Max Cady. Lo raccontò lo stesso Wyatt nel 2014, che ebbe l'approvazione della dirigenza e dello stesso Mercy per utilizzare quella gimnick. Fin dal suo debutto in FCW prima e ad NXT poi, possiamo notare i tratti distintivi del personaggio: look trasandato, un forte accento del sud, camicie larghe e variopinte a cui accompagnare lunghi e deliranti sermoni e una lanterna, pronto a guidare il mondo verso la vera luce.
La figura del santone nel mondo del wrestling non è nuova o inusuale, ma qui viene portata ad un livello scenico e performativo unico e forse inarrivabile. Ad accompagnarlo nella prima formazione sono Erik Rowan e Luke Harper, grandi amici di Windham anche lontano dalle scene: presentati come scarti della società accolti e redenti dallo stesso Wyatt, perfetto qui nel ruolo di padre-padrone, guida spirituale e unico appiglio per la salvezza. Un concetto malato e deviato di famiglia che ovviamente prende a piene mani da sette realmente esistite come la Manson Family. Sporchi, brutti, mascherati, inquietanti, un mix perfetto per sfondare nel mondo del wrestling, e la WWE è stata bravissima nel presentarli al meglio, con delle vignette serrate, telecamera a braccio, in cui veniva mostrata la presunta location in cui questa setta viveva e prosperava. Pensate che questa gimnick era così articolata da avere anche una lore per il nome della mossa finale, Sister Abigail che, ovviamente in storyline, era una giovane ragazza perduta e redenta dallo stesso guru, la quale è spirata tra le sue braccia e seppellita nello stesso casolare.
Il debutto è subito d'impatto: nel segmento di finale della puntata di Raw dell'8 Luglio 2013, la Wyatt Family debutta sugli schermi attaccando violentemente Kane, con il guru che dopo essersi goduto la scena dall'iconica sedia a dondolo chiude la puntata chiedendoci di seguire le poiane. Una scena d'impatto che subito scatena la curiosità dei fan, pronti a capire cosa volesse questa gruppo di deviati.
Bray Wyatt vs Daniel Bryan, Royal Rumble
La storia portante di questo racconto è uno dei motivi per cui è innegabile che in certi frangenti la carriera di Wyatt sia stata sfortunata. Perché nel corso dei mesi successivi al debutto il booking non fu certo esaltante, ma vedere il guru cercare di sedurre la mente di un uomo frustrato e respinto dalla vita come lo era Daniel Bryan in piena guerra con l'Authority aveva perfettamente senso. Ma il mondo del Wrestling è complesso, e l'effetto domino dell'addio burrascoso di Cm Punk sconvolse anche i piani di questo racconto, e lo Yes Movement non si sarebbe mai fermato, e l'ingresso dell'american dragon nel gruppo durò pochi giorni.
Nonostante tutto ciò, questo match fu sorprendente e senza dubbio il miglior incontro dal punto di vista puramente tecnico di Windham Rotunda in WWE. Una contesa dura, non lunga ma frenetica, dove si percepisce sulla pelle la tensione tra i due. E la vittoria di Wyatt al termine è sorprendente e piacevole.
Wyatt Family vs The SHIELD, Elimination Chamber
Due galli in un pollaio finiranno sempre per scontrarsi. E nel periodo a cavallo tra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014 la Wyatt Family e lo Shield erano due act troppo grandi per tenerli lontani. Da mesi la dirigenza stuzzicava la fantasia dei fan con un incontro tra le due stable. E quando la Family in piena guerra con John Cena finì per costare ai tre membri dello Shield l'occasione di partecipare all'Elimination Chamber Match, l'idea si è concretizzata. La cornice di pubblico della Target Arena di Minneapolis era perfetta, la contesa di pregevole livello e la vittoria della setta di Wyatt il perfetto trampolino di lancio per la sfida di Wrestlemania 30 contro John Cena. Ma di questa contesa se ne riparlerà qualche anno dopo.
Il coro di bambini, Raw
La faida con Cena è stata la prima battuta d'arresto importante nel push della stable comandata dall'eater of worlds, che imperterrito continuava a bersagliare il leader della Cenation nel tentativo di mostrare a tutti il suo lato più oscuro. E in vista del loro secondo scontro ad Extreme Rules, viene messo in scena uno dei promo migliori di tutta la Family. 28 Aprile 2014: interrompendo un promo al microfono di Cena dentro la gabbia per pubblicizzare il loro prossimo Steel Cage Match, incontro che poi lo stesso Wyatt avrebbe vinto, si fa accompagnare da un coro di bambini che canta il suo motivetto. Wyatt pastore di giovani agnelli, simbolicamente lì a dimostrare quanto il mondo di Cena fatto di virtù ed innocenza celasse invece un animo torbido ed egoista. Luci spente per qualche secondo, prima di riaccendersi per squarciare il velo d'ipocrisia che circonda quel mondo. I giovani bambini con l'inquietante maschera di Erik Rowan addosso, lasciano l'atleta di Boston e l'intera arena nel silenzio più totale. L'unico a godersi la scena è Bray, ormai certo di aver corrotto l'animo del rivale.
La vittoria del primo titolo mondiale WWE, Elimination Chamber
Tanti complimenti ed elogi, ma di titoli neanche l'ombra. Dopo la faida con Cena non sono stati anni facili per Wyatt, tra i tanti infortuni, lo scioglimento della family e il ritorno della stessa con l'aggiunta di Braun Strowman. Ci sono voluti quasi due anni per tornare ad essere il guru della paura. Nel 2016 è riuscito a convincere uno dei mostri sacri di questa generazione, Randy Orton, ad unirsi alla sua famiglia. Una versione strana, diversa e molto lontana dall'idea originaria, ma senza dubbio la versione più vincente: Bray Wyatt, Luke Harper e la presenza anomala di Randy Orton diventano una delle minacce più grandi in quello show magnifico che è Smackdown! nel 2016. La vittoria dei titoli di coppia che è solamente il primo passo: nel Gennaio del 2017 Orton vince la Royal Rumble e il mese successivo arriva finalmente l'occasione della vita per Bray. Un Elimination Chamber Match grandioso, e non può essere diversamente visti i nomi coinvolti: John Cena, Baron Corbin, Dean Ambrose, The Miz ed AJ Styles, con cui il guru lotta nello splendido finale a due (molto sorprendente in quanto entrambi heel), per poi festeggiare con le sue lucciole il primo titolo di campione Mondiale.
La Firefly Fun House
Anni bui dopo quel breve regno da campione WWE. Anni di pessimo booking, di scelte infelici e di alleanze tanto improbabili quanto deleterie per quello che ormai è l'ombra del guru che ammaliava le masse. Per mesi e mesi di Bray Wyatt si perde ogni traccia. Finché nelle settimane successive a Wrestlemania 35, delle vignette inusuali con dei pupazzi ne lasciano intuire il ritorno sulle scene. Ma con un personaggio totalmente diverso da quello visto negli anni precedenti.
Il debutto effettivo avviene durante la puntata di Raw del 22 Aprile 2019, il primo episodio della nuova “serie” di Bray Wyatt: la Firefly Fun House, la "materializzazione del suo sogno", come lui stesso l'ha definita. Un mondo gioioso, pieno di colori e con le risate di bambini in sottofondo, così dolce da spiazzare chiunque (come non citare la reazione nel backstage di Seth Rollins e Cesaro nel vedere il segmento). Un look totalmente diverso, un linguaggio a tratti infantile e inquietante, dalle camicie e la barba incolta ad un maglione elegante da padre di provincia, e due guanti molto particolari su cui porta scritto rispettivamente “hurt” e “heal”, ferire o curare. Un mondo fatato e ricco di personaggi, ognuno con un preciso significato. Da Mercy the buzzard che ricorda le poiane citate dal suo vecchio personaggio del guru, ad Abby the Witch, l'unica possibile materializzazione, per così dire, di quella Sister Abigail che da semplice finisher e guida immateriale del gruppo era diventata sempre più ingombrante a causa della volontà del booking team di dare un volto a ciò che doveva essere una semplice idea, passando per Huskus the Pigboy, simbolo di ciò che Wyndham ha sempre odiato della sua carriera, ovvero il suo debutto da giovanissimo nel New Nexus con la gimnick di Husky Harris.
Una piccola isola felice, un programma per bambini, ma la genialità di Wyatt è esplosa con questa creazione. Fin dal primo episodio, in cui letteralmente con una motosega distrugge un cartonato del vecchio sé stesso tra il giubilo dei bambini in sottofondo. La Firefly diviene il modo migliore per Wyatt di ampliare il più possibile la sua storia perché, come lui stesso rivela nel quarto episodio, con questa finalmente mette in scena il processo di soggiogazione dei suoi demoni, il loro esorcismo. Il più grande segreto di quel mondo è l'ingresso all'inferno.
The Fiend
Il mondo del wrestling è uno dei pochi in cui il concetto di sovrannaturale può essere accettato, se presentato con coerenza narrativa. Nessuno ha mai messo in discussione i poteri di Undertaker, la sua capacità di tornare in vita dopo ogni uccisione, e con il personaggio del guru in molti avevano provato a cucire addosso a Wyatt l'aura del personaggio mistico, fallendo miseramente. Con la Fun House e il suo segreto, però, tutto era cambiato, prova del fatto che se ben raccontata ogni storia può svilupparsi generando via via sempre più attenzione nel pubblico.
The Fiend è l'incarnazione più oscura dell'animo di Wyatt, un demone che dopo anni è riuscito a soggiogare e controllare. Una maschera realizzata da un maestro dell'horror come Tom Savini e ispirata ad una delle storie più famose del Joker, quello di “Death of the Family”, dove il nemico di Batman si strappa la faccia e la utilizza come una maschera. Un personaggio che fin da subito viene accolto con enorme interesse dal pubblico grazie alla magistrale capacità attoriale di Rotunda, che interpreta entrambi i ruoli di demone incontrollabile e conduttore della Firefly mesto e affettuoso alla perfezione, creando un miscuglio ed un sottobosco di sfumature che mai si era visto nel mondo del Wrestling. Un demone trattato alla stregua di un cattivo da film, infermabile ed inscalfibile (tranne che da Goldberg, ma questa è un'altra storia). È grazie al Fiend che Wyatt torna prepotentemente nel giro titolato e nel cuore degli show televisivi.
Firefly Fun House Match, Wrestlemania 36 Night Two
Qui arriviamo al grande problema di questo articolo. Un match che di lottato non ha nulla, talmente contorto, affascinante ed onirico da essere tutt'oggi argomento di dibattito nelle community di Wrestling. Siamo in piena pandemia, la prima Wrestlemania senza pubblico e divisa in due serate e Wyatt, orfano del titolo perso qualche settimana prima in Arabia Saudita, sfida John Cena ad un Firefly Fun House Match, una stipulazione nuova ed inedita creata ad hoc. Ma nessuno può immaginarsi cosa andrà in onda per più di un quarto d'ora. Un cortometraggio cinematografico così ricco di citazioni da far perdere la testa, il simbolo di ciò che Bray Wyatt ha offerto al pubblico nel corso della sua carriera.
Un film, dicevamo, un racconto della vita e della carriera di Cena vissuto attraverso una serie di filmati e ricostruzioni. Il debutto a Smackdown contro Angle (You can look but you can't touch, quella citazione non la dimenticherò mai); la parodia del Saturday Night Main Event dove Johnny Large Meat viene presentato come un lottatore tutto muscoli e zero talento a simboleggiare le tante critiche che Cena ha ricevuto in carriera, definito appunto tutto muscoli e poco tecnico; il breve ritorno del Doctor of Thuganomics, visto adesso con occhi cinici e freddi, spogliato del clima in cui nacque e visto come un ragazzetto che sa solo offendere ed insultare in rima; il match di Wrestlemania 30, occasione in cui Cena si è rifiutato di colpire Wyatt con la sedia, evitando di cedere al lato oscuro. Una sconfitta che Wyatt non ha mai compreso nemmeno nel dietro le quinte. Quindi il tentativo di riscrivere la storia, con Wyatt che si inginocchia e prega il rivale di colpirlo con la sedia, prima di svanire nel nulla; un capitolo intero dedicato al più grande what if degli ultimi vent'anni, il turn heel di Cena visto con gli occhi di quello che è ancora oggi il più sorprendente turn del business, quello di Hogan che portò alla nascita del NWO. Fino al ritorno alla realtà, con Cena convinto di prendere a pugni Wyatt per poi rendersi conto della realtà e subire inerme la Mandible Claw, schienato dal Fiend e contato dal Bray in abiti da Firefly. Un film che raccontato a parole non rende davvero giustizia al genio creativo di Wyatt, ma un dettaglio tra i mille che non posso non citare riguarda la maglia indossata da Wyatt nel segmento NWO: non la classica bianca e nera, ma quella rossa del Wolfpack. D'altronde lui è sempre stato il colore rosso in un mondo nero e bianco.
Il ritorno di Bray Wyatt, Extreme Rules e il promo nella successiva puntata di SmackDown!
Il 31 Luglio del 2021 Windham Rotunda, sparito dalle scene da più di quattro mesi dopo la sconfitta molto sorprendente contro Randy Orton, viene a sorpresa licenziato. È l'ultimo grande nome che subisce questo trattamento in un'annata che i fan ricordano benissimo per la quantità di lottatori allontanati dalla WWE. Siamo in piena pandemia, i costi devono essere abbassati, e non ci sono molti piani per Wyatt e per il Fiend nonostante fosse appena tornato dalla morte (si, mi è dispiaciuto tagliar fuori il ritorno nel match tra Orton e Alexa Bliss, anche quello magistrale e con un look che personalmente ho adorato). Per mesi e mesi si specula su dove possa proseguire la sua carriera, con IMPACT! e la neonata AEW pronte a fare carte false pur di averlo nei loro ranghi, senza mai riuscirci però.
Passa più di un anno, quando nei programmi WWE iniziano ad apparire dei misteriosi QR Code, il cui protagonista è spesso un coniglietto bianco. Feed the rabbit, segui il coniglio. Ogni settimana un indizio diverso, un codice diverso, un enigma che via via porta ad Extreme Rules 2022, quando con un impianto scenografico sublime, con infinite citazioni, finalmente Bray Wyatt torna a casa.
La settimana successiva, a Smackdown, Windham tiene un promo che termina l'episodio: se la conclusione getta le basi per la sua prossima storia e il mistero di Uncle Howdie, i primi minuti sono soltanto il discorso toccante di un uomo realmente emozionato, come lui stesso afferma. È la prima volta che Rotunda parla ai fan senza maschere. Ringrazia i fan per il calore che gli hanno sempre trasmesso, racconta di come avesse perso la fiducia in sé stesso e nel suo lavoro, di come la perdita di due persone a lui molto care (tra cui John Huber, vero nome di Luke Harper, scomparso a causa di una malattia terminale) lo avesse gettato nel baratro. Un discorso che rompe la kayfabe, sfonda ogni filtro e parete; Rotunda parla con il cuore in mano e rivisto oggi fa davvero male.
Il passaggio di consegne tra Wyatt ed Undertaker, Raw is XXX
L'ultima rivalità, l'ultimo assaggio di Bray Wyatt. Da sempre paragonato alla leggenda del personaggio sovrannaturale per eccellenza, quell'Undertaker con cui però non era mai riuscito a intessere una storyline interessante. Dal suo ritorno in quel di Extreme Rules, l'unica faida di questo nuovo e ritrovato Wyatt era stata contro LA Knight, che aveva portato al Pitch Black match della Rumble 2023, ultimo match in carriera di Rotunda.
Ma il segmento di cui parlo avviene a Raw il 24 Gennaio 2023. Sul ring LA Knight sta tenendo un promo, quando il ritorno di Undertaker nei panni dell'American Badass a cavallo della sua moto lo interrompe. Interviene anche Wyatt per alimentare la faida con la megastar, e "il becchino" prima di abbandonare il ring si avvicina a Wyatt sussurrando qualcosa che nessuno dei due ha mai rivelato. Un simbolico passaggio di consegne tra le due figure che più di tutte hanno portato il sovrannaturale sul ring, l'inusuale e il magico. Un momento che lo stesso Wyatt in varie interviste ha definito come uno dei più belli della sua vita, un ricordo che si porterà per sempre nel cuore.
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