Considerazioni sparse post Roma-Milan (1-2)
Il Milan vede gli spettri di gennaio, ma questa volta la rimonta della Roma non si concretizza.
- José Mourinho, negli anni, ci ha abituati a molte uscite ad effetto, talvolta esagerate, per creare un clima di alibi intorno alle sue squadre, a cui non fa eccezione la Roma. Quest'anno ha parlato del sesto posto in classifica come obiettivo e, onestamente, in questo momento non sembra la sua classica iperbole. Già sulla carta, la differenza tra le due squadre è evidente, con una forbice già esistente lo scorso anno che s'è allargata notevolmente grazie al mercato dei rossoneri, che con Pulisic, Reijnders e Loftus-Cheek hanno portato in Serie A tre calciatori che appaiono di livello superiore. I margini di crescita ci sono per la Roma: basti pensare a quando il team Lukaku-Dybala sarà in forma e affiatato, ma c'è molto da lavorare sull'approccio alle partite e sulla fase difensiva, che pare un grande punto debole della squadra, così come la rosa che non sembra attrezzata in termini di alternative per lottare su tre fronti;
- Rafa Leao è illegale. L'esterno, che quest'anno disputa la quinta stagione con la maglia del Milan, alla quale si è dedicato corpo e anima fino a diventarne un'impronosticabile bandiera, stupisce per la facilità con cui si è adattato in pochissimo tempo ad un sistema di gioco che si affida più totalmente alle sue giocate. Figlio per anni di alti e bassi poco produttivi, nonostante capacità fisiche e tecniche indubbie, pare essere riuscito anche nel salto mentale che gli permette di rimanere concentrato e "nel gioco" anche quando non è chiamato in causa, per poi riuscire a fare la differenza quando è il suo turno. Al netto della goffa marcatura di Celik, la rete del raddoppio rossonero ha la sua firma ed è quella di un fuoriclasse;
- Sembra senza fine, invece, il periodo di crisi di Fikayo Tomori. L'inglese, che già l'anno scorso aveva stentato dopo il grande contributo nella stagione dello scudetto, quest'anno era partito con due prestazioni sotto livello anche contro Bologna e Torino, un po' "coperte" dal grande rendimento dei compagni di squadra. Proprio questa sera, quando sembrava per la prima volta in crescita, ha finito per farsi espellere in maniera ingenua per doppia ammonizione, nonostante il suo allenatore avesse già chiamato il cambio con Kalulu proprio per evitare quanto accaduto. Il reparto tiene perché i rossoneri hanno trovato un totem come Thiaw, il cui rendimento costante è sui livelli del miglior Kjaer e inoltre, in questo momento, la squadra tiene il pallone più lontano possibile dalla propria area, ma l'impressione è che ci sia molto da lavorare per mettere al sicuro la porta di Maignan col salire del livello delle avversarie;
- Inutile dire che l'inferiorità numerica ha cambiato totalmente la partita del Milan, che prima ha arretrato Reijnders sulla linea di Krunic, poi ha costretto Pioli a rinunciare a Giroud per inserire il terzo centrocampista, con Lukaku affiancato a Belotti nelle file dei giallorossi, partiti all'arrembaggio alla ricerca di una rimonta simile a quella dello scorso gennaio. Una rimonta che questa volta non si è concretizzata, ma non per questo non deve preoccupare i rossoneri, che anche stasera sono sembrati un po' accontentarsi una volta raggiunto il raddoppio, smettendo di cercare la terza rete, per poi soffrire quando il vantaggio si è dimezzato. Quest'anno la squadra di Pioli ha gli uomini per provare ad attaccare per tutti e novanta i minuti, grazie ai cambi di maggiore livello e dovrà cambiare mentalità per evitare che questi vengano sprecati. Difficile, infatti, valutare gli ingressi di Okafor e Chukwueze nella situazione di stasera;
- L'impatto di Romelu Lukaku – presentato poco prima del fischio iniziale – sul gioco della Roma è stato immediato. Le caratteristiche del Belga sono ben note e l'ingresso a partita in corso, per di più in superiorità numerica, gli permette di sfruttare al massimo la sua fisicità senza badare troppo allo stato di forma, che non può essere il migliore. Fin dal suo ingresso, al fianco di Belotti, i suoi compagni lo cercano costantemente e lui agisce quasi da regista avanzato, facendosi carico di tutti i palloni e smistandoli per i compagni, mettendo la retroguardia avversaria in apprensione come non era mai stata fino a quel momento. La sua totale abnegazione, che lo porta a rimediare un giallo in fase di contenimento, questa sera non è stata sufficiente a ribaltare la partita, ma è evidente che Mourinho dovrà affidarsi a lui per alzare il livello di competitività della sua Roma, che dopo tre giornate di campionato vaga nei bassifondi con un solo punto in classifica.
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