Cesare Casadei con la maglia dell'Italia Under 20.
, 30 Agosto 2023
11 minuti

Cesare Casadei ha bruciato le tappe


E ora vuole imporsi tra i grandi.

Quello di Andrea Zanchetta è un nome che riporterà la mente di molti alla Serie A dei primi anni duemila, a quel Chievo dei miracoli che ha insegnato ad una generazione d’italiani a credere nelle favole e a sperare in un futuro migliore. Probabilmente però, nonostante una onestissima carriera da centrocampista di categoria, il più importante contributo che Zanchetta ha portato al calcio italiano è stata la scoperta di un giovane giocatore, all’epoca 15enne, rimasto senza contratto dopo il fallimento del Cesena nel 2018.

Zanchetta, nel frattempo ritiratosi dal calcio giocato ed entrato nello staff delle giovanili dell'Inter, ai nerazzurri consiglia l'ingaggio del giovane Cesare Casadei. Nell'Under 17, il giovane centrocampista finisce sotto la guida di Cristian Chivu e insieme a lui fa tutto il percorso fino all'Under 19, in cui ottiene le prime convocazioni già diciassettenne. Al suo arrivo in Primavera, Casadei si trova intorno una squadra di grande talento, con giocatori come Fabbian, Iliev e i fratelli Carboni, ma nella quale emerge subito come la punta di diamante, con Chivu che lo rende il perno indispensabile della squadra.

In Primavera Casadei segna 14 gol in 30 partite, trascinando l’Inter alla finale scudetto contro la Roma, partita in cui il giovane realizza anche il gol del momentaneo pareggio. L’Inter di Chivu vince lo scudetto Primavera e il ragazzo comincia davvero ad essere sulla bocca di tutti. Un po' perché l’Inter ha appena perso lo scudetto dei grandi contro il Milan e i tifosi si aggrappano disperatamente a tutto ciò che può restituire loro speranza nel futuro, un po' perché a centrocampo la squadra d’Inzaghi è altamente disfunzionale e la promozione di questo giovane gioiello al posto di Vidal o Gagliardini non sembrerebbe una mossa così insensata. Ovviamente, la realtà supera sempre a destra la fantasia e a metà luglio del 2022, dopo aver sognato e perso Dybala e Bremer, i nerazzurri dicono addio anche a questo giovane centrocampista romagnolo, che passa al Chelsea per una cifra attorno ai 20 milioni di euro. In Italia questa cessione fa scalpore, ma ovviamente per il motivo sbagliato: l’idea di investire, e tanto, sui giovani non è nella forma mentis di tifosi e giornalisti e la sua partenza per l’Inghilterra sembra solo la solita storia di plusvalenze generose più che un enorme caso di fuga di talenti.

Eppure in Italia Casadei aveva già mostrato molte delle sue enormi potenzialità. La stagione dello scudetto Primavera aveva indicato in nuce tutte le sue principali caratteristiche: tempismo, inserimenti, forza fisica, intelligenza tattica, duttilità. Gioca con un intuito e un’esperienza da giocatore trentenne in entrambe le fasi. Abbiamo già citato il gol che realizza in finale scudetto contro la Roma di Aquilani. Questa rete è il perfetto esempio di come Casadei abbia un tempismo eccezionale e una scientifica lettura degli spazi negli inserimenti: il modo in cui Cesare legge lo sviluppo dell’azione, vede lo spazio dietro i centrali giallorossi e si inserisce per il cross di Franco Carboni è impressionante, soprattutto per un giocatore alla seconda stagione a quei livelli. Un'azione che è un manifesto delle qualità del ragazzo.

Nel Torneo 8 Nazioni dello scorso anno, Casadei ha segnato un gol fotocopia a quello contro la Roma, nella vittoria dell'Italia Under 20 allora allenata da Nunziata contro il Portogallo. Inserimento, tempismo e colpo di testa nell'angolino basso. Ma Casadei all’Inter ha dimostrato di non essere un semplice cavallo pazzo da lasciar correre a briglia sciolta: ha intelligenza e sagacia tattica, assieme ad una duttilità straordinaria, considerando anche l’età, che gli permette di ricoprire praticamente ogni posizione del reparto centrale, dall’interno di centrocampo, alla mezzala destra fino al trequartista.

Casadei sfrutta il suo naturale tempismo anche in fase difensiva, con una notevole propensione all’anticipo e con la fisicità ideale per gestire i duelli individuali; non a caso, Chivu lo ha utilizzato anche come vertice basso della linea di centrocampo, ruolo in cui Casadei ha saputo cavarsela. In questo senso la sua discreta abilità col piede debole, il mancino, gli facilita le cose. Abbiamo già citato la fisicità di Casadei ed effettivamente la sua struttura fisica ben al di sopra della media ha avuto un peso decisivo nella sua affermazione: avere un fisico decisamente più sviluppato e piazzato dei compagni, in Primavera, può aiutare e far risaltare anche giocatori più mediocri. Casadei ha però sviluppato la sua prestanza e l’ha resa funzionale al suo gioco piuttosto che accontentarsi di essere semplicemente più grande e più grosso degli altri.

Nel luglio del 2022, Casadei approda dunque in Inghilterra, lasciandosi dietro i rimpianti e le polemiche italiane. Il trasferimento ha avuto ovviamente motivazioni prettamente economiche, legate a un’Inter in costante necessità di battere cassa, ma allo stesso tempo si è rivelato estremamente proficuo per il giocatore. Certo, l’arrivo di un italiano in Inghilterra fa alzare sempre qualche sopracciglio, specie se giovane. Il rischio che la crescita di Casadei stagnasse travolta dai ritmi e dal livello della Premier era concreto, ma non si è ancora realizzato. Casadei ha anzi beneficiato della lontananza da casa, inserendosi in un contesto che promuove la crescita con meno pressioni e più spazio per giocare anche fra i professionisti.

La mossa alla Bellingham ha per ora dato ragione a Casadei e potrebbe divenire sempre più un‘opzione per i ragazzi italiani. Immaginate cosa sarebbe successo in Italia se il wonderkid appena acquistato per 20 milioni di euro venisse espulso dopo appena 9 minuti al suo esordio con la nuova squadra. Il debutto di Casadei è avvenuto esattamente così, ma al contrario di ciò che potrebbe accadere da noi, il Chelsea lo ha lasciato giocare e crescere: nei suoi primi sei mesi Casadei ha giocato 9 partite da titolare, mettendo a referto 4 gol e 1 assist, confermando anche oltremanica la sua media realizzativa. Sicuramente l'allenatore delle giovanili del Chelsea, Mark Robinson, dev’essersi divertito molto con questo ragazzotto italiano e ne ha sfruttato ampiamente il suo eclettismo. In una manciata di partite, Casadei ha ricoperto 4 ruoli diversi: mezzala sinistra, mezzala destra, trequartista e persino seconda punta, confermando così duttilità e intelligenza tattica sopra la media.

Da un punto di vista tecnico, i miglioramenti di Casadei sono stati sensibili e costanti. Salta subito all’occhio la sua qualità nel controllo palla e nella gestione della sfera, anche nelle situazioni più scottanti. Nelle partite in cui veniva schierato da mezzala con maggiori compiti di copertura e di raccordo nella transizione fra i due reparti, riusciva spesso a controllare il possesso scendendo fino sulla propria trequarti, ricevendo il pallone dai difensori o sradicandolo dai piedi degli avversari, per poi procedere a smistarlo soprattutto verso gli esterni. Sempre in questi contesti, ha dimostrato una straordinaria capacità di sfuggire al pressing avversario, grazie alla sua fisicità e alla sua capacità in dribbling, e si è mostrato a suo agio sia nello sfruttare la tecnica palla al piede che nell’utilizzare i suoi 186 centimetri per fare da perno davanti alla difesa. Ma Casadei ha una terza freccia nella sua faretra per sfuggire al pressing, ovvero la capacità di strappare il gioco in verticale con improvvise accelerazioni, capaci di rovesciare improvvisamente il campo e rendere immediate le transizioni da un lato all’altro.

Già nelle prime uscite in Premier League 2 il Chelsea si rende conto che Casadei è sprecato nel calcio giovanile e lo manda in prestito al Reading, quello che in Italia definiremmo come mandare a farsi le ossa, ma che per Casadei è un vero e proprio battesimo di fuoco. Per chi fosse digiuno di calcio inglese, il Reading è una delle società più antiche e importanti del Regno Unito ma il club del Berkshire versa in un dissesto economico e societario che assoceremmo più alla nostra Serie C che a una squadra del campionato più ricco del mondo. Senza dilungarci troppo nei dettagli, il Reading è stato al centro di misteriose acquisizioni di “magnati” russi, thailandesi e cinesi che, semplicemente, non avevano un soldo e in questo caos societario la squadra ha subito una penalizzazione di 6 punti per non aver pagato diverse mensilità ai propri tesserati e ora si barcamena per evitare la prima retrocessione in League One in quasi trent’anni.

Casadei viene spedito in questo inferno nel quale, bisogna dirlo, non sfigura. Ad accoglierlo come allenatore c'è un altro ex interista, Paul Ince, che però dopo pochi mesi viene esonerato e sostituito da Noel Hunt. Nonostante gli avvicendamenti in panchina, dopo un primo momento di ambientamento Casadei si conquista una maglia da titolare e non esce praticamente mai dal campo. Gioca 18 partite di cui ben 13 da titolare, affermandosi come un punto fermo della rosa. Certo, il Reading è una squadra allo sbando e affidarsi ad un 19enne può sembrare più la classica mossa della disperazione ma Casadei, all’esordio tra i professionisti, conferma ciò che di buono aveva già fatto intravedere, a partire della duttilità tattica, venendo schierato a destra come a sinistra, più avanti o più indietro, in linee a 2, a 3 e a 5.

I Royals sono però davvero ben poca cosa e per Casadei non ci sono né gli spazi né le condizioni di sfruttare a pieno le sue progressioni, i suoi inserimenti, i suoi colpi di testa. In questo magma, ci mostra però qualcosa di diverso: il primo gol tra i professionisti arriva il 15 marzo nella partita contro il Blackburn di Jon Dahl Tomasson e Ben Brereton Diaz. Casadei inizia e conclude una splendida serie di triangolazioni con una rasoiata di destro dai 20 metri su cui Pears non arriva.

Ovviamente questo gol non sarà sufficiente a dare la vittoria al Reading che perderà al 90’ grazie alla rete di Brereton Diaz. Nei sei mesi di prestito, la squadra in disfacimento racimolerà solo 13 punti e due vittorie. Così, mentre il Reading lascia la Championship proprio a causa dei 6 punti di penalizzazione, Casadei torna a Londra e si prepara a mettersi in mostra nella sua prima vetrina internazionale.

I mondiali U20 in Argentina vedono una nazionale azzurra infarcita di talento come raramente si era vista in passato. Pafundi, Esposito, Baldanzi, Prati, Faticanti. Gli azzurrini sono forti e di certo la competizione non manca, ma la rassegna iridata mette in mostra soprattutto il talento ravennate. In Sudamerica, Casadei fa vedere propensione alla leadership e carattere da vendere: la responsabilità di calciare dal dischetto a 5 minuti dal triplice fischio nell’ottavo di finale proprio contro l’Inghilterra se l’assume lui, e Casadei trasforma il rigore con una freddezza da punta navigata. Per il resto, parlano le statistiche: 7 gol e 2 assist in 7 partite, MVP e capocannoniere della competizione. Una cavalcata interrotta solo dall’Uruguay in finale. Casadei, tra i pari età, è semplicemente un cheat code, ed è tempo di fare il definitivo salto di qualità.

Che Casadei non fosse però ancora pronto per inserirsi in prima squadra al Chelsea era abbastanza prevedibile, per quanto la squadra sia stata ristrutturata pesantemente in estate e abbia portato nel gruppo di Pochettino anche giocatori suoi coetanei come Chukwuemeka e Colwill o addirittura più giovani come Lavia. A metà agosto le voci più forti lo vedono accostato al Genoa, appena ritornato in Serie A, e al Leicester, appena retrocesso dalla Premier League. Alla fine, forse anche nell'ottica di mantenerlo nel contesto britannico, la squadra prescelta è proprio il Leicester.

In questo senso, la scelta del Chelsea e Casadei non è così assurda: il Leicester parte da strafavorito nella corsa alla promozione, giocherà un calcio più propositivo del Genoa e un campionato il cui calendario ultra-compresso spinge gli allenatori ad attingere a tutta la profondità della rosa. Certamente, almeno sulla carta, non parte titolare, vista la presenza di giocatori come Ndidi, Praet, Winks, Dewsbury-Hall e Soumarè. Casadei in mezzo a questi nomi - che non sfigurerebbero in Serie A - sembra quasi fuori contesto, così come lo sembra se accostato ai nomi di Jamie Vardy e Patson Daka, anche loro rimasti dopo la retrocessione.

Chi però non è capitato lì per caso è invece il nuovo allenatore delle Foxes, Enzo Maresca, alla sua seconda esperienza da allenatore dopo la disastrosa parentesi di Parma. Nonostante ciò, Maresca ha un pedigree che lo rende uno degli allenatori da tenere d’occhio nella prossima stagione. L'ex centrocampista del Palermo viene da una stagione in cui è stato vice di Guardiola al Manchester City, dopo aver anche guidato l'Under 23 nella stagione 2020/21. È interessante notare come Maresca, nelle giovanili del City, abbia lavorato con una serie di giovani che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni e che devono a lui gran parte della loro fortuna: Bernabè, Nmecha, Palmer ma soprattutto Romeo Lavia sono emersi proprio grazie a Maresca ed è facile pensare che una cosa del genere possa accadere anche con Casadei.

Le incognite sono tuttavia numerose, a partire da che ruolo potrà effettivamente ritagliarsi in un Leicester così ambizioso. Cionostante, Casadei ha trovato potenzialmente un contesto che può valorizzarlo e un allenatore che realisticamente crede nelle sue qualità. Inoltre, il gol segnato al debutto contro il Cardiff potrebbe essere una buona premessa per il suo inserimento nelle Foxes.

La curiosità principale legata alla sua stagione è dove e come potrà essere impiegato: se dovesse confermarsi come mezzala di palleggio e raccordo, dovrà migliorare la sua precisione nei passaggi, oltre che sviluppare meglio il suo gioco in verticale e rendere più preciso il lancio lungo, per aggiungere maggiore imprevedibilità al suo gioco. Se dovesse invece affermarsi come trequartista d’inserimento, dovrà prima di tutto confermare la sua media realizzativa e il suo rendimento efficiente sottoporta, ma dovrà soprattutto migliorarsi nell’ultimo passaggio e rendere più consistenti i suoi numeri in termini di assist e contributo al gol.

Se invece, come pensiamo possa accadere, Casadei dovesse diventare una sorta di box-to-box britannico, il suo miglioramento dovrà avvenire su quasi tutti gli aspetti, compresa la gestione dei duelli, che gli ha portato qualche cartellino di troppo a livello giovanile. La sua duttilità e completezza però ci permettono anche di ipotizzare un’evoluzione ulteriore, che potrebbe essere di più di una semplice hot take. Per fisico, tempistiche e propensione offensiva, possiamo anche immaginare un impiego ancora oltre la trequarti, in un ruolo di falso centravanti di raccordo che stuzzica i nostri pensieri più perversi.

Questi discorsi ci restituiscono chiaramente il profilo di un giocatore che ha un futuro quasi assicurato; inoltre, il Chelsea ha da sempre un'Academy molto prolifica e da cui sa anche attingere bene. Al tempo stesso, però, il club ha già investito pesantemente a centrocampo, prendendo tre profili come Enzo Fernandez, Lavia e Caicedo che, oltre a essere già dei giocatori di primo livello, non superano i 22 anni a testa e per questo rischiano di fare da tappo per l'inserimento di Casadei nella prima squadra dei Blues, in un discorso non troppo dissimile da quello che si potrebbe fare per altre grandi inglesi.

Il livello del giocatore è però tale da rendere difficile pensare ad una sua permanenza nelle squadre di rango medio basso del campionato. Un’opzione stuzzicante potrebbe essere un suo approdo nel Brighton, nel caso in cui De Zerbi dovesse assicurarsi di nuovo un piazzamento europeo per la prossima stagione. Nella speranza che Casadei esca il prima possibile dalla terribile chat dei prestiti del Chelsea, che tanti talenti ha risucchiato nelle sue sabbie mobili, la prospettiva più concreta è che torni in patria una volta finito l’Erasmus.

Paradossalmente, proprio l'Inter avrebbe bisogno di un centrocampista con le qualità e la fisicità di Casadei, che ben si inserirebbe nel 3-5-2 di Simone Inzaghi, dandogli la possibilità di ricreare un nuovo Milinkovic-Savic se dovesse perdere Barella e Mkhitaryan. Sarebbe molto interessante vedere Casadei anche al Milan, con Pioli che troverebbe il perfetto centrocampista di pressing e inserimento per il 4-2-3-1. La verità, però, è che Casadei farebbe comodo a tutte le squadre di Serie A e la speranza è anche un po' di rivederlo in patria anziché parte di una diaspora dei talenti in Premier League.

Le prospettive per Casadei sono molto interessanti anche per quanto riguarda la sua carriera nella nazionale maggiore. Tra i tanti problemi della nostra selezione, la penuria di centrocampisti non è sicuramente uno di questi. Tonali, Barella, Pellegrini, Frattesi sono tutti nomi che realisticamente faranno parte delle selezioni dei prossimi Europei e, speriamo, dei prossimi Mondiali. Inoltre, l’arrivo di Spalletti però potrebbe aprire uno spazio molto importante per il giocatore del Leicester. Se il tecnico di Certaldo dovesse decidere di schierare un 4-2-3-1, Casadei potrebbe riuscire perfetto per ricoprire il ruolo che rappresenta il trademark dell’ex tecnico del Napoli: il trequartista di inserimento in stile Perrotta. Non sarebbe neanche così sorprendente: attualmente Casadei è uno dei pochi a poter giocare con questi precisi compiti. D’altronde, già ai tempi dell’Inter era paragonato a Vecino, che proprio con Spalletti ha giocato le sue migliori partite da trequartista dietro Icardi e che di certo non era il fantasista della squadra. Infine, anche la sua versatilità tattica lo rende un ottimo nome di completamento nelle competizioni per nazionali, sicuramente non per l'Europeo di Germania ma forse per il Mondiale.

Casadei dunque si trova in quello che è un momento determinante della sua carriera e il suo futuro è tutto da scrivere. Intanto il suo talento è un motivo già più che sufficiente per guardare qualche partita del Leicester.


Autore

  • Classe '99, pugliese come il panzerotto, studia a Bologna e soffre per l'Inter. Ama farneticare di calcio, cinema e musica. Ha sul comodino la foto con Barbero e l'autografo di Mcdonald Mariga.

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