Considerazioni sparse post Filippine-Italia (83-90)
L'Italia non è guarita ma doveva vincere. E ha vinto.
- Pozzecco probabilmente si intende di ippica. L'Italia supera di 7 i padroni di casa delle Filippine, dopo aver toccato anche il +18 a 7' dalla fine e il +15 a 4 dal termine. Evidentemente però vincere cosi non era abbastanza e il blackout finale ha fornito quel pizzico di fatica in più alla vittoria. Nella partita in cui Spissu sembra tornare alla vita (4/7 da 3 punti, finalmente continuità nella gestione dei momenti) e in generale l'Italia tira con il 41,5% da 3, ancora una volta sembriamo costantemente privi di equilibrio emotivo. Questa squadra vive di alti e bassi che si succedono a velocità smodata, che non permettono di comprenderla appieno. Nelle 3 gare giocate abbiamo quasi sempre accettato il tipo di partita proposta dall'avversario: in generale non è mai un buon segnale, sintomo di una squadra che non si sa imporre;
- Tutto sommato, fino a pochi minuti dal termine, il punteggio ci vedeva abbondantemente sopra i 10 punti di vantaggio, ma i problemi erano comunque sotto gli occhi di tutti: difficoltà nelle transizioni, sia difensive che offensive, momenti in cui il movimento di uomini e palla si azzera e difficoltà a creare un vantaggio senza passare da Fontecchio o Tonut. Evidentemente questa squadra arrivando ai Mondiali ha perso alcune certezze che considerava granitiche e quando ciò accade gli effetti possono essere catastrofici. Bravi quindi ad aver superato il turno, ma contro la Serbia servirà qualcosa di molto molto più importante;
- Le Filippine sono uno dei pochi paesi al mondo in cui la pallacanestro è sport nazionale. L'origine di questa passione viscerale è spiegata con l'arrivo degli americani che esportarono il Gioco, di cui il Paese si mostrò subito entusiasta. Vedere pregare la gente sul -9 a 32 secondi dalla fine e le loro reazioni ad ogni canestro dei propri beniamini ha riempito il cuore. A livello tecnico la squadra comincia e finisce con Clarkson, ma se non vi augurate che i prossimi Curry, Durant e James non nascano a Manila personalmente non vi voglio conoscere;
- Questa partita era formalmente il nostro primo win or go home del torneo, e Pozzecco ha certificato che Spagnolo e Procida al momento non rientrano nelle rotazioni. Scelta crudele e forse asincrona con quello visto nelle amichevoli e nelle prime due partite, soprattutto per Spagnolo. Da ciò è derivato l'extra utilizzo di Spissu, 36 minuti che forse hanno presentato il conto fisico al play sardo verso la fine. Pajola è salito in cattedra con una ottima difesa su Clarkson e con 2 triple importantissime nel finale di partita. Ricci sembra poter scalzare Polonara nei finali di partita così come ha fatto con le Filippine, specialmente se continua a colpire con questa continuità dall'arco. Ora che le partite saranno sempre senza ritorno, è normale che la rotazione si riducano, ma sarebbe fondamentale recuperare almeno uno dei 2 giovani, perché non è sostenibile giocare in 8 ogni 2 giorni;
- Il tempo di guardare alla seconda fase è arrivato, ma i calcoli stanno a zero. Domani si decideranno le nostre due avversarie, che a scanso di sorprese saranno, nell'ordine, Serbia e Portorico. Centrare l'impresa con i serbi è vitale, pena eliminazione matematica. Batterli aprire scenari al momento fantasiosi, con noi che arriviamo a pari punti con Serbia e Rep. Dominicana e accediamo da primi classificati ai quarti evitando gli americani. Le vibes non sono delle migliori e tocca ancora una volta vivere di corsi e ricorsi storici. Solitamente rendiamo meglio spalle al muro e da sfavoriti: esattamente la situazione che vivremo da venerdì in avanti.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.