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, 26 Agosto 2023
3 minuti

Considerazioni sparse post Milan-Torino (4-1)


Il Toro vede più nero che rosso e viene travolto a San Siro dal poker degli uomini di Pioli.


- La prima cosa che salta all'occhio, questa sera, è il maggiore coinvolgimento di Rafa Leao nella manovra rossonera. Il portoghese, che a Bologna era stato lasciato un po' in disparte per attaccare di più a destra, questa sera torna al centro del gioco dei rossoneri e lo fa a modo suo. Le sue discese sulla fascia creano la superiorità numerica necessaria contro una difesa granata schierata bassissima e, dopo una ventina di minuti di rodaggio ad un piede più abituato a tirare, che a crossare, comincia a dispensare palloni in area, mettendosi a disposizione dei compagni. Pregevole lo scambio con Theo Hernandez, sulla meravigliosa rete del francese, col quale si capisce a meraviglia nel ricevere il pallone, attendere lo scatto del compagno e servirlo da fermo con un pallone preciso che viene trasformato in oro con un delizioso colpo sotto che non lascia scampo a Milinkovic-Savic.

- A proposito della scelta di Juric di aspettare il Milan nella propria metà campo, si nota che la musica sia totalmente cambiata rispetto all'anno scorso, per i rossoneri. Fare densità davanti al portiere diventava un po' come la "cryptonite" per un giocatore leggero come Brahim Diaz o uno limitato come Messias, che non faceva altro che cercare conclusioni velleitarie o il retropassaggio, mentre in questo caso sembra esaltare le caratteristiche dei "regali" avuti da Pioli dal mercato, che si cercano e si trovano come se giocassero insieme da ben più di un mese. Oltre a Reijnders e Pulisic, stavolta in rete con un bell'inserimento, è tempo per Loftus-Cheek di calarsi nei panni dell'assist-man, a riprova delle molte soluzioni alternative a disposizione del tecnico, soprattutto in quegli inserimenti degli uomini di centrocampo che la stagione precedente parevano appannaggio del solo Tonali, che pare già quasi dimenticato;

- Anche i singoli non brillano tra i granata, in primis Bellanova, sostituito per disperazione dopo un'ora di gioco in cui non ne aveva azzeccata una. Tante le ingenuità difensive degli uomini di Juric, in grado soltanto di metterla sul piano fisico fin dalle primissime battute e talvolta sfortunati, come nel caso del tocco di mano involontario di Buongiorno, punito in maniera molto fiscale dal VAR. Anche la prova di Schuurs, che era riuscito a mettersi in buona luce con la rete del temporaneo pareggio, è macchiata dall'intervento fuori tempo su Leao che costa il secondo rigore ai suoi, anche se l'impressione era quella di una partita ormai finita dal punto di vista agonistico per un Toro ormai "matato".

- Sponda Milan, è giusto sottolineare anche la grande prestazione di Krunic, superiore anche a quella di Bologna, dove aveva peccato di un paio di sbavature. Il centrocampista rossonero è di gran lunga il giocatore più cresciuto dell'era-Pioli, in proporzione alle aspettative e quest'anno, caricato di grande responsabilità come titolare nella mediana in attesa del ritorno di Bennacer (fissato per il 2024), sta rispondendo sul campo alle perplessità di chi non lo riteneva all'altezza. Fa bene il Milan a non cedere alle lusinghe di mercato per il bosniaco che, in attesa di mostrare le proprie capacità nel nuovo ruolo contro squadre più probanti, sta facendo di tutto per meritarsi un rinnovo di contratto, piuttosto che una cessione degli ultimi giorni;

- Il risultato finale è pesante, ma anche giusto in funzione della grande mole di gioco espressa dal Milan, che è stato bravo a reagire subito al goal del pareggio, ma soprattutto non ha mai smesso di giocare nemmeno a risultato acquisito, mostrando una mentalità meno conservativa rispetto alla passata stagione, forse anche in virtù di una rosa più profonda e conforme alle caratteristiche del tecnico. L'esatto contrario di quella del Torino, che finora pare cambiato poco e in peggio: Pioli, nella conferenza stampa di ieri, aveva definito i granata una squadra da parte sinistra della classifica, ma dopo due giornate sembrano già rimpiangere le galoppate di Singo e alla disperata ricerca di un attaccante di peso, con l'infortunio di Sanabria ad aggravare la situazione.

  • Matteo Tencaioli. Classe 1980, da sempre diviso tra la professione di programmatore e l'amore per il giornalismo. Ama parlare di sport, in particolare di calcio e tennis. Conteso tra lavoro e famiglia, suo più grande amore, fa a sportellate tutti i giorni con il sonno per trovare il tempo di coltivare anche le proprie passioni.

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