Considerazioni sparse post Torino-Cagliari (0-0)
Solide certezze: l’afa d’agosto, la sapienza tattica di Ranieri, il Torino che non sa segnare.
- Torino e Cagliari iniziano la loro stagione con un pareggio a reti bianche, in una gara non certo memorabile: leviamoci subito il dente e diciamo che il caldo afoso di Torino delle 18,30 di Agosto, insopportabile anche sui seggiolini delle tribune (temperatura oltre il 35 gradi), non ha certo aiutato, al di là della solita ed altrettanto insopportabile retorica del tifoso medio, per cui chi è in campo è strapagato per giocare e dunque dovrebbe esser brillante anche in condizioni di umana e naturale sofferenza fisica. Pur comprendendo le dinamiche circa gli slot TV, ma proprio in ottica di vendita del prodotto Serie A, davvero ci si aspettava che due squadre dal quoziente tecnico non certo memorabile potessero dare il meglio a 36 gradi alle 18,30? Detto questo, che lo 0-0 fosse una opzione era ampiamente pronosticabile anche per le caratteristiche delle squadre: il Cagliari sa chiudersi benone, il Torino soffre di sterilità offensiva acuta da 3 anni a questa parte. Ecco, magari sarebbe finita 0-0 anche a Dicembre, ma se non altro i ritmi sarebbero stati meno fiacchi;
- La partita ha un copione abbastanza definito: il Torino prova a palleggiare e trovare degli spazi, ma la regìa di Ricci e Ilic è costantemente pressata dal centrocampo isolano, e per offendere i granata devono giocoforza passare da invenzioni estemporanee o piazzati. Le occasioni per la Juric band saranno alla fine 4, con due buoni interventi di Radunovic in avvio e chiusura a salvare il risultato (su Sanabria e Radonjic) e due errori grossolani in finalizzazione (Karamoh e Sanabria). Una unica grande occasione invece per il Cagliari, con Nandez (tornato finalmente sui livelli a cui aveva abituato anni fa) che impegna Milinkovic Savic (inoperoso per tutto il resto del match) in un volo salvifico. Man mano che i minuti passano, la brillantezza viene meno, la fatica aumenta, la gara si imbruttisce e scivola verso un pareggio, tutto sommato, corretto,
- Nuova stagione, solito Torino, sia negli uomini, sia in pregi e difetti. La difesa è solida, con il trio Schuurs, Rodriguez, Buongiorno che oramai è collaudatissimo: l’olandese e lo svizzero hanno contribuito alla maturazione del canterano granata, probabilmente migliore in campo. L’attacco continua ad essere sterile: Sanabria è lontanissimo dalla condizione migliore, mentre di Pellegri la condizione è semplicemente inaccettabile, ed i trequartisti pasticciano più che ferire (Vlasic bloccato dai raddoppi, Karamoh fumoso, Radonjic vivace ma poco cinico). Certo, sarebbe stato difficile pensare a qualcosa di diverso, visto che tecnico e giocatori sono gli stessi della scorsa stagione (con Miranchuk in meno), e l’unico cambiamento è Bellanova su Singo a destra, che, visto in questa gara, è sembrato un notevole downgrade. Se da una parte è vero che i migliori sono rimasti, è anche vero che questa squadra l’anno scorso è arrivata decima, e non sembra poter fare di meglio;
- Ranieri contro Juric non ha mai perso, ed il match di ieri spiega benissimo il perché: da allenatore navigatissimo, ha messo in campo un 442 solidissimo ed imbrigliato la manovra avversaria, con un centrocampo iper aggressivo a tamponare costantemente le fonti di gioco granata, grazie alla dinamicità di Makoumbou e Soulemana, costringendo i trequartisti a venirsi a prender la palla nella propria metà campo. Se offensivamente ha fatto vedere pochino, l’organizzazione tattica del Cagliari è stata superiore a quella dei padroni di casa, ed unita al grande senso di sacrificio già instillato negli interpreti ha permesso di portar a casa un punto prezioso: Sir Claudio ha mostrato ancora una volta come la sua esperienza e praticità possano fare la differenza, ed in attesa di migliorare la manovra offensiva intanto ha già fatto intendere come giocare contro la sua squadra non sarà una passeggiata per nessuno;
- Cosa ne sarà di queste due squadre? Se da un lato è presto per dirlo, dall’altra degli indizi ci sono. Il Cagliari punterà a salvarsi senza troppi fronzoli, con una ricetta vecchia, povera, ma sempre buona, come il ragù della domenica: organizzazione tattica, sacrificio e, piano piano, guizzi davanti dei migliori interpreti (Shomurodov e Luvumbo ieri abbastanza in ombra, meglio Oristanio e Jankto). I punti verranno presi con unghie, denti ed intelligenza sportiva, ingredienti che, a giudicare da ieri, già sono nel paniere di mister Ranieri. Il Torino rischia la stagione della marmotta, forse pure un po' peggio della precedente: Juric non ha fatto mancare il solito mal di pancia, e vediamo cosa succederà nei restanti giorni di mercato. Urgono almeno dei ricambi sugli esterni, che oggi non ci sono, ed un trequartista: le basi messe dal tecnico croato permetteranno di arrivare serenamente a centro classifica, ma ad oggi riesce difficile pensare che così si esca dall’ennesima stagione anonima.
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