Considerazioni sparse post Bologna-Milan (0-2)
Al Milan bastano quaranta minuti di alto livello per portare a casa i tre punti da Bologna.
- A livello tattico, il 4-3-3 proposto quest'anno da Pioli è un modulo estremamente offensivo, che punta a palleggiare nella metà campo avversaria e in fase di possesso finisce per portare sempre cinque uomini in area, che comprendono i tre attaccanti, una mezz'ala (solitamente Reijnders) e un terzino che tende ad accentrarsi (quasi sempre Theo Hernandez). In fase di non possesso, invece, il modulo diventa un 4-4-1-1, con l'altra mezz'ala (in questo caso Loftus-Cheek) che va ad affiancarsi a Krunic, tutti gli esterni che si abbassano e Giroud in avanti, con il terzo centrocampista che rimane più avanzato a fare da raccordo per non spezzare in due la squadra e tenere "in canna" la ripartenza. Questo cambiamento rende il gioco meno prevedibile e dipendente da Leao, dato che si può sviluppare su entrambe le fasce, ma sarà proprio il portoghese a doversi reinventare per integrarsi più velocemente possibile in questa tipologia di gioco;
- Il punto debole di questo Milan, come si era notato già dopo le prime amichevoli, è la mancanza di uno schermo davanti alla difesa, che in assenza di Bennacer pare non esserci in rosa. Giocare altissimi per sfruttare l'enorme qualità offensiva a disposizione, funziona bene contro squadre poco attrezzate, ma quando i rossoneri vengono attaccati, la difesa balla e, nello specifico della serata, non viene punita soltanto perché l'attacco bolognese ha le punte "arrotondate". La formula andrà quindi messa alla prova contro squadre più pericolose, in grado di punire alla prima disattenzione difensiva, perché il rischio di trovarsi come lo scorso anno ad essere in continua inferiorità numerica a centrocampo. Quest'anno gli uomini per creare delle alternative (un cosiddetto "Piano B") ci sono e non è detto che in qualche occasione non potremo rivedere il Milan della seconda parte della stagione tricolore, magari con Loftus-Cheek a fare da vertice alto del centrocampo e un secondo mediano ad affiancare Krunic (o chi per lui) davanti alla difesa, anche in fase di possesso;
- La riprova di quanto scritto sopra si ha nella ripresa, quando l'ingresso di Orsolini aiuta il Bologna a guadagnare metri e tenere sotto pressione la difesa avversaria, che nel primo tempo aveva dovuto guadarsi praticamente soltanto da Ndoye e cominciano a vedersi i primi svarioni, in particolare di Tomori, con le due mezz'ali sistematicamente costrette ad un maggiore lavoro di copertura e il Milan che passa un brutto quarto d'ora. Sicuramente una questione anche dettata dalla forma fisica, che ad agosto non può essere certo la migliore per sostenere un intero match sui ritmi forsennati dei primi 40 minuti, ma la rosa è profonda, tanto che a un quarto d'ora dalla fine Pioli si può permettere di effettuare addirittura quattro cambi contemporaneamente senza mutare il sistema di gioco;
- A livello di singoli, sponda Milan, il migliore è stato Tijjani Reijnders, che pare giocare in Serie A da una vita e ha già preso in mano le chiavi non solo del centrocampo, ma di tutta la manovra rossonera. Molto bene anche Pulisic e Giroud, mentre Leao ha faticato molto ad entrare in partita, ma nonostante questo è andato vicinissimo al goal nel finale con un grande numero dei suoi. Nel Bologna, la prestazione di Skorupski ha permesso di limitare i danni nei momenti più difficili del match, in particolare nella seconda metà della prima frazione, mentre sono un po' da rivedere in generale i meccanismi difensivi orchestrati da Thiago Motta, dove i quattro del reparto non hanno mostrato la compattezza vista lo scorso anno e spesso si sono fatti sorprendere dai tagli degli esterni rossoneri. Da rivedere anche Zirkzee, che ha molto da crescere prima di sostituire degnamente un calciatore esperto come Arnautovic;
- Vittoria meritata, per i rossoneri, che dopo lo spavento iniziale (traversa colta dopo venti secondi da Lykogiannis con un'estemporanea conclusione dalla distanza), hanno trovato un primo tempo di alto livello dove hanno mostrato il grande potenziale offensivo maturato con gli acquisti sul mercato, fatti ad immagine e somiglianza delle richieste del tecnico Pioli. Al contrario, i rossoblù sono usciti nella ripresa, quando i ritmi sono calati e il Milan ha concesso loro più campo, riuscendo a rendersi pericolosi in più situazioni, ma trovando l'opposizione prima di un altro legno e poi di Maignan, che sbatte un "NO" in faccia prima ad Aebischer, poi a Posch, che aveva provato a sorprenderlo addirittura di tacco;
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