Considerazioni sparse post Spagna-Inghilterra (1-0)
La Spagna femminile è campione del Mondo di calcio.
- A Sidney va in scena l'ultimo atto del Mondiale 2023 di Australia e Nuova Zelanda. Lo fa con una finale tutta europea, tra due squadre che un anno fa già si erano scontrate nei quarti di finale di Euro 2022, quando si impose l'Inghilterra poi campione d'Europa. Forse solo un incrocio del destino, ma forse anche un segno di tempi nuovi per il calcio femminile, che vede il suo asse spostarsi verso il vecchio continente, e verso paesi la cui crescita della pratica femminile nel pallone è recente, ma fondata su grandi tradizioni locali e grandi scuole calcistiche finora esclusiva questione degli uomini;
- La vittoria della Spagna può essere la certificazione di ciò, in un mondiale dove gli Stati Uniti sono usciti agli ottavi e tre semifinaliste su quattro erano europee. Una nazionale, quella spagnola, che fino al 2015 non aveva mai partecipato al Mondiale (e che alla prima presenza uscì nella fase a gruppi) e che fino al 2013 aveva disputato una sola volta l'Europeo, nel 1997, quando superò il girone e fu eliminata dall'Italia in semifinale. Una crescita esponenziale quella della Rojas, una crescita che la vedeva presentarsi al torneo come forse prima tra le favorite, nonostante un così modesto storico. Ce lo dicevano il livello tecnico mostrato da Barça e Real nella Liga, i risultati europei delle catalane vincitrici della Champions, i risultati delle selezioni under spagnole, con l'U-19 campione d'Europa nel 2022 e nel 2023 e anche l'U-20 campione del mondo quest'anno (e finalista nel 2018). Una crescita rapida, e proficua tanto da valere in quel di Sidney il tetto del mondo;
- La partita è stata sporca e nervosa come possono essere solo le finali, senza far per questo mancare le emozioni. Contratta e affannata l'incerottata Inghilterra, che ha provato soprattutto nella prima fase di gara a contendere possesso e sviluppi alla Spagna, ma persa la sfida sul piano della gestione del pallone non è mai davvero riuscita a prendere contromisure alternative. La traversa di Hemp al 16', forse la miglior occasione di marca inglese della partita, è stato forse il momento-chiave della gara: da lì il palleggio spagnolo si è fatto più convinto e sicuro, mentre le Lionesses si sono viste sfuggire l'inerzia del match. La solita difesa a tre disposta da Sarina Wiegman ha avuto serie difficoltà nel gestire le catene laterali spagnole, mentre il pressing offensivo ha creato molti problemi in uscita alle inglesi, incapaci di consolidare con sicurezza il possesso. Non a caso il gol-partita di Carmona (di nuovo decisiva, come in semifinale) nasce da una sanguinosa palla persa da Bronze a centrocampo, culminata in una transizione rapida finalizzata dalla sovrapposizione della laterale del Real Madrid;
- Dopo il gol la gara è quasi a spartito unico per la Spagna, colpevole forse solo di non riuscire a cogliere il gol del ko nelle occasioni di Redondo, Paralluelo (che colpisce anche un palo), Caldentey e Paredes. A esaltarsi per l'Inghilterra è la portiera Earps, più volte protagonista con a referto anche un rigore bloccato al 70' (l'errore dagli undici metri è di Hermoso) e decisiva nel tenere vive le speranze inglesi. Ma su tutte spicca la prova di Bonmatì a guida del centrocampo della Spagna, "orfana" stavolta di Alexia Putellas e probabilmente aiutata nell'esser centrale nel gioco spagnolo dalla panchina della due volte pallone d'oro. Lo stato di forma negativo di Putellas (reduce da un grave infortunio) è stato uno dei crucci tattico del CT Vilda in questo torneo, per la tendenza a calamitare il pallone della centrocampista del Barça e la poca brillantezza nel gestirlo con rapidità. Su questo e sulla scelta del centravanti, ruolo dove a sorpresa Vilda ha rinunciato dall'inizio sia a Hermoso che a Gonzalez adattando Paralluelo, il CT ha optato per scelte radicali in finale. E ha avuto ragione;
- A proposito di Vilda, è da notare come il commissario tecnico sia da mesi e mesi sulla graticola e alle prese con uno spogliatoio in guerra dichiarata contro di lui, con tanto di "gran rifiuto" di parte del blocco Barcelona alla nazionale e lettere aperte invocanti la sua destituzione. Una situazione vistosa e facilmente percepibile, persino nelle esultanze che vedevano l'allenatore e il suo staff da una parte e la squadra dall'altra. Una situazione ben diversa da quella inglese, dove Wiegman ha goduto (giustamente) di un'aura da demiurgo, forte anche di un percorso all'insegna dell'invincibilità con fino a questa partita una sola sconfitta su 38 gare disputate da CT. Forse la differenza l'ha fatta solo quell'incredibile surplus di talento di cui può godere oggi la Spagna, forse, nonostante tante difficoltà, problemi, e anche scelte poco condivisibili, Vilda ha la sua quota (magari inaspettata) di merito in questo trionfo.
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