Considerazioni sparse post Genoa-Fiorentina (1-4)
Tremendo ritorno in A per il Grifone, affondato da una Fiorentina già spumeggiante.
- L'avvio di stagione tra Genoa e Fiorentina sorride largamente ai viola. L'1-4 è un risultato sonoro di una partita a spartito unico o quasi, dove i viola fanno il bello e il cattivo tempo. Gara da subito indirizzata con l'uno-due di Biraghi e Bonaventura già nei primi dieci minuti, mentre i rossoblù a Marassi sono spettatori impotenti di fronte ai ritmi e alla velocità di palleggio della Fiorentina;
- Italiano sta lavorando molto sul centrocampo e sulle nuove soluzioni da adottare, sfruttando quelle doti di palleggio di Arthur che tanto erano mancate alla Fiorentina lo scorso anno. Il Genoa non è stato un test molto probante rispetto alle capacità di tenuta di un centrocampo "leggero" e puramente di palleggio, ma in fase di possesso la Fiorentina ha mostrato una grande varietà di opzioni praticabili, e le ha sempre messe in atto con grande efficacia, privando sistematicamente il Genoa di riferimenti nella pressione;
- Fra le tante novità e sorprese in casa viola, meritevole di attenzione è stato l'esordio dal primo minuto di Michael Kayode. Il terzino classe 2004, fresco campione d'Europa con l'Italia u-19 con tanto di gol nella finale, è stato lanciato dall'inizio al posto di un giocatore-chiave come Dodô, ripagando con una prestazione di livello e personalità. Difficile non notare l'upgrade, e non solo in prospettiva, nelle turnazioni viola rispetto all'anno scorso, là dove alle lunghe indisponibilità del brasiliano ex-Shakhtar Italiano doveva contare su Venuti;
- C'era una certa curiosità per i due bomber italo-argentini appena arrivati nelle rispettive squadre, ovvero Beltran lato Fiorentina e Retegui sponda Genoa. Se al primo Italiano ha riservato solo una manciata di minuti nel finale, preferendoli un buon Nzola, il secondo ha provato a farsi sentire sottoporta solo all'83esimo sugli sviluppi di un corner. Prova modesta quella del nazionale azzurro, mai innescato dai compagni con palloni spendibili ma anche apparso abbastanza pigro in termini di partecipazione al gioco;
- In vista della gara contro la Fiorentina, Gilardino aveva parlato del Genoa come cantiere aperto. L'impressione è che l'edificio genoano sia a malapena alle fondamenta. Pochi riferimenti certi, tanti cambi di disposizione in campo, un'effettiva incapacità di reagire al colpo a freddo dei viola e una caratura tecnica di certi singoli discutibile. Per il Gila, la strada è lunga e già in salita.
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