Moises Caicedo viene dal futuro
Il centrocampista ecuadoriano è diventato il più pagato di sempre in Premier League.
A mezz’ora da Quito si trova una cittadina di nome Sangoloquì, una classica città costruita in stile coloniale, incastrata in mezzo a un altipiano e da cui, nel 1809, gli uomini di Antonio José de Sucre diedero di fatto il via alla guerra che avrebbe portato all’indipendenza dell’Ecuador dalla Spagna. Dal 1958 a Sangoloquì esiste una squadra, l’Independiente, nominata così come tributo del suo fondatore José Terán alla più celebre squadra argentina. Nel 2005, l’Independiente viene rilevato da Michel Deller, un imprenditore che, incidentalmente, è anche il proprietario del franchise di KFC in Ecuador. In poco tempo, Deller trasforma l’Independiente José Terán in uno dei centri di formazione più all’avanguardia di tutto l’Ecuador. Dopodiché gli cambia nome in Centro de Alto Rendimiento Independiente del Valle e, con un’impresa storica, raggiunge la finale di Copa Libertadores 2016, poi persa contro l’Atletico Nacional, vince due volte la Copa Sudamericana e, nel 2021, anche il campionato.
Nel Centro de Alto Rendimiento si è formata buona parte della nuova generazione di giocatori ecuadoriani tra cui Gonzalo Plata, Piero Hincapié e vari altri che sono arrivati in Europa negli ultimi anni o che lo faranno a breve come Kendry Paez, già acquistato dal Chelsea. Di tutti questi, Moisés Caicedo è sicuramente il più talentuoso; lo giustificano in parte i 130 milioni di euro che il Chelsea ha speso per lui ma anche e soprattutto il modo in cui, a 21 anni, si è già imposto in Premier League con una perentorietà sorprendente.
Se a 21 anni Moises Caicedo è diventato il giocatore più costoso della storia della Premier League è anche perché ha bruciato tappe in continuazione. La fiducia che i suoi allenatori hanno riposto in lui sin dai primissimi anni di carriera è impressionante: anche a livello giovanile, Moises ha giocato sempre sotto età e si capisce facilmente il perché. Anche adesso che è poco più che adolescente, in campo sembra avere un’intelligenza superiore: da mediano si comporta come se fosse cinque o sei anni più grande. Riceve la palla sempre in half-turn e prima ancora di controllare sa già dove andare: gioca a due tocchi praticamente sempre ma si capisce subito che non lo fa per condizionamento esterno. È sempre stato un giocatore capace di giocare con la testa ma che a questa ha abbinato qualità atletiche e tecniche impressionanti per la sua età: il suo gioco si riempie di conduzioni eleganti come di tocchi minimali; di recuperi in scivolata molto appariscenti e di letture talmente intelligenti da passare inosservate. Insomma, sin da ragazzino, Moises Caicedo è sembrato qualche anno avanti a tutti i suoi coetanei.
In un’intervista del 2018 fatta in uno dei campi del centro d’allenamento, il sedicenne Moises ha una maglia bianca a strisce orizzontali grigie; parla tradendo un misto di felicità e imbarazzo per il fatto di trovarsi davanti a una telecamera. Si presenta come un volante ma in generale di calcio parla il giusto: dice che le figure fondamentali per la sua vita sono i suoi fratelli maggiori – lui è l’ultimo di dieci – e il suo primo allenatore all’Independiente, Ivan Guerra, che dalla sua città natale Santo Domingo lo andava a prendere per portarlo al campo e gli comprava anche i pasti e gli scarpini. In quest’intervista Moises cita anche la sua esperienza nel giocare per strada che, secondo lui, è stata utile per mettere maggiore intensità nel suo gioco; e soprattutto la sua esperienza nella scuola dell’Independiente. In quest’ultimo passaggio fa riferimento al fatto di essere uno studente molto attento e che, in particolare, dà valore alla matematica “per capire meglio i contratti e quanto ti pagano” ma forse, vedendolo giocare, la sensazione è che questa abbia aggiunto anche una maggiore capacità analitica al suo stile di gioco.
Quando, in quell’intervista, gli chiedono chi sono i suoi idoli, Caicedo cita Kanté per le sue doti di copertura del campo ma anche per la sua tranquillità nel vivere la partita. Il Kanté che però Caicedo cita è il Kanté di inizio carriera, che con Ranieri e Conte agiva soprattutto da recuperatore di palloni. Già al momento del suo passaggio in Europa, Caicedo sembra aver raggiunto una qualità in campo superiore: nel 2021, quando ancora era all’Independiente del Valle, Fabrizio Gabrielli identificava Caicedo come un giocatore in cui l’animo di Kanté si è reincarnato nel fisico e nelle qualità di Paul Pogba. Oggi Caicedo è ancora di più: nel Brighton ha toccato tutte le altezze del campo, muovendosi come mediano puro ma anche come mezzala e, nel finale della scorsa stagione, come terzino destro.
Al suo arrivo in Premier League, però, Caicedo è ancora soprattutto un box-to-box: nelle sue prime partite da titolare – nella primavera 2022 – gioca in un centrocampo a due, vicino a un mediano come Yves Bissouma. Come partner del centrocampista maliano gioca una delle sue partite highlight della sua esperienza a Brighton, quella contro il Manchester United a maggio 2022. In questa partita Caicedo ha una discreta libertà di movimento in possesso: spesso scende in mezzo ai due centrali per offrire appoggio al portiere Sanchez ma non è raro trovarlo ad associarsi a tutte le altezze del campo o alzarsi in linea con lo stesso Bissouma.
Per Caicedo questa è la sua sesta partita in Premier League ed è una partita da 51 palloni toccati, 36 passaggi tentati con il 91% di successo e 5 duelli vinti su 8. Al quarto d’ora segna anche il suo primo gol con un bel tiro da fuori dopo una respinta della difesa dello United. È un’esecuzione particolare perché tira quasi in linea retta dal lato sinistro dell’area sul primo palo, mettendo la palla rasoterra a due dita dal legno. Vedendo questa esecuzione qualcuno si aspetterebbe un giocatore capace di segnare con grande continuità; in realtà Caicedo non ha mai avuto numeri impressionanti in termini di gol – 6 in 31 partite con l’IDV ma appena 2 in 53 con il Brighton – ma ha una tecnica di calcio molto raffinata sia nei tiri che nei passaggi. Qualità che anche il suo primo allenatore, Guerra, ha riconosciuto subito: “Nel modo in cui colpiva il pallone, con entrambi i piedi, c’era qualcosa di diverso”.
Nel lavoro con De Zerbi, Caicedo ha completato di fatto la sua maturazione, per quanto si possa considerare maturo un giocatore di 21 anni. Con la cessione di Bissouma nell’estate 2022, ne ha ereditato anche le funzioni in campo: in questa stagione, per esempio, l’ecuadoriano ha aumentato il volume di contrasti tentati e vinti e anche il numero di palloni intercettati. Al tempo stesso, Caicedo ha visto il suo ruolo nella prima costruzione variare in più modi: nella prima fase della gestione De Zerbi ha agito maggiormente da lone six, restando centrale in costruzione – spesso un 4+1, con Gross e Mac Allister più avanzati – e occasionalmente muovendosi verso il pallone quando questo veniva mosso verso gli esterni. Successivamente, quando De Zerbi ha optato per portare due uomini in seconda linea, uno tra Mac Allister e Gross ha finito per mettersi al suo fianco in prima costruzione.
Quello che però ha accomunato le varie evoluzioni del ruolo di Caicedo è la solidità e la personalità con cui ha gestito il ruolo: vedere un giocatore poco più che esordiente in Premier League guidare il gioco con quella disinvoltura lascia impressionati. Ne sono rimasti impressionati persino i suoi compagni: Joel Veltman parlando di lui ha detto che “Quello che mi piace di lui è che sa dove andrà il pallone”. E in effetti è vero: Caicedo ha un senso del campo straordinario; lo aveva a sedici anni quando giocava nelle giovanili dell’IDV e ce l'ha ora che è il giocatore più pagato della storia della Premier League.
Questa maturità del suo gioco ha colpito tutti, anche lo staff della Nazionale ecuadoriana che ha fatto esordire Caicedo a 18 anni e con il compito di seguire a uomo Messi in una partita di qualificazione mondiale contro l’Argentina. L’emozione del debutto e il livello dell’avversaria non lo ha messo troppo a suo agio, ma già nella seconda partita contro l’Uruguay, appena 4 giorni dopo, Caicedo si dimostra estremamente a suo agio nel muovere il pallone e nel coprire gli spazi. Non si fa mai intimorire dall’intensità degli avversari, cerca duelli anche quando è visibilmente penalizzato dal suo fisico e ne vince comunque 5 su 8 all’interno di una partita con appena 4 palloni persi su 53 toccati, 3 passaggi chiave e anche un gol di testa su calcio d’angolo. Il primo giocatore nato nel XXI Secolo a segnare un gol per la Tri.
L’ascesa di Moises Caicedo da giovane promessa dell’IDV a giocatore più pagato della storia della Premier è stata così rapida da sembrare incomprensibile ma, dopotutto, dimostra quanto il suo talento fosse semplicemente troppo cristallino per non esplodere anche in Europa. Inizialmente ci aveva creduto il Manchester United, che aveva pensato di comprarlo dall'IDV prima però di rinunciare per via di alcuni problemi con le commissioni da pagare agli agenti. La scelta del Brighton di trovare una soluzione a questi problemi ha portato al club un giocatore che, appena ha trovato continuità, ha deciso partite importanti: dallo straordinario debutto contro l’Arsenal nell’aprile del 2022 – in cui ha tra l’altro trovato il suo primo assist – Caicedo ha sempre lasciato il segno nelle partite importanti così come tutto il Brighton, che con De Zerbi in panchina è riuscito a battere tutte le big six nella scorsa stagione.
Ora Caicedo è passato al Chelsea e con Enzo Fernandez – e presto anche Roméo Lavia – costituirà il centrocampo più costoso della storia Premier League, nel pieno caos di una società che ha deciso di immettere soldi nel mercato come se fosse acqua. Bisogna però notare come Caicedo fosse effettivamente la figura che mancava nel centrocampo di Pochettino: la decadenza fisica di Kanté – poi ceduto in estate – aveva già tolto prima a Tuchel e poi a Potter e Lampard un giocatore fondamentale per mantenere in equilibrio il Chelsea.
Il volume di palloni recuperati dal francese – che in questo aspetto del gioco ha toccato l’eccellenza assoluta – non è mai stato compensato adeguatamente dai suoi eredi: lo dimostra il fatto che neanche un giocatore concettualmente simile come Zakaria, preso da Tuchel pochi giorni prima di essere licenziato, sia mai riuscito pienamente a imporsi come partner di Jorginho prima ed Enzo poi. Inoltre, non avere le spalle adeguatamente coperte ha esposto enormemente i difetti di questi ultimi in fase di non possesso, facendoli spesso sembrare fuori posizione o costringendoli a ripiegamenti in cui non riuscivano a essere pienamente efficaci – in particolare, Enzo Fernandez sembra ancora troppo poco intenso per dare la copertura necessaria. Nella prima partita stagionale, per altro contro il Liverpool che a sua volta stava tentando di prendere Caicedo, Pochettino ha inserito Conor Gallagher al fianco di Fernandez, dando all'argentino un partner con buona intensità senza palla ma comunque inadatto a coprire il campo alle sue spalle.
In poche parole, Caicedo al Chelsea è il centrocampista che risolve tutte le necessità di Pochettino: può giocare come lone six di un centrocampo a tre, spingendo Enzo Fernandez e Gallagher in ruoli più avanzati, oppure direttamente in coppia con l’argentino preservando la costruzione 3+2 impiegata contro il Liverpool. Inoltre, aggiunge in rosa un centrocampista di livello altissimo, testato già ampiamente contro il contesto della Premier League e che ha saputo mostrarsi incredibilmente duttile e solido anche in squadre che controllano meno il gioco.
L’affare complessivo è costato al Chelsea 130 milioni di euro – di cui circa 110 di base fissa – il che rende Caicedo, in caso di attivazione dei bonus, il giocatore più pagato nella storia della Premier. Non possiamo non ignorare questo fatto: d’altronde, questa cifra ci dice molto sulle storture del calciomercato europeo ma anche sul fatto che tutte le parti in causa abbiano valutato Caicedo un giocatore di livello altissimo. A lui ora toccherà il compito di risolvere le disfunzionalità del Chelsea e dimostrare il suo valore ma ci sono tutti i motivi per credere che ne sarà capace.
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