Matteo Prati è un faro in mezzo al campo
E adesso è chiamato a confermarsi dopo la buona stagione scorsa.
La passata stagione per la SPAL si è conclusa nel peggiore dei modi, con una netta retrocessione in Serie C. Non è bastato a salvare gli estensi né l'arrivo di De Rossi né l'innesto di alcuni giocatori d'esperienza come Nainggolan o Fetfatzidīs. L'unica nota positiva – ma più per il movimento italiano in generale che per la società di Ferrara – è stata l'esplosione del giovane Matteo Prati in mezzo al campo.
I Biancazzurri nel mercato invernale avevano perso Salvatore Esposito, fulcro del centrocampo nonché capitano nonostante la giovane età, e perciò necessitavano al più presto di un ricambio. È strano vedere un movimento di mercato del genere a gennaio, la cessione di un giocatore così importante per la squadra quando manca ancora metà stagione da giocare. Evidentemente, il desiderio legittimo di misurarsi in una categoria superiore (Esposito è andato allo Spezia) è stato più forte di qualunque altro legame affettivo. La SPAL insomma doveva trovare un ricambio per una zona del campo così delicata, e nonostante i molti nomi accostati alla squadra in quel periodo alla fine si è scelto di dare fiducia al giovane Matteo Prati già presente in rosa. Col senno di poi, è stata una scelta saggia, considerando che per stessa ammissione del presidente Tacopina: "Prati non è un giocatore da Serie C. Si è già imposto come uno dei migliori giocatori dell’ultimo campionato di B, ha fatto benissimo anche in Nazionale".
C'è un particolare che, leggendo la giovane carriera del classe 2003, salta subito all'occhio. Nessun vivaio nobile, nessuna apparizione (prima di vestire la maglia biancazzurra, ovviamente) nelle categorie superiori. Neanche per tastare il terreno di qualche palcoscenico da sogno, come spesso avviene ai giovani che si formano in settori blasonati. Gli inizi di Matteo Prati si dividono tra le giovanili del Cesena e del Ravenna, società con cui esordisce prima in Serie C e, in seguito alla retrocessione, anche in Serie D.
Sebbene già all'epoca si vedesse il suo talento – sulla base dei racconti dei suoi ex allenatori – la scelta di rimanere in Serie D con il Ravenna si è rivelata giusta. In primo luogo perché è riuscito a sviluppare il suo talento e le sue caratteristiche lontano dalle pressioni mediatiche. In secondo luogo perché, specialmente per un centrocampista, formarsi in un campionato duro e colmo di gente navigata vuol dire costruirsi un vantaggio competitivo. La compagine estense ci ha visto lungo e lo scorso luglio si è accaparrata uno dei giovani più interessanti sul palcoscenico nazionale.
Soprattutto, è stata lungimirante nel concedergli il giusto tempo di ambientamento evitando di buttarlo subito nella mischia. Daniele De Rossi, in particolare, ha ricordato quanto sia stato importante lasciare al diciannovenne il suo tempo di sbocciare autonomamente, senza accelerare troppo i tempi. La fiducia è stata ampiamente ripagata: dalla sua prima partita da titolare non c'è voluto molto per vedere delle vere e proprie masterclass di come dovrebbe comportarsi un regista. A partire dalla parabola perfetta con cui mette in movimento Raffaele Celia dietro le spalle di un giocatore cagliaritano, alla sua quarta partita da titolare.
È stata proprio questa partita a far innamorare Claudio Ranieri e Tommaso Giulini del giovane centrocampista, riaprendo la partita per acquistarlo dopo che sembrava cosa fatta il suo passaggio al Palermo. E pensare che nel corso della sua giovane carriera Prati ha anche giocato nel ruolo di terzino, cosa strana da pensare oggi per come si sta evolvendo il suo stile di gioco.
Avere le chiavi del centrocampo di una squadra a nemmeno vent'anni è segno di una maturità superiore alla propria età. Questa può sembrare una frase fatta, ma nel caso di Prati corrisponde al vero: il suo stile di gioco riflette una tecnica con la palla da veterano. Col pallone tra i piedi Prati sembra serafico, una persona che ha scoperto la pace interiore. Il un'intervista a Mediagol.it, il suo ex DS Fabio Lupo ha detto di essersi innamorato di lui per "la personalità, la proprietà di palleggio e la versatilità".
Allo stesso modo, affidare le chiavi del centrocampo a un giocatore non ancora ventenne è anche una scelta spregiudicata dell'allenatore. O, più probabilmente, uno come De Rossi ha l'occhio lungo verso certi ruoli. Non è un mistero che Matteo Prati venga definito l'erede di Daniele De Rossi. Un'eredità pesante, certo, ma è innegabile l'influenza che il Campione del Mondo ha avuto sul ragazzo. Così come innegabili sono le similitudini tra i due. Ma conosciamo bene la distanza che c'è tra la potenza e l'atto. Né è più un mistero il rapporto di stima che lega De Rossi al centrocampista. "È anche grazie a lui – ha detto Prati – se in mezzo al campo ho trovato più coraggio per cercare la giocata". Avete fatto caso al numero indossato da Prati in Nazionale U20? Vi ricordate chi portava quel numero nella fortunata campagna mondiale di Germania 2006?
Il giovane centrocampista azzurro è potenzialmente perfetto sia in fase di interdizione che in fase di costruzione del gioco. Il suo apice – ma questa è una valutazione soggettiva – può raggiungerlo giocando vertice basso di centrocampo in un 4-3-3. Matteo Prati calza a pennello nei panni del metodista, vista anche la sua facilità nella costruzione 2+3. Nonostante non giocasse esattamente in questo ruolo nella spedizione mondiale della Nazionale Under 20 (lo si dirà più avanti parlando della duttilità del giocatore), come scritto da Massimiliano Bogni in questo pezzo Matteo Prati era soprannominato Busquets dai vicini di reparto per la sua interpretazione di perno davanti alla difesa.
Anche nel 3-4-2-1 di De Rossi, dove Prati ha occupato una delle caselle di centrale di centrocampo, ha svolto funzioni più assimilabili a quelle di un metodista che di un interno di centrocampo a due. Ne è un esempio l'azione qui in basso: in fase di impostazione Prati si abbassa a ricevere palla dai difensori, mentre l'altro mediano si alza dietro il centrocampo avversario.
L'aggettivo potenzialmente è stato usato per via della giovane età di Prati e per il fatto che finora si è misurato solo col campionato cadetto. È necessario preservarlo per evitare che quel potenzialmente si trasformi in un what if. I dati, comunque, ci parlano già di un giocatore estremamente maturo. In fase di possesso ha tentato 49.65 passaggi per 90 minuti la scorsa stagione, riuscendo a completarne 39.70 e rientrando nel 79° percentile per passaggi riusciti tra i giocatori della Serie B (tutti i dati sono Footystats). La sua percentuale di precisione, 79.97%, è bassina ma giustificata dalle molte aperture e passaggi ad ampio raggio che Prati tenta durante le sue partite.
Un'altra dote estremamente importante dell'azzurrino riguarda la capacità di attirare su di sé la pressione e di eluderla con dribbling in zone anche piuttosto pericolose del campo. Perdere il possesso in quelle zone, ovviamente, vorrebbe dire favorire una ripartenza avversaria in superiorità numerica. Per fortuna, i dati sono dalla sua. La percentuale di dribbling riusciti è pari al 62.50% (78° percentile in Serie B).
Se con la palla tra i piedi il ravennate si trova a suo agio, altrettanto a suo agio si trova quando si tratta di rincorrere l'avversario per recuperare il possesso. Nei tackle fa invidia agli interdittori puri: ne effettua 2.08 ogni 90 minuti, che uniti agli 1.17 intercetti ne fanno un buon recuperatore di palloni (77esimo percentile in entrambe le statistiche). Un dato rilevante soprattutto se si considera che alcuni di questi interventi vengono effettuati al di fuori della sua porzione di campo: l'abilità di Prati nelle letture gli consente di capire quando è il momento di abbandonare la sua posizione per mettere una pezza altrove.
Nonostante questa carrellata di dati positivi, ce n'è uno che lascia sbalorditi più di tutti. Prati blocca 0,58 tiri per 90 minuti, rientrando per questo nell'85° percentile. Usa il suo corpo longilineo (185 cm) come scudo protettivo, fungendo da muro di gomma per respingere la maggior parte dei palloni diretti verso la propria porta. Qualcosa che ci dà idea della sua capacità di posizionarsi sempre bene rispetto alla palla. Una condizione imprescindibile per un metodista che deve occuparsi di recuperare palloni per poi trasformarli in pepite d'oro per i compagni.
Se tutto questo ancora non bastasse a restituire il valore di Matteo Prati, potremmo aggiungere la carta della versatilità. Già Massimiliano Bogni aveva descritto Prati come un giocatore duttile che nell'Italia di Nunziata veniva schierato anche come mezz'ala destra con compiti di incursore. La stessa posizione veniva messa in evidenza da Michele Tossani in questo articolo.
Quella di incursore è una mansione che si discosta parecchio dalle funzioni che generalmente svolge nella SPAL. E a giudicare dal gol segnato nel 3-2 contro i brasiliani, si direbbe che non gli calza troppo male.
Matteo Prati – come a dir la verità tutti i suoi compagni dell'U20 – è una boccata d'aria fresca per il calcio italiano. È anzi un peccato che il grande pubblico lo abbia conosciuto solo nel corso della kermesse mondiale, perché già durante la scorsa Serie B aveva mostrato ampiamente il suo talento nella sua accezione più pura. In forma piuttosto naive, ovvero genuina, non ancora piegata alle specifiche esigenze tattiche di un sistema di gioco codificato.
Di margini di miglioramento Prati ne ha ancora e questo lascia ben sperare sulla sua crescita futura. Gli allenatori che se ne prenderanno cura dovranno essere bravi ad accompagnare la sua crescita, a proteggere lui e tutta la sua generazione che sembra promettente. Senza dubbio giocare sotto l'ala protettiva di Claudio Ranieri farà bene allo sviluppo del giovane centrocampista. Dall'altro lato, però, ci saremmo aspettati per lui già un investimento da una big di Serie A, anche perché il prossimo dicembre Prati compirà 20 anni. Si parla tanto dell'essere coraggiosi nel lancio dei giovani, ma quando si presenta l'occasione i nostri club tendono a tirarsi sempre indietro. Solo il Sassuolo sembrava aver fatto un timido tentativo, poi non andato a buon fine per questioni economiche.
Dicevamo che le uniche squadre che si sono realmente dimostrate interessate al giocatore sono state Palermo e Cagliari. Due piazze storiche e allo stesso tempo ambiziose. Alla fine l'ha spuntata il Cagliari, squadra risultata più appetibile per il giovane centrocampista nell'ottica di mettersi in mostra nella massima serie. Curiosamente, proprio le due squadre si sono sfidate sabato sera all'Unipol Domus per i trentaduesimi di Coppa Italia. Chissà che dietro l'impegno ufficiale tra le due squadre non corresse il desiderio di sfidarsi per Prati: "Ce la giochiamo a pallone", tanto per citare Giacomo Poretti in Tre uomini e una gamba.
Il centrocampista ex Spal avrebbe fatto molto comodo a entrambe le compagini. Proprio Claudio Ranieri, qualche giorno prima del passaggio ufficiale al Cagliari, si era soffermato sull'utilità di avere questa nuova pedina in mezzo al campo. Tanto che pare che si sia speso in prima persona, con una telefonata, a convincere il giovane centrocampista a vestire rossoblù nella prossima stagione. Prati, infatti, per le sue funzioni in mezzo al campo, concederebbe una duplice opzione ai sardi. Permetterebbe sia di impostare dal basso che di verticalizzare immediatamente verso le punte o gli esterni. È noto, ormai, che l'allenatore romano non ami particolarmente la costruzione dal basso. O meglio, la ritiene un'opzione da attuare non a tutti i costi, ma solo se si dispone di giocatori adatti a farla. Il nuovo innesto potrà quindi concedere più imprevedibilità alla manovra cagliaritana, per ora focalizzata quasi esclusivamente su verticalizzazioni immediate.
Matteo Prati sarà quindi il nuovo centro gravitazionale del Cagliari: attirerà su di sé i palloni per poi smistarli secondo le sue intuizioni. Metterà ordine in mezzo al campo accendendo la sua luce, un po' come un faro che aiuta nella navigazione durante i momenti poco luminosi.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Associati
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.