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Copertina mondiale femminile
, 4 Agosto 2023

Come sta andando il Mondiale di calcio femminile?


Cosa ci hanno detto i gironi e cosa dobbiamo aspettarci dagli ottavi.

Copertina a cura di @gnapossofadisegnetti

Terminati i gironi, definiti gli ottavi, arrivano le prime sorprese e le prime sentenze dal mondiale oceanico di calcio femminile. Comprese quelle severe sull'Italia, già fuori replicando la magra prestazione di Euro 2022. Ma le azzurre sono in buona compagnia in quanto a eliminazioni precoci: subito eliminate anche le padrone di casa neozelandesi, le campionesse olimpiche del Canada, il Brasile di Marta e soprattutto le vicecampionesse d'Europa della Germania, tra le potenziali favorite alla vittoria.

Andando in ordine sparso, un raggruppamento che ha rispettato pienamente le previsioni è il gruppo C, con Spagna e Giappone agli ottavi e Zambia e Costa Rica eliminate. In realtà, il pronostico è stato sì rispettato ma comunque non senza sorprese: il gruppo è trascorso placido fino all'ultima giornata, dove iberiche e nipponiche si sono affrontate nella sfida per il primo posto dopo due vittorie ciascuna. L'epilogo dello scontro al vertice ha però visto il crollo delle Furie Rosse, con un 4-0 severissimo e senza appello rifilato loro dalla nazionale del Sol Levante. Un risultato, questo, la cui genesi rimanda a quella analoga delle controparti maschili in Qatar: congestionamento degli spazi con ferrea applicazione tattica, rinuncia totale al possesso (22% per Minami e compagne, a dicembre i nipponici si imposero con appena il 18%) e capitalizzazione massima delle difficoltà iberiche nelle transizioni negative.

La nazionale giapponese si è quindi confermata una squadra pericolosa e con ambizioni mentre la Spagna ha visto le proprie velleità di vittoria decisamente ridimensionate complice, tra le altre cose, le condizioni ancora non ottimali del Pallone d'Oro Alexia Putellas. A livello sia tecnico-tattico che emotivo, l'assenza di Mapi Leon in difesa, figlia della frattura tra il gruppo e il CT Vilda dello scorso settembre – che ha portato quindici giocatrici a rifiutare la convocazione allora e dodici di queste a farlo anche al mondiale – è qualcosa di non semplice da digerire.

Sempre sul piano delle sorprese, ce ne sono due in positivo di notevole rilevanza: Giamaica e Marocco hanno centrato per la prima volta il passaggio del girone. Lo hanno fatto stendendo avversari celebri in raggruppamenti che sembravano già scritti. Il Marocco – 0-0 con l'Italia in amichevole un mese fa – guidato da Reynald Pedros – campione d'Europa con il Lione femminile nel 2018 e nel 2019 – dopo la goleada subita dalle tedesche alla prima giornata si è imposto con due 1-0 chirurgici, l'ultimo dei quali contro la Colombia. La vittoria di misura delle africane però ha significato anche e soprattutto l'incredibile eliminazione della Germania, sancita dal pari contro la Corea del Sud all'ultima giornata. Per le Leonesse dell'Atlante i marchi di fabbrica sono stati atteggiamento tattico accorto e unità di intenti corale, che tanto hanno richiamato l'efficacia verticale fatta vedere dai colleghi maschi in Qatar.

Curiosamente, Pedros aveva terminato l'esperienza sulla panchina dell'OL durante un Mondiale e ora, al suo primo mondiale da CT, dovrà incontrare la sua Francia agli ottavi. Le transalpine si pongono come potenziale mina vagante del torneo: i discorsi motivazionali e le scamiciate di Hervé Renard sono già diventati virali, ma soprattutto le Bleuses hanno mostrato qualità e ritmi di gioco notevoli. I dubbi, in termini di calcio espresso, si concentrano su alcune disattenzioni nelle transizioni difensive e sul fatto che, a causa di infortuni pesanti, dalla cintola in su le risorse tecniche appaiono, sulla carta, depotenziate. Il 6-3 finale contro Panama dell'ultima giornata ha mostrato anche un'altra chicca, però per mano delle centroamericane: Marta Cox ha segnato la prima rete del Panama in una Coppa del Mondo, con una punizione dalla distanza direttamente sotto al sette. Un gioiello balistico che non ha lasciato scampo alla portiera francese Peyraud-Magnin.

In tema di prime volte, la nazionale marocchina ne registra ben altre due, oltre al raggiungimento degli ottavi: non solo la vittoria contro la Colombia è stata la prima di una nazione araba aveva ai Mondiali femminili, ma Nouhaila Benzina è anche diventata la prima giocatrice a indossare l'hijab in una gara di Coppa del Mondo. Un altro traguardo di portata storica è stato raggiunto da Heba Saadieh, prima palestinese a far parte della terna arbitrale di una partita del Mondiale: “Spero di poter aprire questa porta ad altre, alle donne arbitro palestinesi – e anche agli uomini – da selezionare in futuro"; lo speriamo tutti. Insomma, nell’anno delle fasce da capitano standardizzate e delle polemiche, le donne hanno scelto di far parlare il campo vivendo con normalità aspetti della vita diversi, dalla religione alla conoscenza di sé fino alla maternità.

L'altra sorpresa, come detto, è la Giamaica: le caraibiche (43esime nel ranking Fifa) sono state un inno alla minimizzazione del rischio. Due 0-0 sulle barricate contro Francia e Brasile con la portiera Rebecca Spencer sugli scudi, e un esiziale 1-0 contro Panama, seppellito di gol tanto dalle francesi di Renard che dal Brasile. Gioco speculativo, notevoli prove individuali difensive e una certa dose di fortuna sono state la chiave del successo della selezione guidata da Lorne Donaldson. Un passaggio di turno di corto muso, direbbe qualcuno. Eppure, il risultato delle Reggae Girlz, già straordinario di per sé, lo è diventato ancora di più se si considera che la spedizione giamaicana è stata a rischio fino all'ultimo per problemi logistici, tanto che per finanziare il viaggio la squadra ha fatto ricorso a una campagna su GoFoundMe. A farlo stata Sandra Phillips-Brower, madre della centrocampista Havana Solaun, aggiungendoci un incentivo a "lottare per l'uguaglianza".

La squadra ha denunciato, attraverso dichiarazioni e post social, le risorse inadeguate fornite dalla Jamaican Football Foundation. La raccolta fondi intitolata "Reggae Girlz Rise Up" ha raccolto 50.000 dollari da più di 1.000 donazioni. I fondi hanno aiutato a coprire i costi della Coppa del Mondo, ma probabilmente non basteranno visto che la permanenza in Nuova Zelanda si sta rivelando più lunga del previsto. Colombia-Giamaica sarà un ottavo da seguire con entusiasmo.

La Colombia, che quindi dovrà affrontare la Giamaica, è invece sempre più la Colombia di Linda Caicedo, giovanissimo talento del Real Madrid e autrice di un gol di delpieresca memoria contro la Germania. Ora è la terza più giovane calciatrice ad aver segnato al Mondiale: più in erba di lei, che ha realizzato due gol al mondiale a 18 anni e 158 giorni, ci sono state solo la leggenda brasiliana Marta a 17 anni e la canadese Kara Lang, che esattamente due decenni fa andò a segno all'età di 16 anni.

Chi non ha tradito le aspettative? L'Australia padrona di casa. Prime nel raggruppamento, nonostante il passo falso contro la Nigeria, le Matildas potrebbero, forti anche del fattore campo, andare molto avanti nel torneo sfruttando il ritorno di Sam Kerr. Punti deboli? Una panchina tragicamente corta, che potrebbe causare una mancanza di risorse fisiche e mentali nel momento decisivo.

A far compagnia all'Australia ci sono le ultime due campionesse d'Europa: Paesi Bassi e Inghilterra, anch'esse prime nei rispettivi gironi. Le olandesi, inserite nel gruppo degli Stati Uniti, hanno confermato tanto il loro stato di salute, quanto i limiti di questo nuovo ciclo della nazionale a stelle e strisce. Morgan e compagne hanno infatti rischiato grosso: una sola vittoria, ottenuta contro il Vietnam, e il pari con il brivido finale contro un buon Portogallo, dove solo il palo ha negato alle lusitane un sorprendente approdo agli ottavi. Per gli USA i 5 punti raccolti sono il peggior rendimento di sempre nella fase a gironi dei Mondiali.

Così come gli USA, anche la Norvegia ha evitato il crollo senza brillare – la qualificazione è arrivata solo all'ultima giornata, con il 6-0 alle Filippine decisivo per la differenza reti – ma, come già detto in precedenza, non si può dire lo stesso della Germania. Le tedesche, così come i colleghi maschi, sono riuscite infatti a smentire il teorema di Lineker per cui, alla fine, vince sempre la Germania. Vice campionesse d’Europa, le ragazze tedesche hanno ceduto il passo al nuovo che avanza per la prima volta in nove partecipazioni. Come nel mondiale russo per gli uomini, la Corea del Sud ha rovinato i piani della Germania, fermandola sul pareggio nella partita finale del girone. Nonostante le tante emergenti, questo Mondiale ha chiesto molto alle giocatrici più esperte; forse troppo, come ci hanno mostrato Sinclair nel Canada e Girelli nell'Italia, per limitarsi a un paio di esempi, non ricevendo sempre le risposte sperate.

A distinguersi per le teutoniche, come sempre, è stata Alexandra Popp, 32 anni, attaccante del Wolfsburg, che ha fatto il suo mestiere facendo gol e esultando come ET: "Telefono a casa perché siamo molto lontane", ha detto. "Non è solo per chi è davanti alla TV, ma anche per le persone che non possono più stare con noi e sono importanti per me. Dimostra che penso a loro". Non è bastato: la telefonata ora arriverà per informare di preparare la stanza in anticipo rispetto alle previsioni. Sempre a proposito di lontananza, Katie Roord, neozelandese ex Juve, ha scritto in un tweet che "finalmente le persone avrebbero capito quanto è lontana la Nuova Zelanda": l’Europa porta comunque agli ottavi 8 nazioni, contro le 3 del continente americano, 3 africane, una sola asiatica e una, la padrona di casa, dell’Oceania.

Tra chi invece ha dovuto abbandonare il torneo dopo la fase a gironi c’è uno Zambia che ha sì festeggiato la sua prima vittoria nella competizione ma, nel frattempo, è stato al centro di una questione relativa ad abusi sessuali. Bruce Mwape, l'allenatore della squadra, è stato accusato di avere palpato il seno di una sua giocatrice venerdì scorso in allenamento. La FIFA ha aperto un’indagine, ma dichiarazioni di comportamenti lesivi e riprovevoli risalgono a ben prima dell’inizio del Mondiale, lasciando un'ombra sinistra sul piccolo successo delle africane.Sperando che si faccia chiarezza il prima possibile, le squadre torneranno in campo domani e in quattro giorni dovranno rimanerne solo in otto. «Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.»


  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

  • Classe 1996. Nata in montagna, in Abruzzo, dorme in città, a Torino. Calciofila di famiglia, segue il calcio dalla nascita e si appassiona al calcio femminile all’università. Ama scrivere più che parlare, ma lo fa lo stesso. Laureata in filosofia e, per ora, giornalista praticante.

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