Perché il Milan vuole Singo?
E come può integrarsi nel contesto tattico di Pioli?
È il 29 luglio 2020, sono le 21:45, e nello Stadio Olimpico Grande Torino, si apprestano a scendere il campo il Torino e la Roma, ma non si tratta di un’amichevole estiva, bensì della 37° giornata di Serie A, slittata in estate a causa del Covid-19. Il Toro viene da una stagione disastrosa ed infinita, cominciata il 25 luglio 2019 con i preliminari di Europa League e di fatto conclusa quasi un anno esatto dopo, con la salvezza appena acquisita. Per il Toro è una partita ormai insignificante e Moreno Longo decide quindi di portarsi in panchina diversi giovani della primavera. Trova spazio anche per uno in campo: si chiama Wilfried Stephane Singo, è un esterno destro ivoriano, ha 19 anni e aveva già giocato qualche spezzone, dando prova dei suoi scatti fulminei.
Al minuto 65 la Roma sta vincendo 3-1, ma una rimessa sbagliata di Pau Lopez cade proprio sui piedi di Singo, che può controllare indisturbato nella parte destra della metà campo. Quando Bruno Peres gli si avvicina, Singo nota che si è aperta una voragine dietro di lui perché Kolarov ha seguito Verdi, e si allunga il pallone in avanti, superando in velocità il brasiliano. La sua conduzione continua fino ad arrivare in area di rigore, dove lascia partire un tiro non preciso ma talmente potente da bucare le mani a Pau Lopez, che gli vale il suo primo gol in Serie A.
La stagione successiva è la sua prima da titolare in prima squadra: gioca 28 partite di cui 20 da titolare, in un calendario pieno di incontri ravvicinati, ma allo stesso tempo spezzettato dalla pandemia. Ne emerge come un dribblatore puro: ha una media di soli 47,2 tocchi a partita, ma tenta ben 3,3 dribbling per 90 minuti, con una percentuale di realizzazione del 58%. A questa scioltezza nel dribbling, però, il primo Singo abbina una difesa posizionale molto carente e una gestione del pallone molto basilare, che diventa caotica quando gli vengono impedite le sue potenti conduzioni. A dare una svolta alla carriera di Singo è però Ivan Juric, il cui arrivo a Torino è decisivo per aiutarlo a nascondere le sue carenze, premiando maggiormente le sue doti atletiche e fisiche.
In fase di costruzione non viene mai coinvolto più di tanto: sia prima che dopo l'arrivo dell'allievo di Gasperini, i passaggi tentati da Singo nella propria metà campo sono rimasti circa 11 a partita. Sapendo quanto Juric chieda una costruzione diretta, per l'ivoriano non ci sono mai stati grandi problemi di adattamento. L'ivoriano si presta benissimo a uno sviluppo diretto del gioco sulla fascia destra, grazie alla sua capacità di condurre il pallone sulla lunghezza del campo.
Il fatto di essere davanti a un esterno le cui qualità migliori riguardano la conduzione del pallone spiega bene perché, in caso di un eventuale passaggio al Milan, Pioli non potrebbe schierarlo regolarmente nella difesa a 4. Solitamente, nella costruzione del Milan il terzino destro rimane bloccato, consentendo a Theo Hernandez di prendersi qualche metro in avanti. Uno spazio decisamente più ampio se lo potrebbe invece ritagliare se venisse schierato come esterno destro in un 3-4-3 – come quello che abbiamo visto ad inizio 2023, per esempio – poichè essendoci già 3 centrali, verrebbe liberato da compiti costruttivi.
Negli ultimi 2 anni, i dribbling tentati da Singo sono diminuiti notevolmente, passando da 3.3 a partita a 1.4. Tuttavia la sua percentuale di successo si è alzata fino al 70%, avvalorando quella che è sempre stata una sua dote, e che può tornare utile al Milan. In fase di rifinitura, Singo non tenta una grande quantità di cross, fondamentale su cui ha delle lacune importanti. Su questo aspetto, Juric ha insistito molto per creare un contesto migliore, consentendogli spesso a ricevere largo a destra, in modo che servisse con un filtrante – tra i terzini dei principali campionati europei è nel miglior 14% per passaggi filtranti – la sovrapposizione di un compagno nel mezzo spazio. Potenzialmente, Pioli potrebbe ricreare un contesto simile anche grazie al mercato fatto dal Milan, che ha portato molti giocatori – Chukwueze, Pulisic e Okafor – molto abili a sovrapporsi.
In tutto ciò, Singo dà il meglio di sé quando si tratta di andare a ricevere i cross, sfruttando quindi la sua abilità nel gioco aereo – sempre nei maggiori campionati europei è nel miglior 2% per duelli aerei vinti. Juric lo ha anche reso molto più presente in area di rigore – comparato sempre ai terzini dei campionati europei, ora è nel miglior 12% per tocchi nell’area avversaria – ed è passato da 0.5 a 1.5 tiri a partita, segnando 5 gol negli ultimi 2 anni. Pioli potrebbe quindi usarlo con un’efficacia ancora maggiore quando si troverà sul lato debole, se gli permetterà di attaccare l’area di rigore in caso di cross.
Avendo visto il video del suo primo gol, sarebbe lecito chiedersi se la sua velocità palla al piede non possa essere sfruttata meglio. In effetti, nella stagione 2020-21, comparato ai terzini di Serie A, era nel 91° percentile per distanza percorsa in conduzione e nell'87° per conduzioni nella trequarti avversaria; mentre nell’ultima stagione si è attestato nel 73° nel primo caso e nel 61° nel secondo. Una delle cause di questo calo si può trovare nella scelta di Juric di concentrare tutte le capacità atletiche di Singo nella dispendiosa fase di non possesso, dove ogni elemento della squadra è chiamato a marcare il proprio riferimento in ogni zona del campo.
Questo impiego, tuttavia ha paradossalmente aiutato Singo, che si trova meno esposto a fasi di difesa posizionali e può quindi attuare la maggior parte delle azioni difensive nella metà campo avversaria. A dire il vero non ha dati totalmente negativi neanche nella difesa in isolamento: quest'anno ha vinto il 59% dei duelli totali e il 54% dei duelli a terra, ma a volte si lascia andare ad errori grossolani, come nella disastrosa sconfitta contro la Juventus.
In questo fondamentale Singo può ancora migliorare e dovrebbe farlo soprattutto se approdasse in una squadra come il Milan, che subisce molti attacchi sulle fasce. Un altro aspetto che deve perfezionare sono le chiusure difensive sul lato debole, soprattutto dopo una transizione negativa, dove appare spesso negligente quando deve recuperare la propria posizione, e di conseguenza arriva in ritardo. Lo stesso discorso vale quando è chiamato ad uscire sul portatore di palla al limite dell’area, in procinto di calciare in porta o di crossare, poiché raramente lo fa con diligenza e tempi giusti. Queste mancanze lo inducono a commettere falli con una notevole frequenza (quasi 2 a partita) e a ricevere un gran numero di cartellini – 8 nell'ultima stagione.
In conclusione possiamo dire che Singo approderebbe a Milano per prendere il posto di Sergiño Dest, anche se i due hanno caratteristiche differenti: se in fase di costruzione nessuno dei due dà il meglio di sé, è innegabile che Dest sia molto più valido tecnicamente e può aiutare anche lo sviluppo della manovra in zone più avanzate del campo. In compenso, Singo è fisicamente più strutturato, e questo lo aiuta su diversi fronti: quando conduce palla al piede è molto bravo ad usare il fisico, anche per prendersi dei falli e far guadagnare campo alla propria squadra; ma grazie all’impronta “gasperiniana” che gli ha dato Juric, è diventato anche una considerevole minaccia aerea, capace di vincere duelli aerei in ogni zona del campo ma soprattutto in area di rigore.
Inoltre ha una capacità di corsa, conduzione palla al piede e dribbling molto sottovalutata, e che abbiamo visto solo a sprazzi durante le ultime due stagioni a Torino. Per Pioli, la sfida sarebbe quella di renderlo un giocatore più affidabile in fase di non possesso, limitare l’esposizione a fasi di difesa posizionale, e assegnargli compiti adatti in fase di possesso, in base a quelle che sono le sue caratteristiche.
Singo non si tratterebbe di un upgrade di Calabria, né in assoluto di Dest ma potrebbe essere un’alternativa molto utile nello scacchiere tattico di Pioli, soprattutto se decidesse di tornare ad utilizzare il 3-4-3 che tanto bene ha fatto alle sue qualità. Il suo futuro è ancora un mistero: dopo quella galoppata di 3 anni fa, la strada per lui si è rivelata più tortuosa di quanto potesse apparire all’inizio, con una quantità infinita di alti e bassi. E allora quale miglior sfida per rilanciarsi di un Milan che sta completamente cambiando pelle, che è pronto ad assumersi rischi, e il cui futuro, a dire il vero, è il più grande degli enigmi?
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