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Copertina NBA Offseason Eastern Conference.
, 28 Luglio 2023

Come sta andando la off-season NBA nella Western Conference?


Diamo i voti alle quindici squadre a ovest tra draft, trade e free agency.

La squadra oggettivamente con meno ambizioni della Western Conference è, paradossalmente, quella San Antonio che un mesetto fa ha messo le mani sul singolo che più di tutti potrebbe sconvolgere il gioco per i prossimi anni, Victor Wembanyama. Tolti quindi gli Spurs e aspettando le evoluzioni o involuzioni dei Portland Trail Blazers, si può affermare, senza paura di passare per buonisti, che 13 delle 15 franchigie della Western Conference approcceranno la stagione NBA 2023/2024 con la volontà di centrare i Playoffs, quantomeno tramite il Play-In Tournament. Se qualcuno riuscirà a spodestare i Nuggets, confermati in gran parte ma chiamati a rinnovarsi per tornare alle Finals, è ancora presto per dire quanto, ma gli equilibri dell'NBA a Ovest sembrano essere decisamente cambiati.

Quanti dei giudizi presentati in seguito verranno ribaltati nel giro di un paio di settimane, relegando quelle che pensiamo essere delle grandi intuizioni a previsioni sballate e illusorie? Coi roster aggiornati direttamente dal portale ufficiale della NBA, ecco chi si è messo meglio, chi peggio e chi ha preferito rimanere fermo.

Dallas Mavericks: 7

Nuovi arrivi: Grant Williams, Dante Exum, Markieff Morris, Richaun Holmes, Seth Curry
Rookie: Dereck Lively II, Oliver-Maxence Prosper, Mike Miles Jr.
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Luka Doncic, Kyrie Irving, Tim Hardaway Jr., Grant Willims, Dwight Powell; Jaden Hardy, Dante Exum, Josh Green, Seth Curry, Maxi Kleber, Richaun Holmes

Nel blackjack si utilizza l'espressione double down per indicare il raddoppio della posta, ovvero il perseguire con maggior convinzione la giocata già intrapresa in precedenza: i Mavs hanno fatto, sostanzialmente perché obbligati, double down sull'accoppiata Doncic-Irving. Rispetto al contorno disfunzionale che aveva provocato il tanking finale e i malumori di Luka Magic del 2022/2023, stavolta Dallas si è mossa nella miglior maniera possibile per colmare, numericamente e qualitativamente, la struttura fondata sulle due guardie.

Nonostante il ridotto spazio di manovra, dati i contratti di Luka e Kyrie, sia tramite Draft che con giocatori già professionisti, il roster di Kidd annovera ora lunghi rollanti con spiccata verticalità e mobilità laterale (Lively II, scelto con la #12 dopo aver fatto trade down con OKC, e Holmes) e ali versatili difensivamente in grado di marcare giocatori più stazzati e garantire spaziature in attacco (Exum, Prosper, Grant Williams). Puntare così tanto sull'imprevedibilità fatta persona e cestista come Kyrie è sempre stato e sempre sarà un azzardo, ma i Mavericks si sono messi nelle migliori condizioni per massimizzare la genialità di Doncic e tornare sul palcoscenico dei Playoffs.

Denver Nuggets: 6+

Nuovi arrivi: Justin Holiday, Braxton Key
Rookie: Hunter Tyson, Julian Strawther, Jalen Pickett, Andrew Funk
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Jamal Murray, Kentavious Caldwell-Pope, Michael Porter Jr., Aaron Gordon, Nikola Jokic; Christian Braun, Payton Watson, Julian Strawther

La pazienza con cui Denver ha costruito il roster del titolo ha permesso ai Nuggets di non dover vivere con troppa ansia l'estate successiva al primo Larry O'Brien Trophy della storia. Della rotazione a 8 della scorsa postseason solo Jeff Green e Bruce Brown hanno lasciato la compagnia: il primo è rimpiazzabile da un altro veterano, e la firma di Justin Holiday pare costruita in laboratorio per sostituirlo sia in campo che nello spogliatoio; l'assenza della guardia di Wakefield, convinta dai $22.000.000 offertigli da Indiana, sarà invece compensata dallo sviluppo della linea verde. Più minuti a Christian Braun, inserimento nelle rotazioni di Peyton Watson dopo l'annata passata ai Gran Rapid Golds in G League, minuti sin da subito ad almeno un rookie tra Pickett e Strawther. Poco o nulla da toccare, poco o nulla si è toccato. Sperando sempre che la salute assista il quintetto titolare.

Golden State Warriors: 6

Nuovi arrivi: Chris Paul, Cory Joseph, Dario Saric
Rookies: Brandin Podziemski, Trayce Jackson-Davis
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Stephen Curry, Klay Thompson, Andrew Wiggins, Draymond Green, Kevon Looney; Chris Paul, Moses Moody, Gary Payton II, Jonathan Kuminga, Dario Saric

35. 33. 28. 33. 27. 38. A leggere le età dei 6 uomini che comporranno il grosso della rotazione di Golden State della prossima stagione è chiaro come la "Doppia TimeLine" sia un progetto definitivamente abbandonato, con la vecchia dinastia ad imporre la propria volontà di tentare l'ultimo giro. Il pacco a forma di Jordan Poole spedito verso la capitale e l'arrivo di Chris Paul hanno ulteriormente alzato l'età media del roster di Golden State. Ma se esiste una franchigia che ha dimostrato di sapersi innovare e rinnovare anche in modo anticonvenzionale, disposta ad andare ben oltre la Luxury per mantenere i senatori a roster e unire atleti apparentemente dallo stile di gioco e dal carattere agli antipodi, beh, questa è quella della Baia. Grandissima curiosità di vedere Podziemski e Jackson-Davis, due chiamate al Draft inaspettate per versi opposti, all'opera sin da subito: il fit, sulla carta, è ideale, ma quanto Kerr e il suo staff sarà rimasto scottato da James Wiseman?

Il buongiorno si vede dal mattino.

Houston Rockets: 5,5

Nuovi arrivi: Fred VanVleet, Dillon Brooks, Aaron Holiday, Jock Landale, Jeff Green
Rookie: Amen Thompson, Cam Whitmore
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Fred VanVleet, Jalen Green, Dillon Brooks, Jabari Smith Jr., Alperen Sengun; Amen Thompson, Cam Whitmore, Jock Landale, Tari Eason

Serve un leader in campo per affiancare coach Ime Udoka, che ha già dimostrato a Boston di appendere alla porta (letteralmente) anche le teste più calde dello spogliatoio? Chi meglio del Bear Poker Dillon Brooks, che non solo non dovrà imparare il mandarino per giocare da professionista ma si è garantito $80 mln nei prossimi 4 anni? La scelta dell'ex Grizzlies è solo l'ultima in ordine di tempo degli esplosivi Rockets post Harden: la batteria di talenti potenzialmente devastanti è senza eguali nell'intera Lega, ma la forbice tra quello che potrebbe essere e quello che finora è stato è davvero ampia. VanVleet e Landale sono due firme che, per quanto costose, non potranno che indicare la retta via almeno ad alcuni dei giovani draftati negli ultimi anni. Il talento è stato accumulato, ora è il momento di farlo finalmente fruttare. Mezzo voto in più per la cieca fiducia mostrata nei pistoni dei polpacci di Whitmore: farlo scendere ancor più sotto della ventesima chiamata sarebbe stato delittuoso.

Los Angeles Clippers: 5,5

Nuovi arrivi: Kenyon Martin Jr.
Rookie: Kobe Brown, Jordan Miller
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Russell Westbrook, Norman Powell, Paul George, Kawhi Leonard, Ivica Zubac; Terrence Mann, Robert Covington, Mason Plumlee, Nicolas Batum

Non ci sarebbe nulla di più Clippers nel firmare e scegliere al Draft l'ennesima ala versatile dal tiro ondivago, dalla combinazione di mobilità laterale e dagli scenari offensivi ancora da esplorare quando a roster, oltre a Leonard e George, ce ne sono almeno altre 4. Kenyon Martin Jr. da Houston e Kobe Brown con la trentesima chiamata aggiungono ulteriore taglia e fisicità a un roster che necessiterebbe invece di playmaking e freschezza atletica nel ruolo di guardia. Per la prima lacuna si insiste su un possibile approdo di Harden, nonostante le smentite di rito, ma per la seconda il Barba non è necessariamente il prototipo ideale. La rifirma di Westbrook al minimo e l'eterno credito riconosciuto agli acciaccati Kawhi e PG13 sono da interpretarsi anche nell'ottica dell'inaugurazione dell'Intuit Dome previsto nel 2024: battezzare la nuova arena con una rosa poco competitiva è da escludere, ma farlo con un anello al dito sarebbe forse troppo. Anche perché, come disse il loro tifoso italiano più celebre, c'è pur sempre scritto Clippers sulla maglia.

Los Angeles Lakers: 7

Nuovi arrivi: Gabe Vicent, Cam Reddish, Jaxson Hayes, Taurean Prince
Rookie: Jalen Hood-Schifino, Maxwell Lewis, D'Moi Hodge, Colin Castleton
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Gabe Vincent, Austin Reaves, Jarred Vanderbilt, LeBron James, Anthony Davis; D'Angelo Russell, Rui Hachimura, Taurean Prince

Dal febbraio 2023 Rob Pelinka sta insegnando al resto dell'NBA come costruire un roster funzionale attorno alle stelle della squadra, mettendone in preventivo infortuni ed eventuali cali di prestazione. La direzione di aggiungere nomi freschi attorno a LeBron e Davis, intrapresa con le firme di Hachimura e Vanderbilt alla deadline, è proseguita anche nell'estate che ha seguito lo sweep alle Conference Finals per mano dei futuri campioni di Denver. Il quadriennale a 54 milioni con cui si è esteso il connubio con Austin Reaves si candida prepotentemente a essere il miglior contratto firmato nella off-season 2023, con buona pace di chi non ha ancora compreso quanto l'innalzamento previsto del Salary Cap influirà sulla considerazione degli accordi che verranno stretti in questi mesi. La scelta di Jalen Hood-Schifino al Draft si inserisce nel solco del fit immediato piuttosto che l'esplorazione del futuro potenziale: il progetto Lakers ha come data di scadenza giugno 2024, massimo giugno 2025. Ma le mosse del GM più criticato sino a 6 mesi fa sono incontestabili.

Laconico JJ.

Memphis Grizzlies: 6.5

Nuovi arrivi: Marcus Smart, Derrick Rose, Isaiah Todd
Rookie: GG Jackson Jr., Tarik Biberovic
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Marcus Smart, Ja Morant, Desmond Bane, Jaren Jackson Jr., Steven Adams; Santi Aldama, Luke Kennard, Ziaire Williams, Brandon Clarke

Con l'inizio della Regular Season fissato per il 24 ottobre, sarà possibile valutare la portata delle mosse Grizzlies a cavallo dell'anno nuovo. Dalla 26esima partita Ja Morant tornerà a disposizione di coach Jenkins dopo la dibattutissima sospensione, e solo da quel momento si potrà apprezzare come il quintetto di Memphis riuscirà ad assorbire uno dei colpi più inattesi dell'estate americana. Perché sì, se bisognava immaginare Marcus Smart da qualsiasi altra parte che non fosse Boston, il Tennessee del Grit 'n Grind era forse il contesto più adatto. Ma nessuno ha mai preso in considerazione l'ipotesi di ipotizzare Smart lontano dai Celtics, Marcus in primis. Eppure il travaso della trade Porzingis ha avuto il twist finale nell'inserimento di Memphis che, rinunciando all'ordine di Tyus Jones, eredita la versione deluxe di Dillon Brooks. I movimenti di contorno rispecchiano fedelmente lo stile Grizzlies, tra veterani a fare da mentore (Derrick Rose) e progetti a lungo termine via Draft (GG Jackson).

Minnesota Timberwolves: 5

Nuovi arrivi: Troy Brown Jr., Shake Milton, Matt Ryan
Rookie: Jaylen Clark, Leonard Miller
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Mike Conley, Anthony Edwards, Jaden McDaniels, Karl Anthony Towns, Rudy Gobert; Naz Reid, Kyle Anderson, Nickeil Alexander-Walker, Jordan McLaughlin

Potremmo essere più generosi coi T'Wolves, anche perché tutto sommato le mosse non sono così malvagie. Troy Brown Jr. e Shake Milton garantiscono atletismo e un pizzico di versatilità tra gli esterni, e la presa di Leonard Miller al Draft è una scommessa su uno skillset che nel reparto lunghi mancava. Però queste sono le prime pagelle sportellose sulla off-season NBA, e non ci si può esimere dall'abbassare il voto finale per il circoletto rosso che circonda la franchigia di Minneapolis dalla trade Gobert. L'accoppiamento nel pitturato con Towns ha estremizzato più i limiti che le qualità di entrambi, e i picchi di talento di Anthony Edwards dovrebbero suggerire chi sia la pietra angolare su cui costruire il roster del futuro. Minnesota si è messa nella condizione di preferire un'eventuale trade per Towns che per Gobert, con tutti i paradossi e le idiosincrasie del caso. I flash da 3&D di Alexander-Walker nella serie coi Nuggets degli ultimi Playoffs, la doppia dimensione di Reid e la difesa POA demoniaca di McDaniels: gli spunti per vedere con positività al futuro dei Lupi non mancano, ma la storia recente del roster di Finch suggerirebbe ben altre aspettative.

New Orleans Pelicans: 5,5

Nuovi arrivi: Cody Zeller
Rookie: Jordan Hawkins, E.J. Liddell
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: CJ McCollum, Brandon Ingram, Herb Jones, Zion Williamson, Jonas Valanciunas; Dyson Daniels, Jose Alvarado, Larry Nance Jr., Trey Murphy III

La firma del quarto centro di rotazione e la pesca del miglior tiratore in movimento dell'intera classe Draft sono le uniche differenze tra i Pelicans sconfitti dai Thunder al Play-In e quelli di oggi. Quanto i miglioramenti di Daniels, Murphy III e Herb Jones saranno influenti sulle sorti di NOLA dipenderà, tuttavia, da altri fattori, leggasi alla voce "quante partite vedremo giocare insieme Zion Williamson e Brandon Ingram?". Brandon è arrivato a New Orleans nella trade di Davis, in concomitanza con la scelta del prospetto con più hype da LeBron al 2019: delle 114 partite giocate da Zion in carriera nei 4 anni in Louisiana, appena 93 hanno visto la contemporanea presenza sul parquet di Ingram. In teoria dovrebbero essere entrambi abili e arruolabili per il Training Camp di settembre: coach Willie Green e tutti gli amanti del Gioco hanno già iniziato a chiedere qualsiasi intercessione possibile per averli sani il più a lungo possibile, Mondiali asiatici permettendo.

Chiediamo troppo?

Oklahoma City Thunder: 6

Nuovi arrivi: Dāvis Bertāns, Victor Oladipo, Usman Garuba, TyTy Washington Jr.
Rookie: Chet Holmgren, Vasilije Micić, Keyontae Johnson, Cason Wallace
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Shai Gilgeous-Alexander, Cason Wallace, Lugentz Dort, Jalen Williams, Chet Holmgren; Isaiah Joe, Ousmane Dieng, Vasilije Micić, Kenrich Williams

Sperimentare e sperimenteremo. Il raggiungimento del Play-In non ha cambiato la filosofia di Sam Presti e dei Thunder. Il prolungamento di Daigneault è ulteriore dimostrazione che la fame di risultati di Oklahoma non sarà da soddisfare nell'immediato, ma la carne al fuoco è fin troppa, rischiando di lasciarne qualche pezzo a bruciarsi. L'infortunio al piede che ha tenuto Holmgren precauzionalmente ai box per l'intero 2022/2023 ha rinviato l'impatto con il secondo unicorno più atteso d'America con l'NBA; la trade up per scegliere Cason Wallace alla #10 simboleggia la ricerca di una guardia dalle caratteristiche complementari a quelle di SGA e Giddey che si voleva agguantare a tutti i costi; la bontà del progetto ha convinto finalmente il 2 volte MVP di EuroLeague Vasilije Micić a varcare l'Atlantico 3 anni dopo che i suoi diritti sono astati acquisiti da OKC. Qualche contro dovrà pur esserci, oltre alla mancanza di spaziature ancora adeguate per immaginarsi un lungo viaggio in postseason: al momento i giocatori con contratto garantito sono 20. Il massimo è 15 + 2 Two-Way. Da chi non inizierà la stagione 2023/2024, e da cosa i Thunder otterranno in cambio, si capirà molto di OKC e del resto della Lega.

Phoenix Suns: 7,5

Nuovi arrivi: Bradley Beal, Eric Gordon, Jordan Goodwin, Chimezie Metu, Yuta Watanabe, Drew Eubanks, Keita Bates-Diop
Rookies: Toumani Camara
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione:
Bradley Beal, Eric Gordon, Devin Booker, Kevin Durant, Deandre Ayton; Josh Okogie, Yuta Watanabe, Keita Bates-Diop, Jordan Goodwin

Flashback: Finals 2021, Bucks-Suns. Flash forward: NBA 2023/2024 Opening Night. Quanti volti di Phoenix vivranno entrambi i momenti con la stessa canotta? Due: Devin Booker e DeAndre Ayton. La rivoluzione Suns inaugurata dalla trade Durant è sublimata nell'estate: impacchettato con lo scotch dei carrozzieri CP3 in direzione Washington, colui che è stato indicato come playmaker in prima battuta in apertura di stagione sarà Bradley Beal, molto più efficace nei momenti-Robin della sua carriera agli Wizards piuttosto che agli anni da Batman. Una spalla per due realizzatori come Booker e KD, con un centro potenzialmente dominante nella propria metà campo come il bahamense da Arizona.

Il resto del roster è composto, sostanzialmente, dalle briciole concesse dal mercato NBA: una serie di firme al minimo, con role player attratti dalla possibilità di vincere il titolo e disposto a sacrificare una percentuale dei possibili guadagni per non gravare su una Luxury che Mat Ishbia ha dichiarato di pagare volentieri ma comunque con certi limiti. Le 82 partite di Regular Season saranno un esperimento costante per trovare il possibile quinto uomo che chiuderà le partite: quante squadre possono sfogliare la margherita tra Gordon, Watanabe, Goodwin e Bates-Diop?

"Quanto potenziale offensivo vorreste accumulare?" "Sì."

Portland Trail Blazers: N.G.

Rookie: Scoot Henderson, Kris Murray, Rayan Rupert
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Damian Lillard, Scoot Henderson, Matisse Thybulle, Jerami Grant, Jusuf Nurkic; Anfernee Simons, Shaedon Sharpe, Jabari Walker, Nassir Little

Se e quando la telenovela Lillard avrà una fine definitiva e non un episodio che si conclude con l'ennesimo cliffhanger sarà possibile valutare i Trail Blazers, o quello che ne sarà rimasto. Anche senza Dame il potenziale sarebbe notevole (Scoot, Simons e Sharpe sono un trio di esterni giovani dal potenziale con pochi eguali nella Lega), ma la credibilità della dirigenza e il limitato market dell'Oregon difficilmente farà abboccare all'amo di Portland i free agent più ambiti. A meno di non promettere roster competitivi ($112 mln a Jerami Grant si possono giustificare solo così) e di mantenere la parola.

Sacramento Kings: 6

Nuovi arrivi: Chris Duarte, Nerlens Noel
Rookie: Jalen Slawson, Colby Jones, Sasha Vezenkov
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: De'Aaron Fox, Kevin Huerter, Harrison Barnes, Keegan Murray, Domantas Sabonis; Malik Monk, Davion Mitchell, Sasha Vezenkov, Nerlens Noel

Squadra che raggiunge i Playoffs dopo 16 anni si cambia il meno possibile. I rinnovi di Harrison Barnes e Domantas Sabonis confermano due delle colonne del progetto nelle mani di Mike Brown. Immaginarsi gli stessi risultati della RS appena passata è francamente difficile, nonostante le aggiunte di Duarte e Noel in free agency e il triennale a Sasha Vezenkov, MVP di EuroLeague in carica, il cui gioco off-ball pare cucito su misura sul movimento della palla a spicchi dei Kings. Quella di Sacramento è stata un'estate molto tranquilla, una novità per una dirigenza che ha abituato alla schizofrenia dentro e fuori dal campo. Se non si rivedranno i Kings ai Playoffs non dovremo sorprenderci più di tanto, ma la causa sarà più l'altissima competizione dell'Ovest che non un'annata da dimenticare per Fox e compagni.

San Antonio Spurs: 7

Nuovi arrivi: Cameron Payne, Cedi Osman, Reggie Bullock
Rookie: Victor Wembanyama, Sidy Cissoko, Sir'Jabari Rice
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Cameron Payne, Keldon Johnson, Devin Vassell, Jeremy Sochan, Victor Wembanyama; Tre Jones, Malaki Branham, Zach Collins, Dominick Barlow

Quello a San Antonio non è un voto meritato, ma concesso dalla pallina estratta dalla Lottery. Victor Wembanyama e il suo potenziale saranno da testare, e conoscendo lo stile dei texani non si ha nessuna fretta e pressione di bruciare le tappe. In più, ma questo è da dire sotto voce, tra qualche anno il Draft 2023 potrà essere ricordato dagli Spurs come quello in cui un giocatore francese avrà avuto l'impatto più sorprendente nella loro storia. E no, non sarà Wembayama a togliere lo scettro dalle mani di Tony Parker. Sotto voce, c'è ancora posto per salire sul carro di Sidy Cissoko. In questa stagione era necessario avere a roster giocatori che non meriterebbero di giocare troppi minuti, ma il cui peso è da misurarsi soprattutto nella facility e nello spogliatoio Spurs: Bullock, McDermott e Collins sono conferme e acquisti mirati e ponderati.

Non dite che non siete stati avvisati.

Utah Jazz: 7

Nuovi arrivi: John Collins, Joey Hauser, Omer Yurtseven
Rookie: Keyontae George, Taylor Hendricks, Brice Sensabaugh
Quintetto iniziale e principali elementi di rotazione: Collin Sexton, Ochai Agbaji, Lauri Markkanen, John Collins, Walker Kessler; Talen Horton-Tucker, Simone Fontecchio, Kelly Olynyk, Jordan Clarkson

Un 2022/2023 ben oltre le più rosee aspettative ha ricalibrato le prospettive di Utah: in pochi si aspettavano un miglioramento così sensibile di Markkanen, impegnato in estate tra leva militare e storico Mondiale alla guida della Finlandia, in pochissimi avevano previsto un impatto da All Defensive Team del rookie Walker Kessler, la meno celebrata delle Twin Towers della Auburn di Jabari Smith Jr, approdata a Salt Lake nell'ambito della trade Gobert. Hendricks alla #9 e George alla #16 sono due scelte intriganti e originali, all'insegna dello sviluppo interno del talento e della rinuncia a prescindere a puntare sulla free agency. John Collins a quelle condizioni è un affare clamoroso, anche immaginandosi un nuovo possibile trasloco dell'Aviatore alla deadline di febbraio e la plusvalenza in termini di asset di cui i Jazz potrebbero beneficiare. Per Fontecchio era difficile augurarsi un contesto migliore, dove un minutaggio limitato non coincide con una mancanza di considerazione e gratificazione. Un Danny Ainge insolitamente aggressivo sul mercato è esattamente quello di cui i Jazz avevano bisogno una volta ereditate le scelte da Mitchell e Gobert.


  • (Bergamo, 1999) Calcio e pallacanestro mi hanno salvato la vita, ma anche il resto degli sport non è male. Laurea in Lettere, per ora, solo un pezzo di carta.

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