Liga 2022/23: la squadra della stagione
La Top XI del campionato spagnolo.
La Liga 2022/23 è andata in archivio e, almeno rispetto a quelle che sembravano le previsioni della vigilia, ha visto trionfare il Barcellona in maniera abbastanza inaspettata. Nonostante quello spagnolo sia un campionato che, negli ultimi anni, pare aver perso un po’ delle sue peculiarità, qualche spunto interessante ci è comunque stato offerto, soprattutto per quanto riguarda i singoli.
Stilare la Top XI, ovvero la formazione tipo, risulterebbe abbastanza facile se ci si focalizzasse solo sui protagonisti delle tre grandi big. Tuttavia, qualche eccezione si può fare, andando a inserire alcuni elementi non di primissimo piano ma che hanno avuto un rendimento di altissimo livello. Come al solito non mancano i grandi esclusi, quelli lasciati fuori ma meritevoli comunque di una menzione. Per esempio, tra i difensori non si può non parlare di David Garcia, leader dell’Osasuna spintosi fino alla Conference League, così come di Santiago Bueno, centrale del Girona e fresco di convocazione con l’Uruguay di Marcelo Bielsa.
Un altro nome interessante è quello di Fran Garcia, terzino sinistro passato dal Rayo Vallecano al Real Madrid proprio nelle ultime ore. In mezzo al campo si sono distinti Toni Kroos, Mikel Merino e soprattutto Aimar Oroz, formato dall'Osasuna e con un potenziale molto interessante. Tra gli attaccanti merita sottolineare la stagione dell'immarcescibile Iago Aspas e del giovane Nicolas Jackson, prossimo rinforzo del Chelsea, per il quale il Villarreal metterà in cassa 35 milioni di euro. Il modulo scelto per stilare la Top XI è un 4-4-2 con un centrocampo a rombo, sistema che in Spagna sta prendendo sempre più piede e che permette di sfruttare il potenziale offensivo della squadra.
Portiere: Marc-André ter Stegen (Barcellona)
Comporre una Top XI basandosi sul rendimento in una stagione intera è molto spesso complicato. Non in questo caso, però, perché non ci sono dubbi sul fatto che Marc-André ter Stegen sia stato il miglior portiere della Liga appena conclusasi.
Il numero uno del Barcellona ha calato prestazioni super una dopo l’altra, non concedendosi praticamente mai alcuna pausa e girando su statistiche eccezionali. Per esempio, il tedesco è l’estremo difensore ad aver chiuso con più clean sheet (26) nei maggiori campionati europei, ma parallelamente ha fatto registrare parametri altissimi per quanto riguarda la percentuale di parate totali e nei novanta minuti, diventando il portiere a concedere meno xG potenziali a partita. Il tutto, riuscendo a mantenere questi dati praticamente da inizio stagione. Una continuità impressionante, quella di ter Stegen, utile a riportare a galla un vecchio quesito che ciclicamente si ripropone: perché, quando si parla di portieri top al mondo, lui difficilmente viene menzionato? Uno dei motivi è senz’altro legato al fatto di essere ben poco mediatico, ma poi ci si ferma lì. Per il resto, il tedesco non ha nulla da invidiare a nessuno, come dimostrano alcune sue parate spettacolari messe insieme in partite delicate come il Clasico o la doppia sfida contro l’Atletico Madrid, ma anche nel match contro l’Espanyol. Quello, per intenderci, che ha sancito matematicamente il titolo del Barcellona.
Terzino destro: Arnau Martinez (Girona)
Il Girona è stata una delle sorprese della Liga 2022/23, arrivando a un passo dalla qualificazione alla Conference League. Un traguardo sfuggito all’ultima giornata e per una manciata di punti, la cui delusione però non ha inficiato il giudizio su una stagione più che positiva. Arnau Martinez è stato un po’ l’uomo di copertina della compagine catalana, perché se è vero che Taty Castellanos ha finito in crescendo a suon di gol, il terzino destro cresciuto nell’Hospitalet ha sicuramente dimostrato più continuità nell’arco della stagione intera.
Martinez, che ad aprile ha compiuto 20 anni, è un destro naturale, dotato di una buonissima corsa e di una tecnica di base estremamente sviluppata. Nello scacchiere tattico estremamente fluido di Michel ha ricoperto sia il ruolo di terzino che quello di laterale a tutta fascia, dimostrandosi molto duttile e adattabile a più stili di gioco, sviluppando anche un’ottima connessione con l’esterno ucraino Tsygankov. Ha chiuso la sua prima annata da titolare con 3 gol e 4 assist in 2736 minuti giocati, un bottino più che discreto e che lo ha reso molto appetibile alle tre grandi. Real Madrid, ma soprattutto Atletico e Barcellona avrebbero già chiesto informazioni su di lui. Nonostante ciò, il Girona – visto anche il prolungamento dello scorso anno, la cui scadenza si è protratta fino al 2025 – vorrebbe tenerlo ancora una stagione, in modo tale da aumentarne il valore.
Difensore centrale: Ronald Araujo (Barcellona)
Ronald Araujo è sicuramente uno dei giocatori più cresciuti, a livello di rendimento, tra l’ultimo Barcellona e quello della stagione precedente. Sarà perché gli è stato affiancato Christensen, col quale ha sviluppato un feeling talmente forte da “costringere” Xavi a dirottare Koundé a destra, o semplicemente perché un anno in più si fa sentire. Fatto sta che l’uruguaiano è stato, per rendimento, il miglior centrale del campionato.
Decisivo, attento, pulito negli interventi e a tratti determinante, Araujo a turno ha fermato tutti gli attaccanti più forti del campionato. Memorabile, per esempio, è stata la sua prestazione al Bernabeu contro il Real Madrid, quando con una prestazione sontuosa ha annullato Benzema. O, ancora, quando con la difesa in emergenza si è trovato a dover dirigere difensivamente la squadra, arrivando – per tifosi e media catalani – ad essere considerato l’erede numero uno di Piqué. Insomma, quella di Araujo è stata l’annata della consacrazione, testimoniata anche dai numeri: il centrale del Barcellona ha infatti chiuso con il 90% di precisione nei passaggi, 1.2 contrasti vinti a partita, solo 0.7 falli e 1.8 clearances ogni novanta minuti. Una certezza, per Xavi e anche per Bielsa, che ne ha già fatto uno dei perni del suo nuovo Uruguay.
Difensore centrale: Robin Le Normand (Real Sociedad)
Recentemente Robin Le Normand è stato convocato da Luis De La Fuente, commissario tecnico della Spagna, esordendo nella semifinale di Nations League contro l'Italia. Se questa convocazione, arrivata dopo la sua naturalizzazione, è stata possibile è per merito della stagione giocata con la Real Sociedad.
Negli ultimi due anni, Le Normand si è messo in mostra come uno dei migliori difensori della Liga, grazie anche al meticoloso lavoro che Imanol Alguacil ha fatto su di lui dal punto di vista tattico. È un difensore molto completo: fisicamente esplosivo, praticamente imbattibile nel gioco aereo – è primo per duelli aerei vinti e percentuale di colpi di testa tentati e riusciti – ma anche molto efficace in marcatura e, parallelamente, si fa apprezzare anche per il gioco palla al piede. Infatti, sempre parlando di statistiche, ha una percentuale di passaggi riusciti superiore all’88% ed è terzo nella Real Sociedad per distanza progressiva coperta, segno di come tendenzialmente prediliga giocare palla in avanti diventando il primo costruttore di gioco del club basco. Su Le Normand è probabile che si muoveranno diverse squadre importanti e anche questo è un chiaro premio al suo lavoro.
Terzino sinistro: José Luis Gayà (Valencia)
A Paterna la salvezza è arrivata solo al termine dell’ultima giornata, al termine di un percorso difficoltoso più per le questioni extra campo che per altro. I tanti cambi di allenatore, le nubi societarie e l’incertezza dirigenziale non hanno però impedito a José Luis Gayà di mettere insieme l’ennesima stagione positiva della sua carriera.
Cresciuto nel Valencia, del quale veste i galloni di capitano ormai da tempo, Gayà è stato uno dei pochi a metterci la faccia anche nei momenti peggiori, spesso confrontandosi con l’esigente e non sempre corretto pubblico di Mestalla. Un’annata, la sua, ultra positiva nonostante tutto, come confermato anche dai freddi numeri. Il dato che spicca maggiormente è il primo posto in Liga per cross effettuati, ma Gayà ha anche chiuso come secondo miglior giocatore per cross in area di rigore avversaria, settimo per contrasti, ottavo per passaggi chiave e undicesimo per salvataggi. Inoltre, tatticamente si è rivelato prezioso in tutti i moduli e in entrambe le fasi di gioco, dando un contributo fondamentale e guadagnandosi la conferma in nazionale.
Centrocampista centrale: Martin Zubimendi (Real Sociedad)
Il suo nome è già finito sul taccuino del Barcellona, ma difficilmente – vista la centralità di ruolo nella Real Sociedad – Martin Zubimendi potrà andare via a cifre che i blaugrana potranno permettersi.
Detto ciò, e appurato il fatto che il giocatore sarebbe finito anche nelle mire di alcuni club inglesi, si può dire che Zubimendi sia stato una delle pietre angolari della squadra di Alguacil, un elemento
determinante per la qualificazione dei baschi alla prossima Champions League. Piazzato davanti alla difesa, ha dettato i tempi di gioco di una squadra tra le più belle da vedere in stagione, mettendosi in mostra per la grande abilità nel condurre le due fasi di gioco. Infatti, numeri alla mano, senza palla si è rivelato uno dei migliori incontristi della Liga, mentre in fase di possesso è riuscito a piazzarsi tra i primi cinque della Real Sociedad per tocchi di palla nella metà campo difensiva. Ergo, quando la sfera esce dalla prima costruzione, molto probabilmente ci si affida a lui. Per il resto, l’annata super positiva lo ha portato a essere più volte convocato in nazionale, dove a breve erediterà definitivamente il posto di Busi, giocatore al quale ha già detto più volte di ispirarsi.
Esterno destro: Antoine Griezmann (Atletico Madrid)
Quest’anno la Liga non ha assegnato il premio MVP del campionato, ma se lo avesse fatto molto probabilmente a meritarselo sarebbe stato Antoine Griezmann. L’attaccante francese è stato letteralmente l’unico uomo sul quale l’Atletico Madrid ha riposto le speranze nei momenti peggiori della stagione, sia in patria che in Europa.
La stagione dell'Atletico, nonostante il terzo posto finale arrivato un po’ con il pilota automatico inserito, non può che ritenersi mediocre ma nonostante questo Grizou ancora una volta si è distinto per essere stato l’ultimo a gettare la spugna. Memorabile, per esempio, la sua prestazione nel derby in casa del Real Madrid, ripreso solo nel finale dai blancos ma sbloccato da una sua super giocata. O, ancora, come contro il Barcellona è riuscito a mettere in difficoltà la miglior difesa della Liga. Il tutto a 32 anni compiuti, giocando 38 partite su 38 e confermandosi il lider maximo dei Colchoneros. Qualche annotazione statistica: Griezmann ha terminato la stagione con 17 gol segnati e 6 assist, mettendosi anche tra i primi tre giocatori della Liga per gol, xG prodotti, occasioni create, tiri tentati ed expected assists a partita. Insomma, Griezmann è stato l'uomo ovunque dell'Atleti, quello che si è caricato la squadra sulle spalle e che nel farlo ha mostrato, ancora una volta, tutte le sue qualità.
Trequartista: Gabriel Veiga (Celta Vigo)
Siamo all’ultimo turno di campionato, il Celta deve ancora matematicamente salvarsi e a Balaidos arrivano i campioni del Barcellona. Un punto basta, tre sarebbero meglio, così a chiudere la pratica ci pensa Gabriel Veiga, talento galiziano che con una doppietta spazza via i blaugrana e conduce definitivamente la traballante nave in porto.
A fine partita, l’asso del Celta andrà sotto la curva per salutare i tifosi e baciare loro in faccia lo stemma del club, quasi come a dire che nella nuova stagione c’è la possibilità di non rivedersi più. Dinamiche di mercato a parte, Gabri Veiga è stato uno dei protagonisti tra gli underdog della Liga. A 21 anni ha chiuso la stagione in doppia cifra (11 gol) e, insieme all’eterno Iago Aspas, ha rappresentato l’unica certezza per il Celta di Carvalhal. Trequartista centrale, dotato di un ottimo piede destro, bravo negli inserimenti e nel chiudere le azioni, Veiga è stato utilizzato come centrocampista offensivo in un 4-1-3-2, con un mediano a protezione che gli consentisse le scorribande in area avversaria. Tattica che ha funzionato sia con Coudet che con Carvalhal, visti i risultati. La clausola da 60 milioni di euro sul suo contratto sarà il tema dell’estate: Chelsea e Real Madrid potrebbero farci un pensiero, andando ad arricchire le tasche del presidente Mouriño.
Esterno sinistro: Vinicius Junior (Real Madrid)
Dieci gol e altrettanti assist, una doppia doppia cifra che sottolinea l'apporto di Vinicius Junior all’annata del Real Madrid di Ancelotti. E poi secondo per azioni da tiro create, terzo dato sui 90 minuti, terzo per tiri nello specchio, sesto per passaggi chiave complessivi. Già solo questi dati basterebbero per mettere a fuoco la Liga giocata dal campione brasiliano, che a 22 anni si muove già da veterano a tal punto da essere diventato una pietra angolare dei blancos.
I suoi dribbling, le sue sterzate nello stretto e la capacità di creare superiorità numerica hanno infatti permesso al Real di vincere anche le partite più sporche. Questo non è bastato per tenere testa al Barcellona, ma in vista di ciò che prospetta il futuro – una rosa sempre più giovane, soprattutto con l’inserimento di Bellingham, e quindi di grandi prospettive – avere questo Vini rappresenta un grandissimo vantaggio. In tutto ciò è anche maturato a livello umano, come dimostrato durante i vergognosi episodi di Valencia e Valladolid, quando l’ex Flamengo è stato oggetto di vergognosi insulti razzisti ai quali, solo un anno fa, avrebbe reagito diversamente. Vinicius non è solo un patrimonio del Real Madrid, ma anche del calcio e va preservato in quanto tale, con la ragionevole certezza che già oggi di lui si può parlare come di uno dei top al mondo.
Punta: Karim Benzema (Real Madrid)
Pallone d’Oro a metà stagione, Karim Benzema ha salutato il Real Madrid dopo una Liga conclusa con 19 gol e una stagione piena zeppa di highlights da tramandare a posteri. Il centravanti francese proseguirà la propria carriera in Arabia Saudita e, mai come oggi, si può affermare che il calcio mondiale perde uno dei suoi protagonisti principali.
Attaccante moderno, regista offensivo che sa rifinire e finalizzare come pochi altri al mondo, Benzema è sempre stato oggetto di una narrazione particolare; d’altronde nel fiore dei suoi anni, nella capitale, c’era Cristiano Ronaldo ad oscurarlo e, solo una volta andato via CR7, l’ex Lione ha vissuto una seconda giovinezza. A tutto ciò va aggiunto un carattere taciturno e riservato, che di certo non ha aiutato. Eppure, Benzema verrà ricordato come uno dei centravanti più forti di sempre. Durante la sua passerella finale, a quasi 36 anni, ha sciorinato ancora giocate e numeri da top player, confermando il fatto che, se avesse voluto, avrebbe potuto ancora giocare ad altissimi livelli. Non andrà così, ma è stato un viaggio bellissimo.
Punta: Robert Lewandowski (Barcellona)
Solo un anno fa ci si chiedeva se Robert Lewandowski sarebbe stato capace di esprimersi a grandi livelli anche lontano dalla comfort zone della Bundesliga. La risposta, come sempre, l’ha data il campo: il
polacco, alla prima stagione in Liga, ha vinto il titolo di pichichi con 23 gol all’attivo, diventando determinante per la conquista del titolo del Barcellona.
Solo Benzema ha saputo tenergli testa, il che la dice molto lunga sul valore di un centravanti che tendenzialmente parla poco e porta molta concretezza. Stilisticamente non bellissimo da vedere, Lewandowski si è dimostrato comunque letale negli ultimi sedici metri di campo, non solo finalizzando le azioni ma anche lavorando tantissimi palloni e vestendo i panni del regista offensivo. Insomma, un numero nove totale, sul quale il Barcellona può ragionevolmente pensare di costruire la squadra che verrà, obbligata – dopo aver vinto meritatamente la Liga – a tornare protagonista anche in Europa.
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