Xavi Simons e lo swag
Uno dei talenti più stilosi del calcio europeo ha trovato continuità al PSV.
Prima di parlare di Xavi Simons – e di come sia diventato uno dei migliori calciatori al mondo a 20 anni, dopo un inizio di carriera nebuloso, in cui sembrava essere precipitato nel Canyon dei talenti mancati –vorrei iniziare questo pezzo con due versi dei Daft Punk. La canzone che contiene queste parole è Digital Love, singolo di lancio dell'album Discovery, e la storia riguarda un sogno interrotto da un brusco risveglio. Un bacio semplicemente immaginato, che non arriva mai.
"The time is right to put my arms around you
You're feeling right, you wrap your arms around too
But suddenly, I feel the shining sun
Before I knew it, this dream was all gone"
Ok, Xavi Simons ha appena compiuto 20 anni ma non credo di sbagliare dicendo che fino alla scorsa estate la sua carriera assomigliava a un viaggio onirico verso l'oblio. A 7 anni aveva iniziato a giocare nel Barcellona (suo padre Regilio lo ha chiamato Xavi in onore del regista); a 10 era già il bambino-calciatore più famoso al mondo; a 14 il suo Instagram conteneva centinaia di migliaia di followers e il suo nome era già catchy per il calciomercato. Nel 2019, a 16 anni, Xavi aveva deciso di non rinnovare con il Barça, firmando un ricco triennale con il PSG. Era questo il punto a cui era arrivato l'ecosistema calcistico contemporaneo: le big europee come aristocratici annoiati, che provano ad affermare la propria potenza mediatica soffiandosi giocatori sempre più giovani.
Nel caso di Xavi Simons, però, qualcosa era andato storto. L'hype ha circondato dal primo momento la sua visione di gioco metafisica: nelle giovanili del Barcellona, dove era già capitano e simbolo della squadra, Simons giocava nella realtà aumentata, come se avesse un visore sottopelle che gli permetteva di guardare attraverso i corpi e riconoscere gli anditi in cui trasmettere il pallone. Insomma, come poteva un centrocampista chiamato Xavi non appartenere alla genealogia di palleggiatori del Barça? Si parlava di lui per lo stile di gioco raffinato e per il phisique du role singolare - quel nugolo di capelli ricci e biondi che nascondeva un busto gracile.
Tra il 2019 e il 2020 la generazione Z si è abbattuta sul calcio mondiale. Erling Haaland, Jadon Sancho, Eduardo Camavinga, Pedri: tutti giocatori perfetti, nati per rivoluzionare il gioco da adolescenti. Xavi Simons non è nato pronto. Già nel 2019 il padre predicava calma: «Vuole solo diventare un buon giocatore». Poi il tempo è passato e il ragazzino docile che si perdeva in maglie slabbrate e di cui a fatica si riconoscevano gambe da atleta è sparito dalla scena.
Mentre i suoi coetanei facevano le fiamme in Champions League, Simons non aveva neanche esordito in prima squadra. Ha dovuto aspettare febbraio 2021, quando Mauricio Pochettino lo ha fatto entrare a una manciata di minuti dalla fine di PSG-Caen nei 32esimi di Coupe de France. Nella stagione successiva le cose non sono migliorate: Xavi Simons ha chiuso con 6 presenze in Ligue 1, 128 minuti complessivi. Eravamo arrivati al nocciolo dell'inganno, quindi. Come il sognatore nella canzone dei Daft Punk, avevamo immaginato una dimensione inesistente?
Xavi Simons esiste davvero o è un prodotto della nostra fantasia?
Oggi conosciamo la risposta che daremmo a una domanda del genere. Xavi Simons ha chiuso la prima stagione al PSV con 19 gol e 8 assist, finendo come secondo miglior marcatore dell'Eredivisie. L'allenatore degli olandesi, Ruud van Nistelrooij, lo ha utilizzato da ala sinistra o falso nueve nel 4-3-3 e lui ha subito risposto. A fine luglio aveva chiuso la Supercoppa d'Olanda contro l'Ajax, vinta per 3-5, con un gol essenziale e allo stesso tempo pieno di swag, come tutto il gioco cucito da Xavi Simons. In quell'occasione, Simons aveva attaccato la porta dell'Ajax dopo un triangolo al limite dell'area e per segnare aveva scelto di dribblare il portiere. Ad agosto era iniziato il campionato e tanto per cambiare Xavi aveva segnato sei gol nelle prime quattro partite.
Pur non avendo mai giocato con continuità tra i professionisti, la crescita fisica e mentale di Xavi Simons è apparsa chiara da subito. A marzo 2022 aveva scatenato le polemiche dei social, quando in una partita di Youth League aveva esultato in faccia a un giocatore del Siviglia, zittendolo. Anche il suo allenatore dell'epoca al PSG, Zoumana Camara, lo aveva rimproverato nel post-partita: «Il Paris Saint Germain è un'istituzione in cui devi sapere come comportarti». Xavi Simons era già passato come un provocatore, l'ex talento che aveva preso la strada della perdizione. Anche per questo la sua rinascita - per quanto mi sembra assurdo usare questa parola per un giocatore ancora teenager - non è passata sottotraccia.
I gol di Xavi Simons, forse come quelli di pochi calciatori al mondo, mostrano tutto il suo talento. Sempre ad agosto, contro il Go Ahead Eagles, ha segnato raccogliendo un pallone in mischia, sforzandosi di addomesticarlo con il petto e portarselo sul sinistro con un tocco dolce di esterno destro. Xavi Simons è un giocatore unico, capace di muoversi nella razionalità del gioco di posizione come nel caos primordiale dell'area di rigore. Il suo gioco è ancora pieno di ricami, Simons ama muoversi in spazi angusti e toccare più volte il pallone, ma la verticalità dell'attacco del PSV – dove quest'anno si è connesso con Johan Bakayoko e Cody Gakpo, prima che il secondo passasse al Liverpool – ha svezzato il suo gioco in campo aperto.
Prendiamo questo gol al Vitesse. Guardate come i suoi passi disorientano il difensore, che rimane ancorato a terra come un pilastro di cemento quando Xavi Simons appoggia il tacco sinistro sul pallone, in una finta che Cristiano Ronaldo ha reso iconica. Giocando a sinistra, Simons usa tutta il suo estro creativo per illudere gli avversari sulla sua prossima mossa. Sterza più volte, passa il pallone, lo riceve di nuovo, torna a sterzare. È un gioco voluminoso, il suo. Un gioco che si basa sulla quantità di giocate provate. Secondo i dati di Fbref è nel 2% di attaccanti che crea più expected goals in Eredivisie – 0.66 a partita – e nell'8% di quelli che creano più azioni da tiro: 5.33 ogni novanta minuti.
La cosa più stupefacente di Xavi Simons è la sua completezza. Lo avevamo lasciato come timido trequartista in Youth League, contornato da ragazzini molto più grandi di lui. Adesso ha un fisico asciutto, da giocatore moderno – è alto 179 cm – e la sua influenza atletica in campo è evidente. I gol di Xavi Simons mostrano tutto il suo talento, dicevamo, anche perché segna in tanti modi diversi. A ottobre ha segnato dopo un paio di dribbling, mentre cadeva, in Europa League contro lo Zurigo. Qualche giorno dopo, contro l'Utrecht, ha superato il portiere con un pallonetto fatto di cachemire.
Il finale di stagione è stato all'altezza del debutto. Nelle ultime 9 giornate di Eredivisie, Xavi ha segnato 8 gol e fornito 3 assist. Poi ci sono le giocate che non finiscono negli highlights individuali di Youtube. È nel 7% delle ali che prendono più campo palla al piede – 142.75 metri a partita – e la sua importanza nel PSV è cresciuta così tanto che a dicembre van Gaal non ha potuto ignorarlo per il Mondiale. In Qatar Xavi Simons ha giocato solo 7 minuti, ma è difficile immaginare il futuro dell'Olanda senza di lui.
A marzo ha combinato con El Ghazi e Fabio Silva, tornando a puntare sulla capacità di interpretare gli spazi che ha allenato a Barcellona, e così ha propiziato il gol del 5-2 al Cambuur. Qualcosa però è cambiato dai tempi del Barça. Xavi Simons è diventato un rifinitore più che un regista, e può svariare su tutto il fronte d'attacco: è ambidestro, e anche partendo da destra si associa con i compagni giocando nei mezzi spazi.
Non crediate che Simons sia funambolico. L'estetica del suo calcio è legata all'intelligenza con cui si muove in campo. Vederlo giocare assomiglia a una mutazione biologica: Xavi Simons incarna l'evoluzione nel genoma del calcio totale, la sua apertura alla contaminazione verticale degli ultimi anni. In ripartenza è micidiale ma il suo piede destro è molto preciso anche se la zona in cui agisce si trasforma in un bugigattolo dove non c'è ossigeno per respirare.
Anche le statistiche che riguardano i passaggi e l'impatto di Xavi sulla manovra sono ottime. È raro trovare un giocatore che incida in così tante forme diverse sulla partita ed è anche per questo che Xavi Simons è diventato uno dei titolari irrinunciabili del PSV. Non tenta molti passaggi – solo 36.41 a partita – ma quelli che effettua sono spesso progressivi – passaggi verticali e diagonali, quindi che fanno guadagnare campo alla squadra – e soprattutto è l'ala che completa più passaggi lunghi in Eredivisie: il 75% di quelli tentati.
Qualche settimana fa ha segnato un bel gol contro l'AZ che ha permesso al PSV di qualificarsi alla prossima Champions League. Xavi Simons è passato tra i difensori senza provare nemmeno a schivarli, come se lui camminasse sulle acque e quelli non riuscissero neanche a vederlo. Una volta arrivato a tu per tu con il portiere lo ha dribblato, ovviamente. L'eleganza della sua tecnica si è connessa a un'esuberanza fisica originale, che gli ha permesso di scappare in velocità palla al piede.
Xavi Simons secures dutch golden boot and UCL qualification with this solo goal in the last second of the game pic.twitter.com/r9EJNdyWKa
— Chuck Bass (@LeeFussballV2) May 28, 2023
Ci sono stati altri momenti swag nel campionato di Xavi Simons. A maggio il canale ufficiale del PSV gli ha dedicato un video che si intitola "his journey so far". In certe azioni sembra danzare sul pallone solo per distrarre i difensori e bruciarli in velocità; in altre il primo controllo eseguito col tacco gli conferisce una classe da giocatore d'élite. Come nell'azione di questo gol al Groningen, in cui oltre al controllo orientato sorprende il portiere con un tiro a giro sul secondo palo. Un gol voluttuoso, come le finte che Xavi Simons usa per creare vantaggi offensivi al PSV.
Dopo questa grande stagione, il PSG potrebbe esercitare la clausola che ha mantenuto sul cartellino di Xavi Simons. «C'è un'opzione, ma ho io l'ultima parola sul futuro» ci ha tenuto a precisare lui, mettendo fine alle voci di mercato che lo rivedevano già a Parigi. Nelle ultime settimane si è parlato anche dell'interesse del Bayern Monaco. Insomma, la cosa certa è che l'hype è tornato a circondare la figura di Xavi Simons. Stavolta però è giustificato. Se davvero dovesse lasciare Eindhoven per un top club, il suo sarebbe uno dei acquisti più interessanti dell'estate. L'atmosfera onirica si è dispersa: adesso Xavi Simons è un giocatore in carne e ossa. Non va più considerato un fenomeno dei social, perché è diventato uno dei migliori giovani in Europa.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.