
- di Matteo Furina
L'efficacia difensiva che ha portato la Lazio in Champions
Vincendo a Udine la Lazio ha ottenuto la certezza di chiudere nei primi quattro posti.
Con i risultati della 36° giornata di campionato, la Lazio di Sarri torna ufficialmente in Champions League dopo due anni di assenza. I biancocelesti hanno vinto 1-0 in casa dell’Udinese e strappato il pass per la prossima Coppa dei Campioni.
Per cercare di capire il motivo che ha portato la Lazio a un traguardo che sembrava proibitivo all’inizio del campionato, bisogna partire da ciò che l’ha reso possibile: una solidità difensiva inedita. A differenza dell’anno scorso, infatti, l’attenzione di Sarri per la fase di non possesso palla ha dato alla Lazio un'efficacia difensiva che raramente si era vista negli ultimi anni, quando la Lazio era una squadra che segnava tanto e subiva ancor di più.
Certamente l’ottimo mercato estivo in entrata ha avuto un peso notevole su questo successo. Gli arrivi di Casale e Romagnoli hanno permesso alla Lazio di contare su una coppia di centrali difensivi solida, affiatata e che in larghi tratti del campionato è apparsa insuperabile. L’ex capitano del Milan, da sempre tifosissimo della squadra romana, è divenuto immediatamente leader e beniamino dei tifosi, ha scommesso col destino scegliendo la maglia numero 13 che fu di Alessandro Nesta ed è divenuto l’assoluto punto di riferimento e leader carismatico della retroguardia biancoazzurra. L’ex Verona invece, dopo un inizio passato ad osservare i compagni, ha dimostrato di essere un difensore moderno di alto livello, un autentico jolly del mercato laziale.
Casale non solo è molto alto e fisicamente possente, ma è anche estremamente agile e veloce, coraggioso nel prendersi rischi e primo di timori reverenziali nei confronti di qualsiasi avversario. Non c’è dubbio che la fortuna della Lazio di quest’anno parta da loro. Ma non solo.
La stagione della squadra di Sarri ha iniziato a svoltare al 7’ minuto della prima giornata in casa col Bologna, quando il portiere titolare Maximiano si è fatto espellere per un goffo intervento di mano fuori dall’area. Al suo posto è entrato Ivan Provedel che da quel momento in poi non ha più abbandonato i gradi di titolare. Il portiere di Pordenone ha sfoderato una serie impressionante di partite nella quali ha salvato il risultato: con un differenziale di +2.2 tra xG post tiro e gol subiti è uno dei portieri del campionato più efficaci tra i pali, dietro solo a Marco Silvestri dell’Udinese tra quelli che hanno giocato più minuti (tutti i dati sono Fbref). Senza Provedel non sarebbe stato possibile per la Lazio raggiungere i 20 clean sheet di questa stagione: un record per la Lazio in Serie A, a una sola lunghezza di distanza dai 21 che costituiscono il record assoluto del campionato e che può essere ancora raggiunto. Provedel però è stato un fattore anche per la sua abilità fuori dall’area e nel gioco con i piedi. Come scrivevamo in questo pezzo di marzo, «Quando la Lazio deve costruire e i centrali si allargano, Provedel costruisce insieme al centrocampista centrale, spesso Cataldi, i vertici di un rombo che favorisce la costruzione biancoceleste. E anche se non tocca la palla così spesso il suo lancio lungo è essenziale per fornire alternative alla squadra».
Va detto che lo straordinario risultato difensivo della Lazio è frutto anche di una overperformance singolare. La Lazio non è tra le squadre del campionato che concedono meno occasioni, anzi: sono 9° per xG concessi, e anche il rapporto xG/tiri concessi non è affatto straordinario; al contempo, però, la Lazio è nettamente la squadra con la migliore differenza tra gol concessi e gol attesi. In altre parole, la Lazio ha subìto 12.5 gol in meno di quanti era statisticamente ragionevole aspettarsi. E anche questo dato dice molto della grandissima stagione di Provedel.
Anche il lavoro fatto dal centrocampo in fase difensiva ha aiutato non poco la squadra ad arrivare al risultato desiderato. Cataldi col tempo è divenuto il metronomo della squadra, l’ultimo bastione prima della linea difensiva. Nell’arco dei mesi moltissime azioni che avrebbero potuto mettere in difficoltà la retroguardia biancoceleste si sono tramutate in un nulla di fatto grazie al lavoro del ragazzo romano sul quale Sarri ha sempre puntato.
Capolavoro tattico e psicologico inoltre è stato fatto su Luis Alberto. La mezzala spagnola è partita all’inizio del campionato come riserva, in quanto ritenuto incompatibile con le idee del tecnico. Tuttavia col tempo il continuo lavoro fatto da Sarri sulla sua psiche lo ha portato a divenire il giocatore più importante della seconda parte di stagione. Non solo dal punto di vista offensivo, dove in molte occasioni ha abbagliato col suo talento, ma soprattutto in quello difensivo. Per la prima volta Luis Alberto è apparso coinvolto nei meccanismi difensivi, lo si è visto correre a recuperare palloni e a dare una mano specie sulla sinistra dove Zaccagni, impegnato al 100% in fase offensiva, e il sempre buono ma modesto Hysaj avrebbero potuto lasciare più spazi agli avversari.
Nella zona destra del campo, invece, Sarri ha potuto contare tutto l’anno su Felipe Anderson e Pedro, due giocatori decisamente più predisposti ad aiutare la difesa, sostenuti da un terzino altrettanto solido nel lavoro difensivo come Marusic.
Sarri è riuscito a creare un sistema in cui in tutte le zone del campo, in quasi ogni azione, un giocatore è stato pronto a interrompere le azioni offensive avversarie o ad aiutare un compagno. Discorso che vale non solo per i titolari ma anche per le riserve. L’apporto dato da Patric nelle prime giornate di campionato quando Casale era ancora in bacino di carenaggio o da Vecino è incalcolabile visto che sono riusciti a mantenere la stabilità fornita dai più quotati compagni anche nei momenti di difficoltà. Basti pensare che nella partita più difficile dell’anno, quella che ha fatto capire a tutti che la Lazio faceva sul serio, erano entrambi titolari. Si, parliamo ovviamente della vittoria per 1-0 sul campo dei futuri campioni del Napoli.
Quel match è senza dubbio la chiave di volta del campionato biancoceleste. La Lazio veniva infatti da un periodo complicato: una vittoria di misura con la mai competitiva Sampdoria, una buona vittoria a Salerno e la bruttissima sconfitta in casa con l’Atalanta. Al Maradona tutti si aspettavano un Napoli vincitore e una Lazio in crollo definitivo verso una stagione mediocre. Sarri invece ha stupito tutti con una preparazione difensivista della partita nella quale ha sfruttato il gran gol proprio di Vecino e una solidità mentale al suo massimo stagionale. La vittoria è servita per rimettere la stagione sui binari giusti e riempire il serbatoio di entusiasmo in vista del finale di campionato. Senza quella vittoria, probabilmente, staremmo parlando di un’altra stagione nella media, fatta di rimpianti e occasioni sprecate.
La Lazio è ora chiamata al salto di qualità. Milinkovic-Savic probabilmente dirà addio, dopo un finale di stagione totalmente sotto livello. Immobile ha mostrato i segni del tempo infortunandosi 3 volte e necessita almeno di un buon vice dal mercato. Luis Alberto, Vecino e Pedro sono all’ultimo giro di giostra e il gravoso impegno della Champions incombe.
La Lazio ha bisogno di un mercato corposo, Lotito è chiamato ad un investimento che negli anni si è sempre mostrato riluttante a fare: non solo dovrà sostituire uno dei più forti centrocampisti che la Lazio abbia mai avuto, ma dovrà anche porre rimedio a errori di mercato precedenti, come gli acquisti di Cancellieri, Maximiano, Basic e Marcos Antonio. Quest’ultimo potenzialmente potrebbe ancora dare qualcosa di importante alla squadra, ma apparentemente non ha la solidità che oggi serve a Sarri.
Il coach toscano ha gettato le basi di una squadra vincente, creando una difesa giovane, affiatata, sicura. Le fondamenta di un progetto vincente. Ma ora sta al presidente portare nella capitale giocatori che possano appoggiarsi sulle possenti spalle di Provedel, Romagnoli e Casale per arrivare a un altro risultato importante, qualunque esso sia in futuro.
Pensare di continuare a competere con questa rosa ristretta in un anno in cui si dovrà far fronte alla Champions League è utopia, ma non dare gli strumenti a Sarri per continuare il suo lavoro e competere davvero sarebbe un sacrilegio che la tifoseria laziale non merita.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...
Cos’è sportellate.it
Dal 2012 Sportellate interviene a gamba tesa senza mai tirarsi indietro. Sport e cultura pop raccontati come piace a noi e come piace anche a te.
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.
Canale YouTube
La famosa "A" di Franco Armani e molto altro.
Segui il nostro canale youtube per non perderti i nostri video.