Considerazioni sparse post Napoli-Inter (3-1)
Il Napoli torna a fare il Napoli, battendo anche l’Inter, l'unica squadra ancora imbattuta contro gli azzurri.
- Il Napoli raccoglie l'ultimo scalpo che gli mancava, quello dell'Inter unica squadra fino ad oggi ad uscire indenne dagli scontri con i partenopei. Una vittima diventata ancor più di prestigio, visto che nel frattempo i nerazzurri hanno raggiunto un picco di forma eccezionale che è valso, tra le altre cose, le due finali di Coppa Italia e Champions League;
- Una finale, quella del trofeo nazionale in programma mercoledì, che ha il suo peso sulle scelte di Inzaghi: il tecnico dell'Inter cambia 8 uomini su 11 rispetto alla sfida contro il Milan. Non cambia però l'approccio, che resta quello solito: una squadra che decide di attendere, lasciando il pallone agli avversari, per poi provare a pungere in ripartenza. Il piano riesce però solo a tratti;
- Le difficoltà dell'Inter sono direttamente proporzionali alla performance del Napoli, che dopo una frenata preventivabile sia sul piano fisico che mentale dopo una stagione del genere torna alla versione vista fino a marzo: pallino del gioco che non è mai sfuggito dai piedi degli azzurri, che macinano tanto gioco e tengono in costante apprensione gli avversari, ancor di più dopo la sciocca espulsione rimediata da Gagliardini, che ha complicato notevolmente la resistenza nerazzurra;
- Bene Kvaratskhelia, oggi particolarmente ispirato; benissimo Lobotka che è salito nuovamente in cattedra a dettar legge in mezzo al campo. Copertina però che va ad Anguissa, che dopo tanti tentativi trova finalmente la rete che sblocca la partita, e al capitano Di Lorenzo, che trova un gol capolavoro col mancino che orienta definitivamente il match alle pendici del Vesuvio;
- L'ultimo punto serve per correggere il precedente: la copertina, consentite l'eccezione, va al carneade Gianluca Gaetano. L'ex Cremonese è un uomo marginale della rosa dei campioni d'Italia, avendo giocato pochissimi minuti, ma nel finale trova un gol pesante che lo emoziona fino alle lacrime: un classe 2000 che ha fatto tutta la trafila delle giovanili con gli azzurri, unico autoctono della squadra partenopea: un gol che certifica quanto l'impresa degli azzurri sia stata corale, con all'interno il contributo di tutti coloro che son parte dell'organico.
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