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Considerazioni sparse post Inter-Benfica (3-3)


L'Inter è tra le migliori quattro d'Europa ed è un risultato sensazionale. Il doppio confronto col Benfica non ha fatto che mostrare tutte le qualità dei top player della rosa.


- Ancora lui, Nicolò Barella: tutto quello che ha fatto nella doppia sfida contro il Benfica è la dimostrazione del perché debba essere considerato il miglior centrocampista italiano. E del perché sia giusto pretendere di più da lui nelle sue settimane di pausa di campionato o quando inanella degli errori di distrazione. Decisivo all'andata e al ritorno per mandare l'Inter tra le prime quattro d'Europa;

- Bentornato Lautaro: ci è voluto un po' (leggi, qualche mese), ma con il passaggio alla semifinale è tornata anche una prestazione degna di nota da parte di un attaccante dell'Inter che partisse dal 1'. Non poteva che essere Lautaro, che fino alla partita con lo Spezia aveva disputato una stagione più che ottima di fatto reggendo da solo il peso offensivo nerazzurro. Oggi, di fianco a un Dzeko nuovamente insufficiente, gol e prestazione scintillante. Bentornato;

- Il Benfica è arrivato a questa semifinale scarico mentalmente e fisicamente: non ci sono meriti che si possono togliere all'Inter, alla sua prestazione difensiva e alle sue intense fasi di possesso palla che hanno disordinato le Aguias portoghesi, ma bisogna riconoscere come questo Benfica non fosse più la versione scintillante che si era vista nel girone di fine 2022. Più lenti, più imprecisi, meno concreti. L'Inter ha avuto il merito di piegare le sorti dello scontro sin dal primo dei quattro quarti che hanno scandito i due match;

- Un risultato clamoroso. Per un risultato così altisonante non ci sono deficit della rosa o evidenti mancanze progettuali che tengano. Per una volta è giusto concentrarsi solo sul fatto in sè, che in questo recita "Inter tra le prime quattro d'Europa". In maniera rocambolesca, inaspettata e in totale divergenza dal resto della traiettoria sportiva della società Inter, ma l'Inter ha appena conquistato un risultato storico. Come all'andata, nuovamente grazie alle ottime prestazioni di Barella, Bastoni, Mhkitaryan. Questa volta con un Brozo più impreciso, e un Dimarco e Lautaro ritrovati;

- La semifinale, merita un punto a parte. A Milano e dintorni nel prossimo mese non volerà una mosca. Vent'anni dopo, la sfida più emozionante e sentita del calcio italiano torna a disputarsi in una semifinale di Champions League. Cosa volere di più?

  • 26 anni a base di fùtbol, racchette e capitali del mondo. Contro gli anglicismi inutili.

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