Considerazioni sparse post Juventus-Sporting Lisbona (1-0)
La Juve gioca male e vince bene.
- Dentro uno Stadium tristemente silente, la Juventus gioca una partita di estrema sofferenza, vinta grazie a 15 minuti ben fatti e alla differenza qualitativa dei due portieri. Adan disfa tutti gli sforzi dei portoghesi, mentre il subentrato Perin (un in bocca al lupo a Szczęsny) alza la saracinesca con un doppio intervento finale colossale. Alla fine è stata Allegrata;
- Allegri tira fuori un arrembante 3-4-3 che produce di fatto il nulla cosmico, a dimostrazione che non basta certo mettere dentro tutte le punte per cambiare pelle. In più Chiesa, Di Maria e Milik non sono per motivi diversi in un buon momento della stagione e stasera si è visto. Dopo qualche mareggiata qua e là, la Juve gioca un quarto d’ora di intensità e concentrazione nel cuore del secondo tempo e tanto basta per battere una squadra ben organizzata e con discrete individualità, ma drammaticamente priva di un punto di riferimento offensivo;
- Curiosa soprattutto la gestione dei cambi di Allegri, che parte con un anomalo centrocampo a due prima di chiudere con uno psichedelico centrocampo a quattro con quattro mezzali. Idee confuse, cambi sbagliati e troppo difensivi. La Juve dopo l’1-0 si è eclissata eccessivamente, come tante volte succede e la gestione dei cambi è una delle cause conclamate. La filastrocca ad ogni modo è ormai nota a tutti. Questo gruppo non ruba l’occhio, non produce un calcio gradevole ma ha un’identità precisa e tiene sempre la barra dritta. A volte poi puó bastare, come stasera, a volte no, come contro la semifinale d’andata contro l’Inter, una partita con una prestazione bianconera tutto sommato similare;
- Alla fine la Juve si tiene in piedi grazie alla forza propulsiva sulla destra di Cuadrado e Di Maria, campioni che pur dentro una prestazione (si potrebbe dire una stagione) non buona hanno la capacità di mettere insieme un numero di giocate sufficiente per creare problemi e pericoli. Poco altro arriva dal resto della truppa, con un Chiesa volenteroso ma ancora preoccupantemente poco incisivo negli ultimi venti metri, un Kostic in riserva e sacrificato dal ruolo e delle punte ancora in difficoltà;
- Una nota di merito finale per il match winner, un Federico Gatti in crescita e che vive stasera la notte dei suoi sogni. Una bella storia di provincia e meritocrazia all’italiana. Il titolare della difesa a tre bianconera deve essere lui. Bravo.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.