Considerazioni sparse post Feyenoord-Roma (1-0)
Un remake della finale di Tirana, ma al contrario.
- Roma e Feyenoord, protagoniste dell'ultima Conference, tornano a sfidarsi nell'infuocato "de Kuip". L'ultima volta che si erano incrociate da quelle parti - 8 anni fa - Gervinho era stato omaggiato di una banana gonfiabile dai tifosi di casa, che stavolta hanno evitato episodi beceri ma hanno cantato incessantemente per tutti i 90';
- Due expected goals a fronte di zero reti segnate, un rigore sbagliato, una traversa con il pallone non entrato per questione di millimetri, gli infortuni di Dybala e Abraham: alla Roma oggi non ne è andata giusta una. Se a Tirana i giallorossi avevano sbloccato il match e poi avevano sofferto, rischiando a più riprese di prendere il gol del pari (che il Feyenoord non avrebbe demeritato), oggi per uno strano scherzo del destino si è verificato l'esatto opposto. Gli olandesi hanno subito una rivoluzione rispetto a 10 mesi fa (che non ha coinvolto la guida tecnica) ma si confermano una squadra di qualità, che non a caso sta dominando il proprio campionato;
- Mourinho si presenta con un 3-5-2, con Pellegrini "abbassato" a fare la mezzala al fianco di Cristante e il duo Dybala-Abraham davanti. Il piano-gara della Roma è il solito, volto a minimizzare i rischi e a occupare con compattezza il quarto difensivo per poi provare a ripartire. Il primo tempo è inevitabilmente bloccato, la Roma non si scompone nemmeno dopo il duro colpo dell'infortunio di Dybala dopo soli 26' e rischia pure di passare in vantaggio. Peccato che, senza l'argentino, sia Pellegrini a dover tirare (e sbagliare) un rigore che aveva il sapore di turning point della gara;
- In avvio di ripresa la Roma prende gol nell'unico modo che sembrava possibile: si schiaccia troppo dentro l'area, e così Idrissi può tirare fuori l'unico lampo del suo match pescando Wieffer che, dai 20 metri, trova con un benevolo rimbalzo il jolly dell'1-0. Da quel momento c'è tanta Roma, ma non basta. Anche Abraham va ko, e gli subentra un inguardabile Belotti. Zalewski -bruciato da Idrissi in occasione del gol - è sempre pericoloso in proiezione offensiva e ci prova fino alla fine, al pari di un Cristante che alza sempre di più la sua posizione, finendo per fare l'incursore come ai temi di Gasperini;
- Il discorso qualificazione resta apertissimo, con altri 90' da giocare all'Olimpico, in una tipologia di gare che Mourinho conosce come le sue tasche e nelle quali la Roma sembra aver acquisito maggiore consapevolezza. I segnali sul piano del gioco e della gestione del match che ha fornito sono positivi, al netto del rimpianto per una sconfitta immeritata. Bisognerà però capire chi ci sarà però tra 7 giorni, visti i tanti infortuni nel reparto offensivo, e in particolare il recupero di Dybala sarebbe fondamentale. Resta poi da sciogliere il nodo Pellegrini, che a forza di scendere in campo stringendo i denti avrà fatto la fortuna degli odontoiatri romani. Vederlo giocare in queste condizioni trasmette malinconia, e occorre una seria riflessione sulla gestione dei giocatori e del turnover.
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