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Considerazioni sparse post Milan-Napoli (1-0)


Milan che sfrutta un miglior stato di forma generale ed a cui basta il gol al 40' di Bennacer per far suo il primo atto. Napoli che prova a tenere botta nonostante i nervi a fior di pelle, contenendo in un certo senso le perdite e tenendo vive le speranze in vista del ritorno.


- La gara inizia con la squadra più in difficoltà alla vigilia, ovvero il Napoli che ha perso tre pezzi fondamentali nella casella del centravanti, che spinge subito sull'acceleratore creando il maggior numero delle occasioni e mantenendo un leggero controllo sulle operazioni per la prima mezz'ora. Milan che invece, nello stesso lasso di tempo, soffre molto la pressione degli azzurri, che sporca la costruzione dei rossoneri costretti più del dovuto al lancio lungo;

- Il turning point della partita è stata l'occasione di Leao, bravo a sfruttare un indecisione di Rrahmani scivolato, che ha rappresentato un vero e proprio squillo di tromba per la sua squadra. La copertina però se la prende Brahim Diaz, autore di una giocata eccezionale che ha dato il là alla rete del vantaggio firmata Bennacer. Come un pugile che ha appena subito un montante in piena faccia, il Napoli barcolla, rischiando di subire un secondo schiaffo da parte di Kjaer che avrebbe affossato le speranze dei partenopei;

- Speranze che permangono nella ripresa, ma che tali rimangono: il Napoli infatti prova a rispondere con una prova di orgoglio, che finisce però per essere di rabbia, visto che i nervi salgono a fior di pelle (complice anche un arbitraggio che fa molto poco per calmare gli animi). Dal canto suo, c'è il rammarico da parte del Milan di non aver dato uno sprint necessario nel secondo tempo, quando la superiorità numerica avrebbe potuto essere sfruttata meglio per affrontare con maggiore serenità la gara del Maradona;

- Elmas, Lozano o Kvaratskhelia per sostituire gli infortunati Osimhen e Simeone e l'acciaccato Raspadori: questo il dubbio della vigilia per Spalletti. Col senno di poi, la miglior scelta sarebbe stata Giovanni Di Lorenzo: il capitano, sia nel primo tempo da piazzato, sia soprattutto a fine partita, si è rivelato il più pericoloso dei suoi. Se non è arrivato il gol del pari, il merito è del solito, incredibile Maignan, uno dei migliori del suo ruolo a livello mondiale;

- Riassumendo: una partita di certo intensa, ma nel complesso bruttina rispetto agli standard sia di Milan che Napoli, con tanti errori tecnici da una parte e dall'altra che hanno inficiato sulla qualità complessiva del gioco espresso in campo. Una gara però maschia e combattuta, che probabilmente si ripeterà tra sei giorni a Napoli, quando tutto sarà ancora in gioco alla luce di un risultato che non mette niente in ghiaccio. Una gara tutta da giocare non solo per il Milan, ma anche per il Napoli, nonostante piove sul bagnato per gli azzurri, che dovranno rinunciare per motivi disciplinari a due titolarissimi come Kim e Anguissa.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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