Considerazioni sparse pre Campionato del Mondo di Scacchi 2023
Quasi oscurati dall'ingombrante sagoma di Carlsen, Ian Nepomniachtchi e Ding Liren sono pronti a darsi battaglia. A partire da oggi e fino al primo maggio, i due si sfideranno in 14 partite a cadenza classica che decreteranno il migliore al mondo.
- Si alza il sipario sul Campionato del Mondo di Scacchi 2023, il più importante appuntamento per gli appassionati della scacchiera. Ad Astana va in scena una classica degli ultimi anni: il russo Ian Nepomniachtchi (che però giocherà sotto bandiera internazionale FIDE per le note vicende belliche) affronta il cinese Ding Liren: un match che, nell’attuale contesto geopolitico, si carica di implicazioni di vario genere. Si sfidano rispettivamente il secondo ed il terzo punteggio ELO, a testimonianza dell’altissimo livello raggiunto dai due contendenti. I precedenti sorridono a Nepo (3 a 2, con 8 patte), che si è imposto anche nell’ultimo confronto diretto e che domani inizierà col Bianco. Guai però a sottovalutare la verve e la caparbietà del cinese, che ha dalla sua il sostegno di un intero continente;
- Con la speranza di essere smentiti in corso d’opera, quest’edizione sembra destinata a passare alla storia per l’assenza di Magnus Carlsen. Il numero uno al mondo, probabilmente il più forte di tutti i tempi, ha infatti annunciato lo scorso luglio di rinunciare alla difesa del titolo iridato che gli sarebbe ovviamente spettata di diritto. I più maliziosi hanno sottolineato come sia stata una presa di posizione dovuta ad una superiorità pressoché assoluta e che la prospettiva di riaffrontare il russo, già sconfitto nettamente due anni fa, non suscitasse alcuno stimolo; i più cauti hanno invece individuato come principale responsabile la federazione, che non si è mostrata minimamente disponibile a ritrattare una formula obiettivamente logorante.
Ciò che è certo è che Magnus abdica dopo un decennio irripetibile in cui ha infilato una striscia di 5 trionfi (contro Karjakin, Caruana, lo stesso Nepomniachtchi e due volte Anand). Sembra inevitabile che il nuovo campione avrà bisogno prima o poi di un confronto diretto col norvegese per legittimare la corona;
- Ian Nepomniachtchi è al secondo Mondiale consecutivo e avrà l’occasione di riscattare la débâcle di Dubai, in cui raccolse appena 3.5 punti. Il russo ha avuto il grande merito di sovvertire i pronostici della vigilia e di (ri)trionfare con margine nel Torneo dei Candidati dello scorso anno, un girone all’italiana di 8 partecipanti in cui il primatista guadagna proprio la possibilità di sfidare il campione in carica. Se nella precedente edizione Nepo mostrò crepe mentali prima ancora che tattiche (soprattutto dopo la memorabile sesta partita), questa volta il russo dovrà dimostrare di essere definitivamente maturato e di aver imparato a reggere la pressione. La posta in palio è enorme, ma l’esperienza passata può sicuramente aiutarlo. Proprio per questo la bilancia sembra pendere leggermente dal suo lato: staremo a vedere se il ruolo di favorito sarà per lui più congeniale;
- Ding Liren ha staccato il pass per Astana quasi per caso. Ammesso ai Candidati dello scorso anno in seguito al ban di Karjakin (6 mesi per posizione apertamente filoputiniane), ha poi concluso un ottimo torneo posizionandosi secondo, venendo quindi catapultato ai Mondiali in seguito alla rinuncia di Carlsen.
Giocatore talentuoso e solido, tra agosto 2017 e settembre 2018 vanta un’impressionante striscia di imbattibilità di 100 partite classiche consecutive con 29 vittorie e 71 patte. Nello stesso periodo il suo punteggio ELO è culminato a 2816 punti, uno dei più alti recentemente registrati (di contro, il russo non ha mai varcato la soglia dei 2800 punti). Dopo il tour de force dello scorso anno, nel 2023 è praticamente scomparso dalla scena, con l’obiettivo di presentarsi in Kazakistan nella migliore condizione psicofisica possibile. Anche per lui, però, la grande incognita è la tenuta mentale in una competizione che, da qui a fine mese, può davvero decidersi su una singola imprecisione;
- Capitolo tecnico-tattico: entrambi i giocatori hanno più volte mostrato di essere a proprio agio sulla lunga distanza. Ambedue prediligono uno stile aggressivo in cui non di rado si assiste a qualche sacrificio in cambio di attività e/o sviluppo dei pezzi. Da questo punto di vista è però il russo che probabilmente avrà maggiore bisogno di condurre le operazioni, col cinese più bravo a districarsi nella ragnatela posizionale. Nepo preferisce di gran lunga aprire con 1. e4 col Bianco; col Nero si affida spesso alla difesa Petrov o al gambetto di donna rifiutato. Sebbene si tratti di uno stile di gioco piuttosto lineare che non prevede molte alternative, il russo può sicuramente vantare una padronanza pressoché unica di tali varianti. Di sicuro non si tirerà indietro al momento di attaccare. Dall’altro lato Ding è un giocatore più duttile e completo, capace di variare apertura e di adattarsi nel mediogioco. Di contro, in passato questa versatilità lo ha talvolta indotto in confusione. A lui l’onere di sfruttare al meglio le armi che possiede, senza cadere nella trappola di un’originalità esasperata.
Nessuno dei due spicca nei finali, sebbene forse al russo vada riconosciuta un’attitudine migliore. Insomma i presupposti per vedere una sfida emotivamente coinvolgente e tatticamente spettacolare ci sono tutti: non resta che aspettare un mesetto per celebrare il nuovo re della scacchiera.
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