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, 7 Aprile 2023
2 minuti

Considerazioni sparse post Salernitana-Inter (1-1)


Un’Inter sprecona e senza idee non passa a Salerno e rischia di compromettere la corsa alla Champions League.


- A Salerno l'Inter non approccia nel migliore dei modi, vittima di un pressing asfissiante 1 contro 1 impostato dagli uomini di Paulo Sousa. Fortunatamente dopo sei minuti, complici le voragini concesse, Gosens firma il goal del vantaggio. Tuttavia chi immagina una gara in discesa sbaglia di grosso. La partita rimane aperta e con occasioni da entrambi i lati. La Salernitana acciuffa il pareggio sulla più improbabile delle occasioni e al 90', ma l’Inter sembrava in riserva già da almeno 25 minuti. Prestazione preoccupante dei nerazzurri e del loro allenatore che ancora una volta opera dei cambi senza senso;

- Inter alla quale non è evidentemente abbastanza chiara l'importanza di arrivare a qualificarsi per la prossima Champions League. Gli uomini di Inzaghi, ampiamenti rimaneggiati iniziano la partita impostandola su ritmi lenti. Neanche il goal in avvio scuote i nerazzurri che anzi progressivamente vedono spegnersi anche Asllani e Gosens i più positivi della prima mezz'ora. Il secondo tempo dura 15 minuti di nulla e l'ultima mezz'ora giocata in affanno fisico e tattico. Uno spettacolo piuttosto triste che porta a un pareggio giusto nonostante l'estemporaneità con la quale si manifesta;

- Bene Onana, bene Gosens, bene Mkhitaryan e Asllani ma solo per la prima mezz'ora. Tutto il resto della squadra giochicchia o latita. Lukaku sbaglia l'ennesima occasione madornale. Correa conferma il suo stato gassoso. Barella svolazza in giro ma non incide. I cambi sono anche peggio. Brozovic passeggia, Dimarco non si regge in piedi e nell'occasione del goal di Candreva lo marca a cinque metri di distanza. Gagliardini semplicemente non può calcare un campo di calcio con la maglia dell’Inter. Lautaro, ma anche tanti suoi compagni di squadra (Lukaku in testa), sono palesemente e gravemente fuori condizione fisica. Questo è allarmante considerando lo stile e il ritmo di gioco del Benfica;

- Salernitana che ha la colpa di ricorrere a Dia troppo tardi ma ha il merito di avere un'ottima condizione fisica, un Candreva col dente avvelenato e undici uomini che non smettono mai crederci nel poter recuperare la partita. Sousa la incarta bene ad Inzaghi e fa felice la sua gente senza aver rubato nulla;

- Inzaghi dovrebbe spiegare il livello di calcio penoso espresso dalla squadra nell'ultimo mese. Dovrebbe spiegare perché Dumfries ha smesso di giocare a pallone. Perché la squadra dopo 60 minuti ha la lingua di fuori e perché a tre quarti della stagione Lukaku non sa più neanche strappare che era la sua caratteristica più utile e distruttiva. In coda potrebbe spiegare l'utilità di Correa, l'ingresso del già scartato Gagliardini e la totale assenza di varianti tattiche. Prestazione amatoriale quella dell'Inter. Non la prima quest’anno.

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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