Considerazioni sparse post Barcellona-Roma (5-1)
Il cammino della Roma femminile in Champions League si chiude ai quarti di finale sotto i colpi di un'avversaria troppo più forte.
- Davanti ai 54mila del Camp Nou, le ragazze di Spugna cedono il passo alle vicecampionesse d'Europa in una gara che non ha disatteso il pronostico. Partita mai in discussione, dove la schiacciante superiorità del Barça non ha permesso alle giallorosse di replicare la coraggiosa, e per certi versi sfortunata, prestazione dell'Olimpico;
- Per quanto la sconfitta di misura dell'andata lasciasse aperti tutti gli scenari, si sapeva che andare a ribaltare il risultato in casa blaugrana era impresa titanica, fuori portata per quasi ogni squadra d'Europa. Tanto più per la Roma, cenerentola di questi quarti di UWCL, unica tra le otto qualificata ad esser arrivata per la prima volta a questo punto della competizione. Resta la soddisfazione di aver calcato questi campi, oltre alla piccola gratificazione di aver segnato almeno il gol della bandiera (firmato Serturini) contro un Barcelona che ne aveva finora subiti 11 in tutta la stagione;
- L'idea di Spugna, forse l'unica percorribile, è stata quella di riproporre il piano tattico dell'andata: rinunciare al possesso, fare quadrato davanti alla propria porta, e provare a pungere sugli spazi ampi che le catalane concedono alle proprie spalle. Idea che è anche parsa funzionare nei primi minuti. Se Hansen chiama subito all'intervento Ceasar (protagonista indiscussa all'Olimpico), all'ottavo è Serturini che prova a finalizzare una ripartenza con una conclusione a giro sul secondo palo, fuori di poco. Ma due minuti dopo la terzina Rolfö porta il Barca avanti al termine di un lungo sviluppo, e qui le speranze di compiere un miracolo precipitano verso lo zero;
- La Roma tiene complessivamente botta una mezz'ora, nella quale il Barca nel suo dominare il campo deve gestire un'intensità agonistica notevole delle giallorosse, ancora mentalmente nella partita e ancora capaci di farsi vedere in avanti. Il ko però arriva al 33esimo con uno splendido tiro da fuori di Mapi León, che quasi da fermo scarica un sinistro potente sorprendendo Ceasar. Da qui il mismatch tecnico e fisico tra le due squadre si palesa in tutta la sua ampiezza. Giacinti e compagne sbandano, mentre i ritmi del Barça si fanno insostenibili, e la Roma finisce per subire due gol, forse evitabili, a cavallo dell'intervallo. Ancora Rolfö nei minuti di recupero e Oshoala al primo della ripresa: sfoggio di potenza delle blaugrana, ma anche sintomo di una squadra che ha staccato la spina;
- A partita già ampiamente chiusa arriva al 53' la manita delle catalane da corner, con l'incornata di Guijarro, seguita cinque minuti dopo dal blitz di Serturini in contropiede. La gara ha poco da aggiungere, con il Barça a più riprese vicino al sesto gol ma che progressivamente alza il piede dall'acceleratore. Alla fine Spugna non ha granché da recriminare alle sue calciatrici, se non un blackout prima o poi inevitabile su 180 minuti giocati ad altissima tensione. Volendo fare le pulci al mister, ha ben poco pagato la scelta dal sapore emotivo di premiare l'ex capitana blaugrana Vicky Losada, arrivata a Roma a gennaio via Manchester City, con la maglia da titolare. Ora per la Roma la testa torna alla Serie A, che ancora vede le giallorosse in testa a +5 dalla Juventus con una gara in meno. E quella di scucire lo scudetto dal petto delle bianconere è sì un'altra avventura che sa di impresa, ma per la banda di Spugna è qualcosa di decisamente alla portata.
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