Cosa aspettarsi dalla nuova stagione di MotoGP
La preview del campionato di MotoGP 2023 che comincia questo weekend in Portogallo.
Ci eravamo lasciati poco più di quattro mesi fa con la festa di Chivasso per Pecco Bagnaia, fresco campione del Mondo di MotoGP. Durante questi 4 mesi la vita del ducatista è cambiata sensibilmente. Tra visite al Presidente della Repubblica e promesse di matrimonio, a 26 anni Bagnaia è improvvisamente diventato adulto. Un velocissimo adulto. L'uomo da battere per la stagione che verrà. Inevitabile che sia così, avendo chiuso il campionato scorso in crescendo (il nono posto di Valencia è frutto anche della gestione gara) dopo una folle ed insperata rincorsa su Fabio Quartararo, finito secondo in classifica. Sembra passata una vita, è tempo di ricominciare. Provando a riconfermarsi, che, come noto, è sempre più difficile di vincere.
Adesso è finalmente arrivato il momento di tornare in pista. Questo weekend si ricomincia con il Gran Premio del Portogallo e l'attesa è come al solito tantissima. Alla solita eccitazione per la scoperta delle nuove livree, dei "nuovi" vecchi piloti, si aggiunge quella forse più importante per le novità regolamentarie.
La novità della Sprint Race
Da quest'anno i piloti della MotoGP (Moto2 e Moto3 ne faranno a meno per adesso) si affronteranno anche durante la Sprint race, già nota agli appassionati di Formula 1. Al contrario dei cugini a quattro ruote, però, avranno a disposizione una "gara veloce" su ogni circuito nel calendario: il programma di massima prevederà le qualifiche tradizionali al sabato mattina, la sprint il sabato pomeriggio e la domenica la gara tradizionale. Per chi ne stesse sentendo parlare per la prima volta, si tratta di una "gara a metà", in cui vengono assegnati la metà esatta dei punti. Nell'ordine, 12 al primo classificato, 9 al secondo, 7 al terzo, poi a scalare da 6 punti a 1 dalla quarta alla nona posizione.
La Sprint Race, insomma, assegnerà un totale di 1029 punti spalmati in tutto il campionato, equivalenti a quasi il 30% dei punti complessivi. Una vera e propria rivoluzione, in termini di punti ma soprattutto in termini di tecnica e prestazione. Sì, perché preparare una gara da 20 minuti che non ha effetto sulla griglia di partenza del giorno dopo (è questa, secondo noi, la vera rivoluzione rispetto alla Sprint race della Formula 1) può spingere i piloti più aggressivi a cercare di piazzarsi meglio possibile. Senza preoccuparsi troppo del consumo delle gomme (studiate per durare almeno il doppio) o della quantità di benzina disponibile a bordo. Insomma, una manna dal cielo per i vari Martìn, Zarco, Marquez, Bezzecchi. Tutti piloti dal manico importante, che preferiscono il gas aperto alla gestione e che potrebbero costruirsi nella mini-gara il loro tesoretto per il Mondiale.
L'obiettivo è chiaramente quello di riconquistare il pubblico inesorabilmente sparito dopo l'addio alle corse di Rossi. Il potere attrattivo di Valentino era unico ed attualmente quel vuoto è rimasto incolmato. L'hanno ammesso anche i piloti nella prima conferenza stampa dell'annno: «Siamo riders, non manager, ma è evidente che alla MotoGP serva qualcosa in più». Ed è qui che si insinua la Sprint Race. Una mossa marpiona per tentare di rendere più affascinante anche la giornata del sabato, effettivamente fino ad oggi troppo "omologata". Una gara in più, esattamente come in Superbike, trasmessa questo weekend anche in diretta streaming su YouTube, può aumentare lo spettacolo, i punti disponibili e, quindi, la competitività a fine campionato.
Il walzer dei piloti
A creare ulteriore hype sulla nuova stagione, c'è la curiosità intorno ai piloti che hanno cambiato scuderia durante l'inverno. Sono ben 9 su 22, quasi la metà. Cominciando da Enea Bastianini, l'outsider. Passato in Ducati ufficiale, il pilota riminese sarà con ogni probabilità il contender numero 1 di Pecco Bagnaia. Per tanti motivi, innanzitutto quello di essere un pilota velocissimo. Impossibile che il feeling con la nuova moto sia lo stesso di Bagnaia ma abbiamo l'assoluta certezza che Bastianini, forte anche dell'esperienza con la Ducati clienti di Gresini, saprà presto prendere le misure alla sua nuova rossa, diventando (forse) il primo avversario del suo compagno di muretto.
Il cedente del suo sedile, Jack Miller, è contestualmente passato in KTM. L'australiano, fido scudiero di Bagnaia lo scorso anno, è approdato a Munderfing, sede della KTM Racing Factory, dopo 5 anni trascorsi in Ducati, tra team satellite e team ufficiale. Come compagno di Petrucci prima e di Bagnaia poi, Miller si è dimostrato un pilota validissimo, specialmente sul bagnato. A 28 anni appena compiuti, ha la maturità giusta per consentire a KTM di poter fare il salto di qualità definitivo, anche se le rivali, Ducati ed Aprilia su tutte, sembrano ancora un filo avanti. Il suo compagno di squadra sarà il confermato Brad Binder.
Lo scioglimento di Suzuki, invece, ha costretto i propri piloti a cambiare aria. Così Mir ha «coronato il sogno di correre per la Honda», come ha detto lui stesso – forse non consapevole che essere il compagno di squadra di Marquez rientra ufficialmente tra i lavori usuranti – mentre Rins ha trovato un sedile al team di Lucio Cecchinello. Per entrambi ci aspettiamo un'annata piuttosto complicata, soprattutto perchè la Honda non sembra aver fatto lo step sperato per poter competere per la vittoria. Marquez escluso, naturalmente. Alex, fratello di Marc, dopo le delusioni dell'anno scorso su Honda LCR, passa in Ducati Team Gresini, l'ideale per chi vuole spiccare il volo verso un team ufficiale – il recente percorso di Bastianini ne è la dimostrazione.
I piloti del nuovo, interessantissimo progetto APRILIA RNF, che ha in Max Biaggi una delle figure di spicco, saranno Olivera, ex KTM, e Raul Fernandez. Su GAS GAS Tech3, altra new entry, Augusto Fernandez (sicuro vincitore del rookie of the year, poiché unico) sarà il compagno di Pol Espargaro, anche lui appena trasferitosi dalla Honda. Confermati Aleix Espargaro e Vinales su Aprilia ufficiale, Morbidelli al fianco di Quartararo in Yamaha, Marini e Bezzecchi su Ducati VR46 team, Martìn e Zarco in Pramac e Takagami in Honda LCR.
Quali sono i team più attesi?
I test invernali ci hanno confermato la bontà di due progetti su tutti. Ducati ed Aprilia, infatti, sembrano uno step avanti a tutti in quanto a passo gara. Le sensazioni avute l'anno scorso, sembrano essere confermate. Martìn, Marini ed Alex Marquez sono stati sempre tra i più veloci, consapevoli di guidare una moto già collaudata. In più, anche nel team ufficiale si percepisce cauto ottimismo. Dopo il disastro delle prime cinque gare dello scorso campionato, ci si aspetterebbe un atteggiamento prudente per questo inizio di stagione, ma Bagnaia ha parlato invece con toni entusiasti, in barba alla scaramanzia: «La Ducati 2023 è ideale per il mio stile di guida, sono più veloce in curva», ha detto.
Non si può dire lo stesso di Honda, presentatasi al cospetto di Re Marc con 4 possibili prototipi da scegliere. Uno diverso dall'altro, in modo che Marquez potesse scegliere il più vicino al suo stile di guida per provare lo sviluppo più efficace. Lui sta bene, si è allenato duramente durante tutto l’inverno e il dolore al braccio sembra non essere più un fattore. Sarà competitivo, diplopia permettendo, nonostante secondo lui la sua «RC213V non sia da mondiale» pur continuando a credere nel progetto Honda. Che, nel frattempo, ha chiesto aiuto a Kalex Engineering, casa tedesca a cui anche Gigi Dall'Igna si era affidato per lo sviluppo del telaio della Desmosedici.
Sembra, più in generale, che da qualche anno dal Giappone non si riesca a tirare fuori una moto competitiva, visto che anche Yamaha arranca. Il progetto della M1 è sempre lo stesso ormai da anni e solo le grandi performance di Quartararo hanno permesso di vincere e lottare per il titolo di Moto GP nelle ultime due stagioni. Si è provato a trovare qualcosa lavorando sull’aerodinamica ma i risultati sono stati comunque molto deludenti. Oltre, e non è un dettaglio, ad aver reso la motocicletta davvero inguardabile.
Diverso il discorso per KTM, che tanto sta investendo sul progetto MotoGP. La RC16 attualmente non sembra una moto in grado di lottare per la vittoria (a meno di clamorosi exploit come quello di Olivera lo scorso anno sul bagnato) ma la strada segnata sembra essere buona. Leggermente indietro su telaio e aerodinamica, l’impressione è che KTM negli anni uscirà fuori, grazie anche ad uno sponsor come Red Bull, che non lesina ad investire sullo sport e che finora era sempre mancato in MotoGP.
La nostra sensazione è che i protagonisti dello scorso campionato di Moto GP potrebbero riconfermarsi. A loro probabilmente si aggiungerà Maverick Vinales, che sembra finalmente a suo agio sull’Aprilia e in grado di spingerla al pieno potenziale. Tutte impressioni che sono state confermate dai piloti stessi nella conferenza stampa del giovedì, la prima vera occasione in cui tutti i protagonisti hanno avuto la possibilità di confrontarsi ufficialmente. Bagnaia, Quartararo e Marquez – il campione, il rivale ed il “veterano” – si sono ritrovati di nuovo uno accanto all'altro, provando a decodificare la stagione che verrà. Tutti sono stati concordi sul fatto che la moto da battere sarà la Ducati. Lo stesso Bagnaia, pur riconoscendo le capacità dei suoi avversari, non ha negato di sentirsi il favorito per vincere ancora il titolo.
In generale, comunque, ci aspettiamo un campionato di MotoGP molto divertente, con 6 o 7 race winner potenziali. La qualità delle moto Ducati, la crescita esponenziale di Aprilia e la presenza in circuito di due campioni come Marquez e Quartararo, lasciano pensare ad un campionato ricco di colpi di scena. L'appuntamento per tutti è sabato, prime qualifiche e prima Sprint race. L'attesa è finita, ricomincia la MotoGP.
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