
- di Chiara Finulli
Considerazioni sparse sulla Milano-Sanremo 2023
Mathieu Van der Poel stravince la classicissima con un attacco perfetto sul Poggio.
- Nel mondo delle due ruote primavera significa solo una cosa: è tempo della Milano Sanremo, la prima classico monumento, la classicissima. Una corsa antica, dal tracciato antico, che ripete sé stesso fin dall’alba dei tempi e che nel mondo delle corse di oggi è quasi anacronistica. Eppure, a ogni solstizio di primavera siamo di nuovo qui per vedere l’elite del ciclismo mondiale darsi battaglia su quasi 300 chilometri, di cui 270 di piatta pianura padana e Riviera ligure e gli ultimi 20 chilometri da pure montagne russe con la salita della Cipressa e il Poggio dove si decide tutto: c’è qualcosa di più nostalgico?;
- Come spesso accaduto negli ultimi anni è la salita del Poggio a decidere la corsa: i vincitori hanno quasi sempre sfruttato questa salita di quattro chilometri e la seguente super tecnica discesa per aggiudicarsi la vittoria. E non può essere altrimenti poiché si tratta del solo reale punto dove poter fare la differenza. E nonostante questo, nonostante tutti, ciclisti, spettatori, telecronisti, sappiamo che la Milano Sanremo si decide in questi quattro chilometri scarsi ciclicamente, c’è sempre il ciclista in grado di sorprendere, di cogliere il momento giusto: ogni volta è il Poggio, ogni volta in una maniera diversa, ogni volta ne siamo estasiati.
- Esiste quindi un aggettivo per descrivere Mathieu Van Der Poel? Due settimane fa arrancava sulle strade polverose della Strade Bianche, oggi ha cannibalizzato la concorrenza attaccando con tempismo perfetto poco prima dello scollinamento sul Poggio, a cinque chilometri dal traguardo, sfruttando il mostruoso lavoro di selezione di Matteo Trentin che aveva scavato un buco nel gruppo proprio all’attacco dell’ultima salita. Poi ha resistito in discesa, ha stabilito il record di percorrenza, ed è sbucato da solo in via Roma. Vero e proprio ciclista da classiche, è alla terza vittoria in una monumento dopo i due trionfi nel Giro delle Fiandre nel 2020 e nel 2022. Ma c’è di più: trionfa a Sanremo sessantadue anni dopo suo nonno Raymond Poulidor;
- Il cuore di ogni tifoso di questo sport avrà senz’altro avuto un sussulto quando alle spalle di Van der Poel, è stato inquadrato il gruppo di inseguitori, Tadej Pogacar, Wout Van Aert e Filippo Ganna. Nella classicissima, a darsi battagli è l’aristocrazia del ciclismo mondiale, con i migliori interpreti delle specialità delle due ruote: dalle salite, alle prove contro il tempo, alla velocità. La classifica finale recita Van der Poel, Ganna, Van Aert e Pogacar, nelle prime quattro posizioni: è proprio un bel vedere;
- Capitolo Filippo Ganna: alle spalle del vincitore, spunta il metro e novanta del corridore piemontese che brucia sul traguardo Van Aert e Pogacar, non gli ultimi arrivati in quanto a velocità e senz’altro migliori di Ganna. Pippo ha però corso una gara pazzesca, grazie ad una forma smagliante: eppure, l’abilità mostrata nel rimanere a contatto dei tre davanti, in salita, sono forse segno della volontà del ciclista di evolversi da “semplice” corridore da cronometro. Già in questi primi mesi ha fatto vedere cose interessanti, soprattutto alla Vuelta a San Juan e Volta ao Algarve che ha chiuso entrambe al secondo posto nella generale. Cosa vorrà fare da grande? Vedremo.
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Chiara Finulli, milanese, classe 1992. Nutro una passione smodata per Tadej Pogačar e per il calcio in ogni sua forma: ogni volta che posso sono allo stadio o sulle strade di qualche corsa. Nel tempo libero lavoro sommersa tra i libri in una casa editrice.
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