
- di Massimiliano Bogni
Considerazioni sparse post Atalanta-Empoli (2-1)
Højlund entra, spacca, segna e ciao Empoli: l'Atalanta respira di nuovo aria di vittoria.
- Palomino, Pasalic e i colombiani da una parte, Fazzini e Baldanzi dall'altra: le distinte parlano della vecchia guardia dell'Atalanta e del nuovo che avanza a Empoli. Il primo quarto di partita è l'ennesima reazione allergica dell'Atalanta alla marcatura facile e senza sforzi: l'aggressività senza palla e la circolazione sino al limite avversario è immacolata, ma una volta negli ultimi 16 metri la Dea trova ogni volta la maniera più fantasiosa per non trafiggere Perisan. Pasalic, De Roon e Zapata si alternano nello sfiorare il colpo grosso, graziando un Empoli la cui fase offensiva nel primo tempo è inesistente. Parisi salva sulla linea l'unico caso in cui un colpo di testa atalantino centra lo specchio. Tanto tuonò che (non) piovve: al primo affondo l'Empoli punisce con Ebuehi, mandando gli ospiti negli spogliatoi con un insperato vantaggio;
- Il secondo tempo incomincia con la latente sensazione che all'Atalanta non serva nulla di speciale per raddrizzare la partita. Qualcosa accade: Caputo sfiora due volte il raddoppio, ma Scalvini e Musso abbassano la saracinesca. Se doveva esserci qualcuno a pareggiare l'incontro, giusto che fosse De Roon. Inerzia ribaltata? Nemmeno per sogno. Gasp attenta alle vene nostalgiche del Gewiss tenendo in campo per 79' Zapata e Muriel, trasformando il secondo tempo nella passmap della Juventus al Marassi di inizio anno, ma 40 metri più avanti. Aveva ancora qualche giorno per far valere la propria giurisdizione prima dell'arrivo della primavera: Generale Inverno piomba sulla respinta corta dell'Empoli e regala un sospiro si sollievo a tutta la Bergamo nerazzurra;
- Muriel e Baldanzi hanno una cosa in comune: sono uno la custodia dell'altro, vanno uno al triplo dell'altro ma entrambi, uno per una questione atletica l'altro per quella fisica, hanno una luccicanza che il gioco del pallone crudelmente reprime. Pasalic è in una di quelle serate in cui è tra i migliori al mondo a farsi trovare all'appuntamento con il gol ma dare buca all'ultimo;
- De Winter ed Ebuehi, due dei giovani meno celebrati della banda di Zanetti, sono i migliori dei toscani: il primo controlla la versione discount dei Cafeteros, mentre il secondo è, semplicemente, al posto giusto nel momento giusto. Dopo una partita a coprire il campo alle spalle come nemmeno il miglior Nardella, Marten De Roon trova il primo e meritatissimo sigillo stagionale: chissà che didascalia ironica si inventerà stavolta @Dirono. Ah: avete detto a Ederson e Akpa Akpro che possono smettere di coprire porzioni di campo impossibili per dei polmoni normodotati?;
- I tempi che furono non sono necessariamente migliori o peggiori del presente e del futuro. Per vedere ciò che si è e ciò che si sarà, però, bisogna fare lo sforzo di correggere la miopia con cui si guarda al passato. Chi ha orecchie per intendere, e Gian Piero Gasperini le ha, intenda. L'Empoli si dimostra squadra dinamica ma troppo leggera per essere anche atletica: l'ordine e l'abnegazione in fase di non possesso sono encomiabili, ma con la palla tra i piedi manca il guizzo.
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Bergamasco dall'ultimo refolo del secolo scorso. Laureato in Lettere obtorto collo, lontano dall'essere inquadrato e istituzionalizzato. Attualmente anoressico e depresso, ma ci stiamo lavorando. Calcio, pallacanestro, tennis, ciclismo, chi più ne ha più ne metta: lo sport è evento, storia, emozione, comunicazione. Vita, in parole povere.
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