Logo sportellate
Will Still festeggia insieme al capitano del Reims Yunis Abelhamid
, 15 Marzo 2023

Will Still è l'ennesima scommessa vinta dal Reims


Con lui alla guida, il Reims è imbattuto da 17 partite.


Sedici risultati utili consecutivi sarebbero un risultato incredibile per ogni top team, se a farlo è lo Stade de Reims, squadra non certo di prima fascia che ha iniziato la stagione con solo otto punti in dieci partite, lo è ancora di più. Il segreto, ormai non più segreto, sta nell'allenatore dei rouges et blancs, che ha poco più di trent’anni e si chiama Will Still. Nella Marna ormai è una vera e propria superstar e al suo club non pesa la multa di venticinque mila euro che ogni settimana deve versare nelle casse della Federcalcio francese a causa dell’assenza della licenza Uefa del proprio tecnico, che sta ultimando proprio in queste settimane. A questo punto, però, la domanda sorge quasi spontanea: ma questo giovane dai capelli rossi, senza tesserino e senza un passato da calciatore di prima fascia, cosa ci fa su quella panchina?

La risposta risiede nelle alte sfere della dirigenza del Reims. Da diversi anni il club ha scelto una linea ben definita, volta alla valorizzazione dei giovani attraverso un gioco rapido e divertente che ha permesso sia di riempire l’Auguste Delaune che, soprattutto, di tornare in Ligue 1 e accedere ai preliminari di Europa League. La casualità è stata messa da parte di fronte ad una progettualità sistematica. Il successo di questa linea societaria sta nella sua costanza. Quante squadre di medio livello dopo aver iniziato molto male il campionato si sarebbero affidate ad un allenatore senza esperienza in panchina? E quante invece avrebbero scelto un veterano chiedendogli di serrare le linee e portare a casa la salvezza? La scelta di Will Still rappresenta proprio questa differenza e, come spesso accade, la fortuna aiuta gli audaci, con buona pace di Turno e Lavinia.

Lo splendido lavoro della famiglia Caillot

Jean-Pierre Caillot è l’artefice di questa scelta. Divenuto nel 2004 presidente dello Stade de Reims, club per cui tifa fin da bambino, ha vissuto stagioni difficili prima di ribaltare la situazione. Un vero e proprio cambio di rotta è avvenuto solo nel 2017, con l’arrivo in panchina di David Guion. Il lavoro del figlio del boss, Pol-Edouard Caillot, che occupa la carica di capo osservatore, è stato e continua ad essere eccelso, a tal punto che i Rouges et Blancs sono riusciti ad aprire un vero e proprio ciclo.

La loro linea societaria, come scritto precedentemente, si basa sulla valorizzazione di talenti che non sono riusciti ad esprimersi al meglio per poi rivenderli ad un prezzo molto più alto. Naturalmente questa scelta non è per forza sinonimo di successo: non è un videogioco, dove ogni giovane riuscirà a raggiungere il proprio potenziale, bisogna preventivamente mettere in conto che ci saranno diversi fallimenti.

Jean-Pierre e Pol-Eduard Caillot, rispettivamente presidente e capo osservatore del Reims.
La guida della famiglia Caillot ha cambiato la storia recente del club (Foto: lunion.fr)

Ciononostante, avere una rete di osservatori di questo livello aiuta a fare la differenza. Inizialmente lo staff di Pol-Edouard Caillot si è soffermato su uno scouting interno alla Francia: avendo pochi fondi da investire la scelta migliore era quella di puntare su giocatori delusi del loro minutaggio in Ligue 2 e Ligue 1. In questo modo è arrivato Yunis Abdelhamid, centrale marocchino che continua ad essere la colonna difensiva del Reims. Approdati nel massimo campionato francese l’osservazione si è spostata anche a campionati limitrofi come l’Eredivisie, la Jupiler Pro League belga, la Super League svizzera e la Bundesliga austriaca, oltre ad un feeling molto interessanti con i giocatori greci e con l’Hellas Liga. Nel frattempo, diverse cessioni importanti hanno permesso di pensare a investimenti lungimiranti.

Nel 2021 il Reims ha speso 10 milioni di euro per Jens Cajuste, ventiduenne in forza al Midtjylland. La scorsa estate è stata investita la stessa cifra per assicurarsi uno dei giocatori migliori del campionato belga, Junya Ito. Non bisognerebbe stupirsi se il prossimo anno ci sarà una spesa ancora più importante per acquistare Folarin Balogun, arrivato in prestito dall’Arsenal e autore, fin qui, di una stagione meravigliosa. Tutto ciò è importante per far capire al meglio la direzione verso cui punta la società. L’obiettivo, taciuto ma evidente, è quello di diventare una vera e propria realtà della Ligue 1, come fu nel secondo dopoguerra, costruendo mattone dopo mattone una struttura che già adesso sembra solidissima. Per questo la scelta di Still non è fortunosa, perché dal 2017 il Reims ha intrapreso una strada da cui non ha mai fatto passi indietro.

Il precedente di David Guion

Il 2017 non è un anno casuale. Infatti dopo una breve parentesi nella stagione precedente, il 22 maggio David Guion, ai tempi direttore delle giovanili dello Stade de Reims, viene nominato tecnico della prima squadra con il compito di risollevare il club dopo la retrocessione che sarebbe maturata di lì a poco. Il percorso che porta Guion sulla panchina ha delle somiglianze con quello di Will Still: anche lui era già un membro interno allo staff della società e, soprattutto, era alla prima vera esperienza come tecnico su un palcoscenico così importante. La differenza maggiore risiede nei dati anagrafici, Guion ha compiuto 50 anni quando venne nominato allenatore. Sotto la sua guida, però, per il Reims ha inizio un quadriennio da sogno: alla prima stagione arriva la promozione in Ligue 1, nella seconda centra un incredibile ottavo posto e nella terza fa ancora meglio.

David Guion durante una partita del suo Reims
Guion è stata la prima grande scommessa della dirigenza del Reims (Foto: lunion.fr)

Il Reims si posiziona al sesto posto e accede ai preliminari di Europa League – dove uscirà ai rigori con il Videoton – in una Ligue 1 interrotta dopo 28 giornate per la pandemia ma, a differenza degli altri campionati, mai più conclusa. L’annata 20/21, dunque, inizia con le migliori premesse possibili ma la storia va male. Il rapporto tra la famiglia Caillot e David Guion si incrina a tal punto che a stagione in corso il presidente annuncia il successore, Oscar, tecnico che aveva già avuto a che fare, seppur non nel migliore dei modi, con il massimo campionato francese, alla guida del Saint-Étienne. Da quel momento inizia un periodo non affatto semplice: il Reims chiude la stagione 21/22 al dodicesimo posto e la successiva parte anche peggio, con solo 8 punti in 10 partite. Oscar viene sollevato dall’incarico: al suo posto, Will Still.

Will Still, remember the name

È qui che inizia la magia. Il presidente decide di replicare la scelta fatta nel 2017 e nomina un trentenne di cui si parla un gran bene ma la cui unica esperienza in panchina è stata con il Beerschot, in Belgio. Nel 2018 aveva iniziato un periodo di praticantato che lo aveva portato ad essere parte dello staff di Hernan Losada che venne promosso in Jupiler Pro League nel 2020. A metà della stagione successiva, però, il tecnico aveva abbandonato la squadra per firmare con il D.C. United e proprio Still aveva preso il suo posto, concludendo con un ottimo nono posto in classifica.

Ciononostante, la dirigenza aveva preferito affidarsi ad un allenatore più esperto per la stagione successiva e l’anglo-belga è finito al Reims, nello staff di Oscar. Il 13 ottobre 2022 Will Still viene nominato allenatore ad interim del club. Gli sono bastate cinque partite per far cancellare la dicitura ad interim.

Il tormentone riguardo la sua figura è nato dopo che in un’intervista ha rivelato di essere un grande appassionato del gioco manageriale per eccellenza, Football Manager, e di aver deciso di iniziare ad allenare proprio grazie a quest’ultimo. Questa formula è stata rielaborata praticamente ovunque in: "Will Still ha imparato ad allenare grazie a FM". Niente di più sbagliato. Still ha iniziato a lavorare a 19 anni come assistente tecnico degli under-14 del Preston North End per poi iniziare a fare di tutto all’interno dei vari staff in cui è stato, compreso il video analyst e l’osservatore. Insomma, se Football Manager avesse veramente inciso sulla sua carriera da allenatore, adesso chi vi scrive sarebbe verosimilmente uno stratega militare grazie alle tante ore passate a giocare a Risiko, o un detective con Cluedo. E invece.

Will Still in panchina con il Reims
Partita dopo partita, il Reims di Will Still si è preso le prime pagine dei giornali (Foto: getfootballnewsfrance.com)

Questa narrazione ha un po’ annebbiato un percorso pregno di lavoro e studio che ha permesso a Still di realizzare un vero e proprio sogno, come ha dichiarato in una recente intervista: “Se mi avessero detto che a 30 anni avrei allenato in Ligue 1, gli avrei detto di darmi un pugno in faccia”. Ma l’alone nebbioso del sogno ha lasciato ben presto spazio ai contorni nitidi della realtà, o, per dirla come Noyz Narcos in My Love Song, “Asciugate ‘ste lacrime che è tutto vero”.

Il suo carattere ha fatto il resto: i giocatori si sono subito sentiti parte del cambiamento e hanno reso più facile un percorso che è iniziato con qualche ombra da parte della stampa. Gli stessi che ora incensano Still erano quelli che sollevavano dubbi sul fatto che un 30enne potesse far bene in un contesto tanto difficile quanto quello del Reims ad inizio stagione.

Con la vittoria di inizio marzo contro il Monaco, il Reims è arrivato a 19 partite senza sconfitte – o 17 se si vogliono escludere i due pareggi quando ancora era Oscar l’allenatore. In pratica: da quando Will Still siede su quella panchina, il Reims non ha mai perso in Ligue 1. L’unica sconfitta è arrivata in Coupe de France, contro il Tolosa, ma non si fa fatica a credere che gli sia stata abbondantemente perdonata. Sebbene anche con il tecnico spagnolo la squadra giocasse un calcio proattivo, con Still l’intensità è arrivata alle stelle e il pressing sulla prima costruzione avversaria si sta rivelando una delle armi principali. Anche il modo di schierarsi in campo è totalmente cambiato: avendo lavorato nel precedente staff, Still ha avuto modo di capire verso quale direzione muoversi per limare gli errori fatti.

Il fatto che i cambiamenti siano stati notevoli lo si capisce già dalla scelta di togliere dalla porta Patrick Pentz, che a gennaio è stato ceduto al Leverkusen, per far spazio al classe 1999 Yevhann Diouf. Nelle 17 partite disputate con Still in panchina il portiere ha subito solo 7 gol, mantenendo per 11 volte la porta inviolata. Anche la linea difensiva è stata completamente stravolta, si è passati da una linea a 3 (che in fase di impostazione diventava 3+2 con l'aggiunta dei mediani) a una a 4.

Il cambio ha responsabilizzato ancora di più il capitano Yunis Abdelhamid, autore fin qui di una grande stagione. (Foto: getfootballnewsfrance.com)

Aver alleggerito la spinta offensiva dei terzini, schierando un altro giocatore per fascia, ha garantito molto più equilibrio. Il ritorno di Thomas Foket, a lungo fermo per infortunio, ha permesso di dare maggiore stabilità alla corsia di destra, con il belga De Smet a sinistra che è riuscito a scalzare Locko nelle gerarchie, a tal punto che ora quest’ultimo è in prestito a Brest.

Davanti alla difesa agiscono due giocatori che fanno da raccordo in entrambe le fasi. O forse sarebbe meglio dire tre giocatori perché uno dei due è l’uomo-ovunque, Azor Matusiwa. Il ventiquattrenne olandese è probabilmente dotato di un polmone aggiuntivo, lo si trova dappertutto ed è l’elemento chiave in fase di non possesso: le sue 1.94 intercettazioni per partita lo pongono al 98esimo percentile tra i centrocampisti delle principali leghe europee (tutti i dati sono Fbref). È anche il primo a far ripartire l’azione come testimoniano i suoi 6.66 passaggi progressivi per 90 minuti. Al suo fianco sta trovando sempre più spazio Dion Lopy, classe 2002 del Senegal. Dietro la punta orbita lo zimbabwese Marshall Munetsi, calciatore di un’importanza cruciale in fase di costruzione e di rifinitura: è al 99esimo percentile tra i centrocampisti per non-penalty xG (0.32) e al 94esimo per tocchi nell’area offensiva (2.93).

Come precedentemente scritto, altri due uomini agiscono sulle fasce. Sulla destra il già citato Junya Ito sta vivendo un’ottima stagione. L’ex Genk ha già segnato 5 gol e fornito 5 assist, che sarebbero potuti essere di più come testimoniano le 9 grandi opportunità create e gli 1.9 passaggi chiave per partita. Still fa veramente fatica a privarsene per la sua capacità di creare superiorità numerica grazie ad un’accelerazione notevole.

A sinistra il classe 2000 Alexis Flips si è preso il posto da titolare. Autore di 2 reti e 6 assist, Flips porta, soprattutto, un lavoro encomiabile in fase di non possesso: tra le ali è al 99esimo percentile per gli intercetti (1.53) e per azioni interrotte (1.79), e al 96esimo per i contrasti (2.36). L’applicazione in fase di pressing di Flips è uno dei segreti del Reims di Still e se le sue statistiche offensive non sembrano poi così brillanti compensa abbondantemente in questo modo.

Davanti a tutti c’è quella che è per antonomasia la creatura di Still: Folarin Balogun. In 26 partite ha realizzato 16 gol posizionandosi al 90esimo percentile per non-penalty xG in tutta Europa (0.60 per 90 minuti). È un animale d’area di rigore e il terminale ultimo delle costruzioni del Reims come testimoniano gli 8.56 progressive passes ricevuti per partita e gli 1.51 tiri in porta. L’attaccante inglese, in prestito dall’Arsenal, non si sarebbe mai aspettato tutto questo. Dopo una stagione da 20 partite e 3 reti tra la prima squadra dei Gunners e il Middlesbrough, Balogun sembra aver trovato il suo contesto ideale e la dirigenza del Reims ha già fatto sapere di essere disposta a investire per lasciarlo in mano a Will Still.

Folarin Balogun del Reims esulta dopo aver segnato contro il Nantes
Solo Kylian Mbappé e Jonathan David hanno segnato più di Folarin Balogun in Ligue 1 (Foto: FRANCOIS NASCIMBENI/AFP via Getty Images)

A questo punto avrete capito per quale motivo questo giovane dai capelli rossi, senza tesserino e senza un passato da calciatore di prima fascia sieda su quella panchina, ma un’altra domanda forse vi sarà balenata per la testa: quale può essere la dimensione futura del Reims di Still? Come già scritto, l’ambizione della dirigenza è quella di diventare una realtà consolidata della Ligue 1 e per farlo sta cercando di crescere passo dopo passo. Quest’accelerazione improvvisa dovuta al nuovo tecnico non può che far piacere alla società, per quanto la famiglia Caillot persegua una linea che non prevede la ricerca del successo immediato ma una progettualità meticolosa.

Con Will Still il prossimo passo non può che essere l’Europa, che potrebbe anche arrivare al termine di questa stagione. Un bel percorso in Conference League potrebbe portare alla maturazione definitiva di determinati giocatori e permettere di integrare all’interno di una rosa corta qualche giocatore in più, così da mettere di nuovo in circolo la macchina della valorizzazione.

La cosa che più colpisce del Reims è che, in un certo senso, ha fatto scuola in Francia. Tra Ligue 1 e Ligue 2 negli ultimi anni sono state molte le squadre che hanno iniziato ad assumere allenatori propositivi e il livello dei due campionati si è alzato sensibilmente. È difficile guardare una partita del massimo campionato francese e rimanerne annoiati: anche una squadra come il Troyes, a forte rischio retrocessione, propone un calcio ambizioso mettendo in mostra pezzi pregiati che potranno dare ampio respiro alle casse del club. In Francia è iniziata una vera e propria rivoluzione culturale della quale vedremo i risultati tra un quinquennio. Quando i club hanno realizzato di non avere la forza economica degli altri campionati hanno trovato strade alternative per valorizzare il prodotto. Il Reims ha fatto da apripista e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

A cura di Gianmarco Galli Angeli


  • Nato nella torrida estate romana del 1996, studente di Storia contemporanea e appassionato di cinema. Crede che stoppare il pallone con la suola sia il requisito minimo per giocare ad alti livelli.

Ti potrebbe interessare

Tutto il talento della Georgia

Guida alla Ligue 1 2024/25

Cinque giocatori da seguire nella Serie A 2024/25

Esiste ancora il calcio d'agosto?

Dallo stesso autore

Il Bologna pensa e agisce veloce

Come Postecoglou ha rilanciato il Tottenham

La terza vita di Stephan El Shaarawy

Bellingham è nato per giocare nel Real Madrid

Il Dortmund è rinato dalla proprie ceneri

L'importanza nascosta di Rodrygo

Il Real Madrid si è preso gioco delle fragilità del Chelsea

L'incredibile esonero di Julian Nagelsmann

Newsletter

pencilcrossmenu