
- di Antonio Mazzolli
Dietro la lavagna: le pagelle che non ci sono piaciute
Per chi ha bisogno di conforto dopo un 65,5 al fantacalcio, per chi non può credere nella valutazione data a quella prestazione, per chi non crede nel cuore (e nella competenza) di tanti “pagellisti”, sappiatelo: vi siamo vicini e lottiamo con voi. Ecco la selezione delle pagelle lette dopo questo weekend, che proprio non ci sono piaciute.
Hakan Calhanoglu 6 - Gazzetta dello Sport
Arrigo Sacchi diceva che i giornalisti italiani scrivono i pezzi in funzione del risultato: anche le pagelle, aggiungerei, vedendo questo voto. Il turco entra tardi, ma quando entra non sbaglia un tocco, sfiora il gol con un gran destro da fuori, entra nell’azione del rigore del pareggio, è l’ultimo ad arrendersi andando a cercare palla sulla sua trequarti per costruire gli assalti finali. Nonostante la sconfitta, era almeno da 6,5.
Juan Cuadrado 6,5 - Gazzetta dello Sport
Quando entra, la Juve cambia totalmente volto. Con le sue accelerazioni offre sempre spunti che mettono in difficoltà la difesa blucerchiata, ed è decisivo procurandosi il rigore (poi fallito da Vlahovic) con una finta che riporta agli antichi fasti. Bonus track, un palo su punizione con miracolo di Turk. Sembra tornato e rilucidato a puntino: un 7, per come ha spaccato il match, era il minimo.
Armand Laurienté 7,5 - Gazzetta dello Sport
Siamo alle solite. Cosa deve fare un giocatore per prendere il massimo dei voti, o almeno avvicinarsi in modo consistente? Il gioiello di Dionisi segna una doppietta e confeziona un assist al bacio per il quarto gol: in poche parole, sulla vittoria del Sassuolo all’Olimpico c’è una sua firma grossa come una casa, eppure non si riesce ad andar più in là del 7,5. Intendiamoci,un buonissimo voto, ma se io facessi un compito in classe praticamente tutto giusto mi aspetterei un voto maggiore: per noi, anche un voto in più sarebbe stato corretto.
Theo Hernandez 5,5 - Fantacalcio.it
Voto discordante rispetto a quello di altre testate, un’insufficienza difficile da capire. Theo non segna, stavolta, e non riesce a trovar la giocata decisiva, ma è spesso il più pericoloso dei suoi: non molla mai, spinge, taglia il campo, reclama un rigore (sarebbe stato generoso). Nel grigiore rossonero, una sufficienza sarebbe stata meritata.
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Nato nel 1997 nella provincia toscana e laureato in Scienze della Comunicazione a Siena. Innamorato del calcio grazie alla partita del Torneo di Viareggio che si giocava una volta all'anno nel mio paese e alle VHS con le sfide della Juventus per intero. Tifoso dei bianconeri, dell'Hockey Follonica (squadra della mia città) e della vecchia Montepaschi Siena. Mi emoziona qualsiasi tipo di impresa sportiva e cerco di scoprire prima il lato umano e poi agonistico dei protagonisti nel mondo dello sport. In attesa di ricominciare a studiare, osservo, memorizzo e prendo appunti.
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