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- di Redazione Sportellate

Storia e caratteristiche degli eSport


Nel corso degli ultimi anni gli eSport hanno sempre avuto più successo, raggiungendo numeri mai visti in questo 2022. Proviamo a capire il perchè.


Nascita e definizione degli sport virtuali

Per alcuni è lo sport del 21° secolo, per altri un piacevole intrattenimento. Al di là di come la si pensi, gli eSport sono un fenomeno ludico che sta cambiando il nostro modo di vivere il tempo libero. Nati alla fine degli anni ’70, si tratta di tornei di videogiochi disputati a livello professionistico. Era così con Space Invaders di Atari, e successivamente con Super Mario Bros della Nintendo, ed è così in questi anni con Dota 2 di Valve Corporation e League of Legends di Riot Games. Se quasi 50 anni fa a sfidarsi a porte chiuse c’erano per lo più gamer statunitensi, nel 2023 troviamo team provenienti da tutto il mondo, che sono soliti postare live su Twitch o YouTube le loro imprese.

Un salto di qualità non indifferente, per questo sport virtuale che, tra le altre cose, è sbarcato sul pianeta calcio circa 20 anni fa. I club più blasonati si sono interessati agli eSport fin da subito, e hanno continuato a farlo sino a oggi con successo. Per esempio il Barcellona, che sta dominando il campionato spagnolo grazie anche alla vittoria per 1 a 0 contro il Real Madrid, ha recentemente allestito un team in grado di ben figurare in occasione dell'eFootball Championship Pro 2023. Dopo aver battuto il Manchester United durante la prima giornata, grazie a un game vinto per 4 a 1, non vede l’ora di ripetersi così da raggiungere la finale, come fece nel 2022 il Monaco vincitore del torneo. E che dire poi del Manchester City, primo club inglese a vincere durante la stagione 2020-2021 sia la Premier League sia la FIFA eSports ePremier League? E della Coppa eFootball Italia, che vedrà sfidarsi sino a fine aprile Milan, Monza, Roma, Atalanta, Inter, Lazio e Napoli?

Oltre al calcio gli eSport hanno a che fare con il basket d’oltreoceano, attraverso il campionato NBA 2K League, e con il tennis, attraverso il Roland-Garros eSeries by BNP Paribas. Nel primo caso si tratta di un campionato virtuale dove i team, composti da 3 player ciascuno, possono utilizzare cestisti unici non NBA; nel secondo di un torneo che vedrà i partecipanti sfidarsi a colpi di Tennis Clash. Attenzione però: non tutti i passatempi, sportivi e non, possono definirsi sport elettronici; ci sono casi in cui è necessario un approfondimento ad hoc.

Il poker può essere considerato un eSport? Non ancora

I problemi iniziano quando i videogiochi di ultima generazione, tra cui PES e FIFA, non sono loro i titoli protagonisti dei tornei tra e-gamer organizzati a livello internazionale. E allora bisogna distinguere caso per caso, perché non tutte le forme di intrattenimento sono sport elettronici.

Il poker, per esempio, è più che altro uno skill game dove la strategia e l'abilità la fanno da padrone, che utilizza diversi strumenti per creare community grandi e interattive. Twitch è uno di questi, usato per trasformare il poker in uno show, come lo è il torneo eFootball Championship Pro. Il legame che è venuto a crearsi con gli eSport si vede bene anche nel momento in cui questo gioco di carte punta al prestigio sociale ottenibile tramite una vittoria. Dunque il divario tra poker e sport elettronici si sta via via assottigliando, e il merito è soprattutto della tecnologia che ha fatto passi da gigante.

Quale futuro?

Dopo aver parlato di passato e presente degli eSport, è tempo di immaginarne il futuro. Un futuro piuttosto roseo considerando che il gaming competitivo ha deciso di sbarcare su smartphone. Tale scelta è il miglior modo per coinvolgere i più giovani, che utilizzano in ogni occasione quello che un tempo era un semplice telefonino. Tra i capolavori accessibili oggi ci sono: Diablo Immortal, PUBG, Call of Duty Mobile e League of Legends Wild Rift. Altri ne arriveranno presto, così da trasformare gli sport elettronici in esperienze ludiche di alta qualità.

Non solo, le aziende del settore desiderano migliorare il cosiddetto intrattenimento passivo, quello degli utenti che possono osservare le imprese dei loro beniamini commentando via social. In che modo? Utilizzando anche altri canali streaming che non siano Twitch e YouTube e puntando ancor più sulla personalizzazione dei contenuti postati.

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