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5 min

- di Simone Tommasi

Rodrigo Becão, una questione di testa


L'immagine di Becão non è più solo legata ai suoi gol al Milan.


È il 54' minuto di Empoli-Udinese, 26ª giornata di questa Serie A. Sandi Lovric appoggia il pallone sulla lunetta del corner, fa un respiro profondo e fa partire la parabola verso il centro dell'area di rigore. Mentre la palla inizia la sua discesa, una delle maglie gialle in mezzo all'area inizia la sua salita, svetta in terzo tempo e impatta la sfera con la testa. La traiettoria scavalca il portiere e il difensore sulla linea ed è gol. Poco importa che ci sia stata una deviazione decisiva di Luperto dopo il colpo di testa, Rodrigo Becão ha segnato, risolvendo un sabato che rischiava di diventare parecchio difficile per l'Udinese.

La partita di Rodrigo Becão non è stata però solo il gol che l’ha risolta, ma è stata anche solidità e tempismo negli interventi, oltre che alcune proiezioni offensive. Sono tutte caratteristiche proprie del suo gioco, che lo hanno reso un elemento imprescindibile dell’Udinese di Sottil e uno dei difensori migliori del campionato italiano. Spesso il suo lavoro passa sotto traccia, ma Becão è sempre lì. È una questione di testa, non solo per il fondamentale che il brasiliano padroneggia meglio, ma anche per come gestisce il tempo degli interventi e i movimenti, sia difensivi che offensivi.

Tutti i gol di Rodrigo Becão

Per qualche motivo, l’impressione generale è che Rodrigo Becão abbia segnato molti più gol in Serie A di quanti effettivamente ne abbia fatti. Il totale, infatti, con quello di sabato scorso, è di sei gol in quattro stagioni. Forse gli unici ad avere una percezione corretta dei suoi gol sono i tifosi del Milan, squadra a cui Becão ne ha segnati la metà e che è rimasta per due anni e mezzo l’unica sua vittima in campionato. Sei gol, in ogni caso, per un centrale non sono pochi, ma inspiegabilmente Becão dà l’idea di uno che infila in rete ogni corner, di uno che timbra il cartellino con regolarità da attaccante.

Dei suoi sei gol, cinque sono arrivati con un colpo di testa, gesto atletico in cui eccelle particolarmente. Proprio di testa arriva la prima rete in Serie A, segnata all’esordio – nemmeno a dirlo – contro il Milan. Becão si libera a centro area, in zona primo palo, sovrastando Kessié e trasformando in gol l'angolo di De Paul.

Passa più di un anno e si cambia stagione, ma il risultato è lo stesso. Questa volta a San Siro, ma è di nuovo lui a mettere in porta su assist di De Paul, sfruttando anche un intervento non esattamente impeccabile di Donnarumma.

A quel punto della sua avventura a Udine, Rodrigo Becão sembra essere destinato a segnare solo al Milan saltando su un calcio d'angolo, un eterno Giorno della Marmotta per i rossoneri in cui il difensore brasiliano gli esulta ripetutamente in faccia. Poi però, nel 5-1 sul Cagliari dell'aprile 2022, segna per la prima volta con il piede e per la prima volta a una squadra che non sia il Milan.

Si ripeterà poi la settimana successiva contro il Venezia, tornando al colpo di testa. Tra quel gol e quello di sabato scorso ce n'è però un altro. Di testa al Milan. Il Giorno della Marmotta, dicevamo.

Una presenza costante

Questa è ormai la quarta stagione di Becão all'Udinese. Infatti, il brasiliano è approdato in Friuli nell'estate del 2019, quando fu pagato 1,6 milioni di euro al Bahia. In molti dimenticano però che nella stagione precedente al suo approdo in Italia, Rodrigo Becao era in prestito al CSKA Mosca, dove ha vinto una Supercoppa russa e giocato in Champions League. Un bagaglio di esperienza notevole. Nelle prime due stagioni è tendenzialmente titolare - prima con Tudor e poi con Gotti - ma nelle ultime due diventa sostanzialmente inamovibile. I minuti saltati nella stagione attuale sono tutti esclusivamente per infortunio.

Da quando è all'Udinese, Becão ha ricoperto quasi sempre il ruolo di braccetto della difesa a tre, affinandolo nel corso degli anni grazie alla stabilità tattica della squadra friulana. Solo saltuariamente gli è stato chiesto di scendere in campo da perno centrale della difesa, ruolo in cui alcune delle sue caratteristiche sono un po' sacrificate. Anche nella stagione al CSKA Mosca Becao giocava braccetto in un 3-5-2, curiosamente con il suo attuale compagno di difesa Jaka Bijol schierato in mediana. Lì giocava principalmente a sinistra, ma il brasiliano è chiaramente più a suo agio sulla destra.

Da braccetto Becão può sfruttare quella che è il maggior elemento saliente del suo stile di gioco: l'aggressività. Il brasiliano, tanto per quantità quanto per qualità, è tra i migliori centrali in Serie A per quanto riguarda i contrasti portati. Becão è un difensore a cui piace leggere la giocata dell'avversario e scegliere il momento in cui intervenire in prima persona. Non attende quasi mai l'attaccante, ma lo aggredisce, lo morde. Spesso e volentieri si sgancia dalla difesa proprio per andare a prendere alto il diretto avversario.

Il suo è uno stile di gioco che si è evoluto nel corso delle stagioni, come plasmato dal credo degli allenatori che si sono succeduti sulla panchina dell'Udinese. Pur mantenendo le stesse premesse di fondo del suo modo di giocare, nel corso degli anni Rodrigo Becão ha aumentato l'altezza della sua posizione e il livello di aggressività, soprattutto in corrispondenza delle gestioni Cioffi e Sottil, mentre il numero di intercetti è molto diminuito nelle ultime due stagioni. Il brasiliano è migliorato sensibilmente nelle scelte difensive - partendo comunque da un livello già buono - e ha affinato le sue caratteristiche di possesso, un dettaglio che ha aggiunto un vero plus al suo gioco.

Il presente e il futuro

Si parlava appunto di fase di possesso. Nonostante il modulo non sia cambiato nel corso delle stagioni, con gli ultimi due suoi allenatori, Cioffi e Sottil, l'Udinese ha cambiato modo di concepire il 3-5-2 e in questa rivoluzione Rodrigo Becão è stato uno degli elementi fondamentali. Messe definitivamente radici nel terzo di destra della difesa, dallo scorso anno il brasiliano ha iniziato ad interpretare il ruolo in maniera differente, o meglio ha evoluto il suo stile di gioco. Giocando già normalmente alto in fase di non possesso, ha iniziato ad alzarsi anche in fase di possesso, diventando uno dei migliori difensori per passaggi progressivi ricevuti in Serie A e migliorando ulteriormente tutte le sue statistiche offensive.

In particolare quest'anno la combinazione sulla catena di destra tra Rodrigo Becão e Roberto Pereyra è stata una delle armi principali della straripante Udinese di Sottil del primo terzo di campionato. La tendenza ad accentrarsi del Tucumano lasciava spazio alle salite di Becão, che spesso si trovava addirittura a crossare o a inserirsi in area. Quello tra il brasiliano e quell'Udinese dai ritmi indemoniati era un matrimonio perfetto. Pressing alto e proiezioni offensive, movimenti ragionati e studiati ma allo stesso tempo furiosi e travolgenti nell'esecuzione.

Nonostante il calo fisiologico della squadra friulana, avvenuto nei mesi successivi, e le modifiche tattiche, obbligate o meno, che hanno normalizzato la situazione sulla fascia destra dei friulani, Rodrigo Becão ha continuato ad esprimersi ad alti livelli. Se già la sua tendenza alla ricerca dei duelli lo rendeva uno dei difensori con più contrasti della Serie A, il nuovo approccio tattico dell'Udinese ne ha migliorato anche nelle statistiche legate alla fase di possesso. Spicca, ad esempio, per cross completati, tocchi nel terzo finale e, ovviamente, gol e assist.


Contro il Monza accompagna l'azione fino a offrire l'assist a Beto dentro l'area.

Come dicevamo, Rodrigo Becão è arrivato alla sua quarta stagione a Udine. Tranne alcune eccezioni, negli ultimi anni i giocatori in rampa di lancio lasciano Udine in due o tre stagioni, ma il difensore brasiliano sembra non esercitare ancora quell'appeal, forse anche perché il suo grande lavoro in campo passa spesso sottotraccia. Non sono mancate le voci di mercato, a dire il vero, ma nessuno ha fatto quella mossa in più per portarlo via da Udine. Durante questa stagione l'interessamento dell'Inter è sembrato diventare molto serio e la sensazione generale è che la prossima estate sia quella decisiva. Non resta che vedere quale strada sceglierà per spiccare definitivamente il volo.


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Classe '99, fervente calciofilo e tifoso dell'Udinese, alla sua prima partita allo stadio vede un gol di Cesare Natali e ne resta irrimediabilmente segnato. Laureato in scienze politiche a Padova, ora studia a Bologna e scrive di calcio e Formula 1.

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