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- di Federico Sborchia

Cosa sta succedendo tra Lineker e la BBC?


La storia della sospensione del conduttore dopo un tweet anti-governativo.


Per chi non è troppo dentro al mondo della Premier League, probabilmente, Lineker è rimasto più che altro un attaccante ma per gli inglesi è diventato uno degli anchormen sportivi più celebri e riconoscibili del paese. Da anni, infatti, Lineker è l’uomo di riferimento di Match of the Day, la trasmissione della BBC che, per molti versi, potremmo vedere come una versione britannica del nostro 90° minuto. Occorre notare, come, rispetto alla controparte italiana, Match of the Day ha una funzione ancora di primo piano in un paese che, tutt'ora, non trasmette tutte le partite del suo campionato più importante.

La puntata di sabato sera di Match of the Day è durata appena venti minuti, che può essere da un terzo a un quinto meno di quanto durerebbe normalmente. Infatti, per la prima volta, non c’è nessuno studio di commento alle partite. Non ci sono neanche le telecronache agli highlights delle partite di Premier League: nessuno che commenti il ventottesimo gol in campionato di Haaland o l’incredibile volée di esterno di Kovacic. Questo è il risultato di un incredibile boicottaggio che ha coinvolto buona parte della redazione di Match of the Day in risposta alla scelta della BBC di sospendere lo stesso Lineker.

https://twitter.com/GaryLineker/status/1633111662352891908?s=20

Accogliamo molti meno migranti di qualsiasi altro grande paese europeo. Questa è una politica crudele e diretta contro le persone più vulnerabili con un linguaggio non diverso da quello che impiegava la Germania negli anni ‘30”.

Con queste parole Lineker aveva commentato il tweet del Ministero dell’Interno britannico, che riportava un discorso della sua titolare, Suella Braverman, in cui sottolineava la necessità di “fermare le barche”, riferendosi alle piccole barche di migranti che tentavano – e tutt’ora tentano – la traversata della Manica per arrivare sulle coste inglesi.

Questo tweet era arrivato mentre il Parlamento britannico, a maggioranza conservatrice, stava valutando una proposta di legge della stessa Braverman secondo cui qualsiasi persona che entra in Inghilterra senza visto può essere detenuta fino a 28 giorni senza possibilità di appello o cauzione e, quindi, rimpatriata o deportata in paesi terzi – come il Ruanda, con cui il governo Johnson aveva sottoscritto un accordo – prima ancora di presentare domanda di asilo e impedendo qualsiasi richiesta futura della cittadinanza britannica.

La legge – applicata in un paese che già ha un tasso di immigrazione inferiore alla media europea – diventerebbe una delle più restrittive nei grandi paesi europei. Per questo motivo ha provocato numerose contestazioni e potrebbe essere incompatibile con la Convenzione europea sui diritti umani, come confermato dalla stessa Braverman.

In seguito a quel tweet, la BBC fa notare come “Il direttore generale, Tim Davie, ha reso l’imparzialità un punto chiave della sua guida”, chiedendo a Lineker di rientrare nei ranghi e regolare maggiormente i suoi commenti sull’operato del governo e citando anche una sua altra violazione. Infatti, sempre Lineker, aveva criticato l’ex prima ministra Liz Truss, che aveva chiesto di boicottare la finale di Champions League a San Pietroburgo dopo l’invasione dell’Ucraina, chiedendo se il Partito Conservatore avesse anche deciso di restituire i finanziamenti ricevuti dai donatori russi.  

https://twitter.com/GaryLineker/status/1496417024687357953?s=20

La ministra Braverman, intanto, non aveva perso un attimo per rispondere al tweet di Lineker, ironicamente su una radio della BBC, arrivando ad accusarlo di “aver sminuito la tragedia dell’Olocausto”, forse glissando sul fatto che Hitler aveva ideato un piano per trasferire la popolazione ebraica in Madagascar non troppo dissimile da quanto fatto dal governo Johnson con il Ruanda.

Venerdì, due giorni dopo le prime dichiarazioni del suo direttore, la BBC ha comunicato di aver avuto lunghi colloqui con Lineker e il suo staff, in cui ha fatto sapere che considera il suo uso dei social una violazione delle regole interne, e che ha deciso di togliergli – usando le loro parole “gli ha chiesto di fare un passo indietro” – la conduzione di Match of the Day fino a quando non si troverà un accordo. Per indorare la pillola, premette che “Quando si tratta di guidare la nostra copertura del calcio e degli sport, Gary non è secondo a nessuno” ma ci tiene a far sapere di avergli chiesto di tenersi alla larga dal prendere posizione su temi politici.

Questa richiesta di imparzialità, occorre notare, giunge da una BBC al cui vertice c’è Richard Sharp, noto finanziatore dei Tory e che, prima della sua nomina, aveva aiutato l’ex primo ministro Johnson a ottenere un prestito di 800mila sterline. Inoltre, la stessa BBC aveva spesso glissato su altre dichiarazioni ben più forti da parte di suoi dipendenti come Jeremy Clarkson, in passato conduttore di Top Gear, capace di dire che “bisognerebbe sparare ai lavoratori che scioperano” senza subire conseguenze. La profonda ipocrisia, che non dovrebbe stupire troppo, emerge anche dalle parole dell’ex giornalista BBC Lewis Goodall, il quale sostiene di essere stato a lungo ostacolato, per le sue posizioni di sinistra, da Robbie Gibb, membro del consiglio di amministrazione che in passato era stato capo della comunicazione di Theresa May durante il suo periodo da Prima Ministra.

Inoltre, nello stesso giorno in cui annunciava la sospensione di Lineker, la BBC decideva di non trasmettere un episodio di Wild Isles, una serie di documentari di Sir David Attenborough sulla natura nelle isole britanniche con un episodio, l’ultimo, in cui ne denunciava i danni. Una scelta, questa, presa proprio per timore delle reazioni della politica e dei giornali vicini ai Tories.

La scelta di allontanare Lineker non poteva che portare reazioni. Le prime sono quelle di altri due grandi attaccanti del passato: apre Ian Wright, che annuncia che “Tutti sanno quanto Match of the Day sia importante per me, ma ho detto alla BBC che domani non parteciperò. Solidarietà.” Segue Alan Shearer, che annuncia di non partecipare a sua volta. L’ex difensore Micah Richards, che non era previsto nella puntata di sabato sera, annuncia che, comunque, avrebbe seguito il solco di Wright e Shearer, con l’ex Tottenham Jermaine Jenas a fare altrettanto. Nelle ore seguenti anche l’ex calciatrice della nazionale Alex Scott si tira indietro.

Le manifestazioni di solidarietà hanno poi finito per espandersi, coinvolgendo buona parte dello staff del programma, i giocatori di Premier League, che hanno deciso di non farsi intervistare, e perfino altri programmi, creando un totale sconquasso nell’intero palinsesto della BBC che, poi, si è tradotto in questa surreale puntata di Match of the Day senza esseri umani se non quelli che erano negli stadi. Venti minuti di highlights mandati con il solo audio ambientale perché la BBC non aveva accesso né alle telecronache di Sky, che detiene i diritti nel Regno Unito, né a quelle ufficiali che la Premier League impiega per l’estero.

Il risultato è quindi un programma che sembra un carosello di highlights non dissimile da quello che chiunque di noi potrebbe fare andando su YouTube, cercando i video che i club mettono e facendosi una playlist che scorre per una ventina di minuti. Per alcuni – forse gli stessi che erano d’accordo con la sospensione – probabilmente sarà stato meglio così.

Per Lineker – che ora potrebbe anche essere messo alla porta con altre emittenti che fremono per portarselo via – non sappiamo come sia stato. Suo figlio, George, ha ammesso che probabilmente ritornerà al suo posto, ma che non ritratterà nulla di quanto detto. Sorprendentemente ma non troppo, il Match of the Day tronco e senza voce ha raccolto quasi mezzo milione di spettatori in più della media, molti probabilmente attratti dalla vicenda e forse anche dalla FOMO. Una magra consolazione abbinata al bel danno di immagine che la BBC ha finito per autoinfliggersi, per altro dando ancor più eco mediatica al tweet incriminato.

Alla fine, nella mattinata di lunedì, Tim Davie ha rilasciato un altro comunicato, sottolineando la necessità di mantenere un punto di vista imparziale e che le regole imposte alle figure della BBC sono poco chiare. Annuncia che creerà una commissione indipendente per rivalutare le suddette regole, e dà il bentornato a Lineker, riconsegnandogli il suo posto per la trasmissione del sabato. Un finale quasi lieto.

È difficile trarre grandi conclusioni da una storia simile. Possiamo guardare alla scelta di Lineker come una piccola resistenza a quell'insopportabile tendenza di certe istituzioni a predicare il disimpegno politico; a pretendere cioè che la politica (e guardacaso sono considerate "politica" solo le opinioni di protesta) resti fuori da tutto. Istituzioni come la FIFA, ad esempio, la cui censura del dissenso ha generato molte polemiche durante l'ultimo Mondiale. Se allora, in nome dell’imparzialità, si chiede a qualcuno di non schierarsi, di non parlare, di non pensare, e di non farlo neanche come libero e privato cittadino allora forse non parliamo più di imparzialità ma di paura. Lineker ha scelto di schierarsi, di parlare, di pensare e il suo gesto ci ha lasciato un messaggio. Un messaggio magari meno eclatante di molti e che forse conoscevamo già ma che è importante non mandare sprecato.


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Federico Sborchia nasce a Roma nel 1999. Tifoso di Roma e Arsenal, dal 2015 scrive di calcio inglese e dal 2022 conduce il podcast Britannia.

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