
- di Matteo Tencaioli
Considerazioni sparse post Tottenham-Milan (0-0)
Il Milan spreca, ma si qualifica meritatamente tra le otto migliori d'Europa.
- Quello che spicca per quasi tutto il match è la mancanza di qualità negli ultimi venti metri delle due squadre. Se nel Milan la lente è puntata sui singoli, con un generoso Giroud costretto a giocare molto lontano dalla porta, un Leao poco a suo agio lontano dalla fascia (ma devastante quando parte in velocità) ed un Messias le cui (poche) qualità sono ormai note, a dispetto del grande impegno, il Tottenham dà invece l'impressione di grave povertà di idee. Il pressing degli inglesi è buono, soprattutto dopo il primo quarto d'ora di gioco, ma una volta conquistata la palla gli attaccanti fanno poco movimento e tutti i cross finiscono per essere preda di un Maignan che dà grande sicurezza a tutto il reparto;
- A mancare molto alla squadra di Conte è l'apporto di Son, che ormai sembra diventato l'ombra di sé stesso, così come quello di uno spento Perisic. Kane là davanti fa quello che può e Richarlison, subentrato di lusso, è ancora alla ricerca di una rete che valga i sessanta milioni che è stato pagato. L'arrivo di Paratici a Londra sembrava un buon modo trovato dalla società per aiutare l'allenatore ad avere i calciatori adatti al suo gioco, ma i fatti dicono che il mercato estivo non stia riuscendo ad incidere in alcun modo sui risultati e che, dopo il buon avvio di stagione, la squadra sia caduta in una crisi difficilmente risolvibile;
- Partita da cerchiolino (e cartellino) rosso anche per Cristian Romero, che già all'andata aveva scampato di pochissimo l'espulsione, graziato dall'arbitraggio molto "inglese" di Scharer. Il difensore ex-Genoa e Atalanta, che ormai è abituato a giocare a questi livelli da tre anni, tra club e nazionale, anche stasera è cascato in un paio di svarioni che ne hanno condizionato la prova in maniera determinante già dai primi minuti. Le potenzialità restano grandi, trattandosi di un classe '98, ma la definitiva maturazione sembra rimandata ancora una volta;
- Tra i due allenatori, in particolar modo pensando al doppio confronto, la spunta largamente Pioli, la cui squadra ha interpretato al meglio entrambe le partite, non dando modo a quella del collega di fare il proprio gioco, costringendola spesso a sbilanciarsi lasciando grandi spazi per le ripartenze rossonere, pur se quest'ultime sono state sprecate, più che capitalizzate. L'appunto che si può fare al tecnico del Milan, è l'atteggiamento troppo conservatore in superiorità numerica: il cambio difensivo tra Diaz e Bennacer si rivela pragmaticamente efficace, ma non può non far storcere il naso alla luce del vantaggio risicato. Senza il miracolo di Maignan in pieno recupero, infatti, le recriminazioni avrebbero potuto essere molte;
- Nel complesso, il pareggio finale accontenta il Milan per il passaggio del turno, anche se le reti sbagliate dovranno essere di lezione, perché non si può pensare di cavarsela ancora, giocando con le altre sette migliori d'Europa. Resta il fatto che i rossoneri tornano ai quarti di finale di Champions League dopo ben undici anni, compiendo un'impresa che nasconde almeno per qualche giorno l'andamento altalenante del campionato. Lo stesso non si può dire del Tottenham, il cui tecnico ha confermato il poco appeal con l'Europa e ora sarà costretto a dare tutto da qui a fine stagione per non perdere il treno anche per la prossima stagione.
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Matteo Tencaioli. Classe 1980, da sempre diviso tra la professione di programmatore e l'amore per il giornalismo. Ama parlare di sport, in particolare di calcio e tennis. Conteso tra lavoro e famiglia, suo più grande amore, fa a sportellate tutti i giorni con il sonno per trovare il tempo di coltivare anche le proprie passioni.
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