
- di Marco Bellinazzo
Considerazioni sparse post Roma-Juventus (1-0)
Una bordata di Mancini rompe il silenzio e decide una gara che diremo tattica per non dire brutta.
- Roma e Juventus si guardano allo specchio e si rivedono l'una nell'altra, in una partita che somiglia ad un viaggio nella parte più interna di due squadre un po' tristi, forse per motivi diversi. Una rappresentazione in qualche modo anche importante, ma che onestamente non suona come particolarmente interessante da guardare. Squadre schierate quasi a specchio, con le difese a tre mai particolarmente propositive, mediane folte con priorità alla fisicità e due gemme argentine a galleggiare nel buio, schiacciate nella morsa brutale di una partita lenta e pesante. Per i primi 20 minuti si potrebbe chiamare una partita "tattica". Poi diventa solo noiosa;
- Sembra quasi che il primo tempo si giochi proprio solo per onore di firma, come se ci fosse un tacito accordo tra le due squadre per saltarlo e passare direttamente al vivo della partita, a quei minuti della ripresa in cui entrambe hanno intenzione di deciderla. E allora perché darsi pena prima? Lunghe ed estenuanti serie di passaggi orizzontali da un difensore all'altro, in attesa di qualcosa che nessuno fa capitare, qualche timido tentativo di verticalizzazione rimbalzato senza grande contestazione dalla difesa opposta. "Non si fanno nemmeno contrasti" sottolinea Barzagli nello studio all'intervallo. Probabilmente perché non ce n'è bisogno;
- Cosa serve alla Roma per vincerla? Sostanzialmente un tiro ben fatto e davvero poco altro. I giallorossi sbloccano con un gran destro di Mancini, in una della sue rarissime gite oltre la linea Maginot. Il gol potrebbe essere la scintilla per dare la svolta ad una partita ruvida e spigolosa, oppure segnare un destino definitivo nelle sorti della serata. La sensazione è che la risposta sia proprio la seconda. Per lunghi tratti si va avanti come se nulla fosse accaduto, poi Allegri cambia, mischia, sposta, e la Juve produce un timido e confuso assalto finale, che produce due o tre situazioni nervose che non prendono mai la direzione giusta, complice anche un po' di sfortuna (tre legni per i bianconeri);
- Sebbene il risultato finale gli dia ragione, non sembra che la grande sorpresa di Mourinho di scegliere un undici senza centravanti dia effettivamente gli effetti sperati, qualunque essi fossero. Per quasi tutta la gara la Roma sembra troppo inconsistente in attacco per creare qualcosa e le posizioni di Wijnaldum e Dybala possono avere un senso in fase di non possesso, ma generano poco altro che affanno quando la squadra si trova a dover costruire qualcosa. Non a caso la rete arriva da un difensore. Una mossa azzeccata è invece la mediana Matic-Cristante, che se patisce qualcosa in termini di dinamismo può serenamente celarlo in una gara dai ritmi di una passeggiata per le vie del centro: risalta così l'esperienza e il grande senso della posizione di due centrocampisti che tatticamente fanno una partita esemplare, soprattutto nel limitare Di Maria;
- Qual è il ruolo di Federico Chiesa in questa Juventus? Lo schieramento ormai rodato di Allegri prevede due esterni a tutta fascia ed un solo uomo alle spalle dell'unica punta, cosa che, dalla resurrezione di Angel Di Maria, ha portato spesso l'ex Fiorentina a partire dalla panchina. Se la seconda resurrezione illustre (quella di Paul Pogba) può far pensare ad un ritorno dell'antico 4-3-3, per convincere il tecnico a questo cambio tattico Chiesa deve quantomeno entrare in partita meglio di come ha fatto stasera. Ultima inevitabile menzione infine per Moise Kean, la cui partita dura meno di un giro di orologio. Di espulsioni stupide ne abbiamo viste diverse, ma una immaturità del genere è francamente inadeguata ed inaccettabile a questi livelli. Pessimo esempio.
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Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.
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