Considerazioni sparse post Strade Bianche
Con la classica toscana sullo sterrato polveroso, la stagione ciclistica entra nel vivo.
– Pronti via, la Strade Bianche parte senza Tadej Pogačar, e di per sé è già una notizia. Se ci aggiungiamo anche il forfait di Wout Van Aert, l’unico vero favorito per la vittoria finale è Mathieu Van der Poel, vincitore dell’edizione del 2021. Era lui quindi l’osservato speciale di oggi, e invece si è visto pochissimo. L’unica fiammata del corridore olandese è stata a circa quaranta chilometri dall’arrivo. Ma è rimasto un caso isolato: Van der Poel non sembrava avere benzina oggi. È pur sempre all’esordio su strada nel 2023: di fatto non è mai stato nemmeno lontanamente vicino a essere protagonista della gara. Più volte inquadrato, lo si vede sbuffare: la forma è ancora lontana e i gradi di favorito di giornata potrebbero aver pesato;
– Era invece nascosto il vincitore di giornata: Thomas Pidcock ha chiaramente studiato l’impresa di Tadej Pogačar, che l’anno scorso vinse attaccando a 50 chilometri dall’arrivo. Dopo la salita a Monte Sante Marie, il corridore britannico allunga in discesa, disciplina in cui è abilissimo, attacca insieme ad Andrea Bagioli e Alberto Bettiol (che poco dopo è caduto e costretto al ritiro) e riprende la fuga iniziale. Pidcock si è liberato di Alessandro De Marchi (Jayco) e Sven Bystrom (Intermarchè) e poi ha tenuto negli ultimi due settori di sterrato sul Monte Pizzuto e le Tolfe: ha mantenuto il vantaggio risicato, arrivato anche a soli 9 secondi sul gruppetto inseguitore in cui c’erano Simmons, Valter, Rui Costa, Benoot e Mohoric che non sono riusciti a organizzare un inseguimento coeso. Si tratta della prima vittoria in una classica per il corridore e la prima per un atleta britannico;
– La gara sembra seguire un copione classico: con la fuga inziale di tre uomini, tra cui l’azzurro Alessandro De Marchi. Poi la corsa esplode a cinquanta chilometri dall’arrivo, con il gruppo che si frammenta, tutti più o meno all’inseguimento di Pidcock che trae solo vantaggio dalla situazione di caos dietro. Tutti aspettavamo Van der Poel o Julian Alaphilippe (invisibile oggi). Chi era riuscito a rimanere a ruota fino a quel momento nei settori di sterrato, scoppia definitivamente: è il bello di questa gara. Un momento prima la carovana è compatta, il minuto dopo i corridori sono tutti sparpagliati;
– Tra gli italiani la palma del migliore se la prende tutta Alessandro De Marchi, protagonista di una gara oltre ogni previsione e oltre le sue possibilità: in fuga in tutto il giorno, è stato l’ultimo a soccombere all’attacco di Pidcock, rimanendogli attaccato fino al terzultimo settore di sterrato di circa 800 metri, nella storica cornice di Montaperti. La facilità con cui Pidcock lo stacca in salita è impietosa, ma sarebbe stata una sorpresa il contrario. Solo applausi quindi per il corridore della Jayco;
– La Strade Bianche è una gara sempre dal sapore speciale, con quell’atmosfera da prima gara classica dell’anno, da classica di primavera. Qualcuno già si sbilanciato: diventerà una corsa più prestigiosa della Milano-Sanremo, vedremo. Sarebbe un fatto molto singolare trattandosi di una corsa giovane: la prima edizione è del 2007, quando ancora si chiamava Eroica ed era sponsorizzata da Monte dei Paschi di Siena. Il paesaggio toscano, tra luoghi densi di storia, il romantico e duro arrivo in piazza del Campo dopo aver letteralmente scalato il muro di via santa Caterina e soprattutto le “strade bianche”, le vie sterrate tipiche della campagna senese, rendono questa corsa impietosa e commovente allo stesso tempo. Da preservare a tutti i costi.
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