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, 28 Febbraio 2023
2 minuti

Considerazioni sparse post Cremonese-Roma (2-1)


La Cremonese torna a vincere dopo 27 anni in A. La Roma collezione un’altra gemma nella sua storia di harakiri.


- Il primo tempo è un film dell'orrore per gli amanti del bel calcio: lanci lunghi e campanili a profusione, controlli del pallone rivedibili e errori di misura nei passaggi degni della fu Lega Pro. Persino il redivivo Wijnaldum, in barba alla sua cifra tecnica, dimostra un'impressionante rapidità di adattamento al contesto, regalandoci una serie di errori inspiegabili di misura;

- Intendiamoci, è la Roma a stupire in negativo, perché la Cremonese fa il suo e conduce la partita esattamente nei binari desiderati. Ballardini si presenta con un 3-4-3 speculare ai rivali, a costo di qualche rischio nell’1vs1, e gli basta mettere i 3 attaccanti in pressione sui 3 centrali della Roma per stroncare ogni velleità dei giallorossi di fare gioco;

- Dopo 60’ inquietanti Mourinho ne cambia 4, passa al 4-2-3-1 e la Roma finalmente mostra cenni di vitalità. Dopo il pari su perfetto inserimento di Spinazzola arrivano anche la chance per ribaltarla, ma la beffa arriva proprio nel momento in cui il piano sembra inclinarsi a favore dei giallorossi;

- Da applausi l’intensità e la voglia dei padroni di casa, bravi ad avere coraggio in pressione e poi a compattarsi chiudendo le linee di passaggio. Qualche lettura un po’ ingenua in fase difensiva resta, vedasi il gol del pari, ma è innegabile che l’arrivo di Ballardini abbia riportato vitalità. Su tutti spiccano un Marco Benassi dominatore del centrocampo e la sorpresa Tsadjout, autore di un gran gol e di una battaglia fisica d’altri tempi con Ibanez. Commovente che il gol decisivo, anche se dal dischetto, sia arrivato dal capitano Ciofani, appena entrato in campo. L’uomo giusto al posto giusto per fare la storia;

- Per la Roma è una sconfitta semplicemente imperdonabile per come è maturata, con echi di imbarazzo che richiamano un Como-Roma del 2003. Nessuno si aspetta calcio champagne da una squadra di Mourinho, ma 60’ minuti senza un tiro in porta e senza lo straccio di un’azione manovrata contro l’ultima in classifica sono un delitto visto il potenziale tecnico di una squadra che oggi, oltre a Dybala e Pellegrini, vedeva la presenza anche di Wijnaldum dal 1’. Il cambio di modulo e di interpreti è stato decisamente tardivo, e offensivamente la squadra è rimasta legata mani e piedi alle giocate individuali, quasi mai pervenute oggi. Dal ricorso a nervi, grinta e carattere si possono tirare fuori ottime prove come quella di giovedì contro il Salisburgo, ma non ci si può certo aspettare continuità di rendimento. Dalle sceneggiate con gli arbitri invece non si ottiene proprio nulla e sarebbe bello darci un taglio.

  • Giornalista classe 90', da sempre innamorato della radio, ho diretto per 3 anni RadioLuiss e collaborato con varie emittenti in qualità di conduttore. Attualmente mi occupo di comunicazione d'impresa e rapporti istituzionali. Pallavolista da una vita, calciofilo per amore, appassionato di politica e linguaggi radiotelevisivi, nella mia camera convivono i poster di Angela Merkel, Karch Kiraly e Luciano Spalletti.

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