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, 25 Febbraio 2023

Considerazioni sparse post Empoli-Napoli (0-2)


Il Napoli inforca gli "occhiali da fabbro" invocati da Spalletti e prosegue diritto per la sua strada senza distrazioni, vincendo anche su un campo storicamente non semplice per gli azzurri.


- Il primo tempo del Napoli sembra il solito esercizio di stile: due gol che dicono poco di una superiorità dei partenopei mai messa in discussione, tanto che solo la traversa e una tempestiva uscita di Vicario riescono a contenere il risultato;

- Zanetti alla vigilia ha giustamente parlato di partita dal risultato non scritto a priori, ma tutta da giocare: non è che però la partita sia stata preparata benissimo. Se la scelta di bloccare il centro del campo dirottando sull'esterno la manovra del Napoli poteva pagare, viceversa la scelta di lasciare ampia libertà a Kvaratskhelia sui piazzati non è stata propriamente saggia. Anche in fase offensiva il suo Empoli è sembrato poca roba, cercando di sfogare con tiri dalla distanza piuttosto velleitari;

- L'espulsione di Mario Rui, la prima comminata a un giocatore del Napoli, ha parzialmente scombinato i piani di Spalletti: con l'inferiorità numerica ha costretto il tecnico di Certaldo a cambiare volto alla squadra, rallentando i ritmi del gioco e provando a gestire il possesso del pallone senza correre rischi. Ciò nonostante, è ancora Osimhen il più vicino a cambiare ancora il risultato;

- Detto del solito Osimhen, ormai certezza al pari della morte e delle tasse, ancora una volta Lobotka ha imposto la sua legge sul campo da calcio: la sua intelligenza gli permette di esercitare un controllo senza pari lungo tutto il campo in entrambe le fasi. Te lo trovi ovunque, a tagliare ogni linea di passaggio degli avversari, e subito dopo eccolo dare il via all'azione offensiva;

- Al ritorno dalla sbornia europea, il Napoli torna a calarsi perfettamente nella parte di cannibale della Serie A. Anche questo turno riparte con il Napoli a fare da lepre irraggiungibile per tutte le altre, con una distanza che può solo aumentare, con i metri dal traguardo che invece continuano a ridursi. Il Napoli insomma ha messo gli occhiali da fabbro invocati da Spalletti ed è andato diritto al punto, senza cedere a nessuna distrazione.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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