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5 min

- di Diego Canneta

Considerazioni sparse sulla nuova SF23


La speranza del Cavallino Rosso per il 2023, è la logica evoluzione di una vettura che aveva basi ottime, ma che nel corso della scorsa stagione era stata azzoppata da problemi di affidabilità motoristici.


- Più che una rivoluzione, una logica evoluzione. Così possiamo definire ciò che tanti aspettavano con trepidazione e che, nel giorno di San Valentino, ha fatto breccia nella mattina di Maranello, figlia di quella che era, di base, una ottima vettura, almeno per buona parte della prima parte del 2022. Un concetto aerodinamico del tutto nuovo, nato e sviluppato sulla F1-75 che pian piano, molte altre squadre stanno adottando sui propri progetti, a conferma che il team di ingegneri diretti da Enrico Cardile, dopo la SF70H del 2017, ha fatto di nuovo scuola in campo stilistico. La SF23 è eredità diretta del gruppo sotto la direzione di Mattia Binotto, servendola direttamente al nuovo gruppo di lavoro di Fred Vasseur, che, almeno nella prima parte dell’anno, per inerzia, si troverà a gestire e capire, tutto il funzionamento dinamico che già ha fondamenta e impronta però non sue. Aspettative altissime, vengono riposte nella nuova macchina, ma con i dubbi che nascono quando si presenta un cambio di gestione, avendo come obiettivo principale riportare il titolo mondiale piloti e costruttori, che mancano a Maranello ormai da 16 e 17 anni;

- La somiglianza è tanta, continuando il naturale sviluppo di una base decisamente ottima, ma che nel corso della stagione, è stata azzoppata da problemi di affidabilità motoristici che ne hanno influenzato risultati e progressivi sviluppi. Proprio da questo aspetto, si è voluto concentrare il lavoro di affinamento e migliorie, potendo anche, potenziare la PU di circa 30 Cv, con risultati al banco prova, si vocifera, come molto ottimistici. Come detto, non si è voluto tradire la filosofia costruttiva, mantenendo le fiancate scavate in alto, con ingresso radiatori molto sottili e sinuosi. Andando controcorrente a quello visto, fino ad oggi, su Red Bull e Mercedes, incontrando simili interpretazioni su Alfa Sauber, Haas e Aston Martin. Tutto ciò, nasconde quello che è stato il vero centro di gravità del progetto, ovvero la componentistica sotto scocca, quindi cambio, fluidodinamica con i relativi radiatori, sospensioni e come detto, principalmente motore. La vera variabile che determinerà la competitività della nuova macchina, come ormai fattore determinante, saranno gli sviluppi che si susseguiranno durante i vari Gran Premi, che, come è bene sottolineare, sono già programmati in concomitanza del lancio della versione base. Già durante i test di Sakhir, che precedono il via della stagione, potremmo già vedere una versione B della macchina, con parecchie modifiche per quanto riguarda le ali anteriori, sia posteriori;

- Un altro aspetto molto ammirato, e anche molto apprezzato, è la livrea. Una certa somiglianza appare se la confrontiamo con la 643 che prese parte al mondiale 1991, mentre varie tracce di nero mescolate alla tonalità più o meno accesa di rosso, era dalla SF15-T del 2015 che non veniva ripreso. Sull’alettone posteriore, con grande sorpresa, troviamo quella stupenda scritta “Ferrari” in caratteri originali, a infiammare il cuore dei tifosi, a dare un tocco di pregio, di appartenenza e passione, alla nuova macchina. Apparsa a Monza, con il giallo Modena di fondo e richiesta a gran voce, si ripresenta in bianco ma di dimensione maggiore. Rievocazione di macchine leggendarie e imprese che ricordano e richiamano una lontana e romantica F.1, quella degli anni ‘80, sicuramente più umana ed alla portata di tutti. Scompaiono invece gli sponsor riguardanti le cripto valute, rimangono quelli tecnici storici e alcuni nuovi, di settore elettronico. Il tutto rende, nel suo complesso, un prodotto decisamente armonico e appariscente, elegante e aggressivo allo stesso tempo, in controtendenza alle ultime forme viste prima del nuovo regolamento 2022;

- Protagonisti della kermesse Maranelliana, il nuovo team principal Vasseur e i due piloti, ormai di casa, Leclerc e Sainz. Il boss francese è alla prova del nove della sua carriera manageriale, avendo davanti una sfida enorme, ma dal prestigio incalcolabile. Si trova, come già detto, il progetto già definito, ma il suo compito sarà immediato, correggendo i vari errori della passata stagione, in primissima, la gestione strategica della gare e la ridefinizione progressiva del settore tecnico, in passato ricoperto da Binotto in contemporanea alle altre mansioni richieste a un TP. Esperienza e “cameratismo” paiono non essere in deficit all’ ex coordinatore Alfa Sauber, ingredienti vincenti nelle categorie propedeutiche alla F.1, dove ha raccolto ovunque successi e ottima reputazione. Ragionevolmente, occorrerà aspettare vari mesi, per iniziare a tirare le somme sulla sua gestione. Charles è chiamato al riscatto dopo un avvio di stagione quasi perfetto, incontrando poi varie difficoltà per errori umani e di gestione tecnica, a condizionarne il proseguimento del campionato, terminato comunque al secondo posto. Inizia il quinto anno a Maranello, equiparando come anzianità Schumacher, che vinse il titolo proprio al primo lustro a casa Ferrari. Ci si aspetta molto da lui. Carlos, sbloccato dopo la vittoria a Silverstone, vuol mettere a tacere le insistenti voci che lo vedrebbero già dietro a Leclerc, in ottica gerarchia di prima guida, iniziando la stagione con meno pressione addosso del compagno, ma deciso a partire con il piede e l’affiatamento giusto con la macchina, difetto che lo ha segnato e condizionato nella prima parte del 2022. È al terzo anno in squadra, con una vittoria finalmente in bacheca che potrebbe dargli nuova spinta e autorevolezza in più. Solidità mentale e gioco di squadra sono sue caratteristiche che nel tempo non si sono mai affievolite e sulle quali saranno sempre sicurezze sulle quali si potrà puntare;

- Una presentazione d’altri tempi, si è svolta a Maranello, cercando il contatto immediato con il pubblico, che mancava da era pre pandemia. Uno shakedown veloce, di 7 giri (i km concessi per regolamento al di fuori dei test) percorsi di fronte casa, a Fiorano, sul piccolo Nurburgring, come lo chiamava Enzo Ferrari. Oggi le presentazioni - chiamate anche “vernissage” - passano per i media, le sfilate blindate e le poche facce vip che possono godere di privilegi di presenza, tralasciando spesso e volentieri la componente umana del motorsport: i tifosi. Erano anni che i primi giri non avvenivano con un’apposita e stipata tribuna sita direttamente in pista, con il ponte di Via Abetone preso d’ assalto, o con le reti oscuranti appese alle recinzioni, nelle traverse laterali, lacerate per scorgere qualcosa, un breve passaggio, un lampo di rosso riflesso negli occhi. È un regalo, una valorizzazione del tifo che anima il vero cuore Ferrari, che ama e soffre, ormai da troppo tempo e che sogna, ogni anno, a ogni debutto, il tanto sospirato titolo mondiale. Un caldo e appassionato riavvicinamento al proprio pubblico, alla propria gente, al quale questa macchina deve essere dedicata, nel 76esimo anno della propria storia e leggenda, perché essa, in fin dei conti, è scritta da lei, da noi, che viviamo di emozioni fatte di vittorie e sconfitte, ma sempre con tanta e intramontabile passione.

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Nato il 3 agosto 1982 in un luogo sperduto ma bellissimo dell'Appennino Tosco Emiliano, Camugnano. Mi appassiono a 9 anni di quelle auto particolari chiamate Formula, guidate da quei caschi coloratissimi che mi folgorano l'esistenza. Imola e il suo Autodromo diventano la mia Mecca e le testate settimanali da corsa la mia Bibbia. Ogni veicolo da gara con 4 ruote mi contagia di interesse e mi cattura lo sguardo con il desiderio perpetuo di poterlo vedere dal vivo, ascoltare il suo urlo lacerante. Metto finalmente al servizio comune la mia passione.

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