Considerazioni sparse post Cluj-Lazio (0-0)
Alla Lazio basta un pareggio senza troppe emozioni per il passaggio del turno.
- Il freddo transilvano, le tante assenze a causa della boksicite che ha flagellato Formello, danno come risultato una partita non tra le più divertenti viste in questa stagione, in cui la Lazio fa il minimo sindacale per qualificarsi agli ottavi contro un avversario che, a dir la verità, ci ha creduto giusto negli ultimi cinque minuti. La nota più colorata sono state le almeno venti volte in cui Marcolin, commentatore Dazn, ha detto "accetta la pressione";
- Come detto, Sarri deve fare i conti con le molte assenze e schiera una formazione molto più fisica che tecnica a centrocampo che, inevitabilmente, rallenta la manovra e non riesce ad innescare Immobile. Il più pericoloso è Luis Alberto che, spesso, si propone nei vuoti difensivi rumeni aperti dai movimenti dello stesso Ciro. La squadra di Petrescu ci si aspetterebbe arrembare l'area biancoceleste e invece recita lo stesso copione dell'andata: attenta difensivamente e poco pungente. Vero, la qualità non è eccelsa e Krasniqi, il suo giocatore più tecnico, diviene rima baciata per l'ex attaccante, ora redivivo in Liga, Muriqi e sbaglia un'occasione nitida creata da una dormita di Casale;
- Nel secondo tempo la squadra di Sarri gioca come dovrebbe giocare una squadra di Sarri. Baricentro alto, fraseggio veloce e triangolazioni rapide per cercare di chiudere il discorso. Peccato che Scuffet decida di effettuare quattro parate consecutive e neghi il gol della tranquillità alla Lazio. Il Cluj rimane d'un tratto in dieci per una colossale ingenuità di Muhar e, paradossalmente, attacca più di quanto facesse prima. Si aprono vaste praterie che, però, non vengono sfruttate a dovere. Qualche insipido brivido finale ma non cambia il risultato. La Lazio va avanti;
- Le riserve avevano l'occasione d'oro di mettersi in mostra e dimostrare a Sarri di meritarsi un ballottaggio in campionato. Romero capisce il momento e gioca bene, molta applicazione e intelligenza tattica. Basic quando nel secondo tempo migra come mezz'ala sinistra si fa preferire. Gila si conferma un ottimo difensore. Per i restanti un buon allenamento;
- Dalla squadra campione di Romania ci si attendeva, almeno in casa, un ritmo più tambureggiante. Una voglia di ribaltare l'1-0 dell'andata. Invece, Petrescu non muta la sua filosofia e tende a giocare sull'errore avversario. Quasi gli riesce ma di certo non lotta per il passaggio del turno. Vero che il materiale tecnico è di basso livello, ma la famosa intensità che si è soliti incontrare in Europa ai rumeni manca completamente.
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