Considerazioni sparse post Atalanta Lecce (1-2)
Una Dea poco brillante non riesce a fare breccia nelle linee difensive di un Lecce ordinato e concentrato, dimostrando ancora una volta la cronica mancanza di continuità di questa stagione.
- Atalanta e Lecce si presentano al lunch match della ventitreesima giornata con motivazioni molto diverse - una mantenersi in corsa per il secondo posto in classifica, l'altra per raggiungere il prima possibile la quota salvezza - ma entrambe con la necessità di fare risultato per confermare ciò che si è visto di buono nella scorsa giornata. In effetti, tutte e due le squadre si confermano per quello che sono sembrate finora: un'Atalanta discontinua, sia all'interno dei novanta minuti sia sul lungo termine; un Lecce solido, organizzato e attentissimo, che dà il meglio contro le grandi;
- La squadra di Baroni parte subito forte, pressando l'Atalanta con un blocco medio-alto che al 3° minuto porta a guadagnare una rimessa laterale dal quale Ceesay, con un grande giocata e con un piccolo aiuto da parte di un Musso molto poco reattivo, riesce a portare in vantaggio il Lecce. Da quel momento l'Atalanta prova a reagire, ma si incarta troppe volte su se stessa, ingabbiata dalla pressione a fiammate del Lecce, dall'incapacità di guadagnare superiorità numerica sulle fasce né di affondare tra l'intasatissima fascia centrale;
- Nel secondo tempo Gasperini prova a dare gamba inserendo Soppy e Muriel al posto di Zappacosta e Boga ma la musica rimane la stessa. Pur riuscendo a spingere di più e ad arrivare maggiormente alla conclusione, la Dea manca di brillantezza e soprattutto di estro: le rare occasioni vengono sprecate, o salvate da un magnifico Wladimiro Falcone, ma ai bergamaschi sembra comunque mancare quel quid, quel giocatore capace di tirare fuori il coniglio dal cilindro svoltando partite difficili come questa;
- Il Lecce 2022/2023 è una delle migliori neopromosse che si siano viste in Serie A negli ultimi anni. Con una spesa che nel mondo delle produzioni cinematografiche definiremmo budget zero o quasi (poco più di 6 milioni spesi di fronte a circa 3,5 incassati), Pantaleo Corvino e Marco Baroni sono riusciti a costruire una rosa competitiva, completa e soprattutto futuribile: l'undici del Lecce è, in media, il più giovane di tutta la Serie A (24,1 anni) e attualmente si trova a soli cinque punticini dal settimo posto. Sognare non costa nulla;
- Dall'Atalanta, invece, è lecito pretendere di più. Questa stagione è un'altalena a qualsiasi scala e da qualsiasi punto di vista la si guardi. Durante la stagione, l'alternanza di prestazioni e risultanti è lampante: possibile che questa squadra sia la stessa che ha mangiato in testa alla Lazio? E che sempre la stessa squadra abbia perso, in quel modo, a Sassuolo? Possibile che Lookman abbia una forbice di prestazioni così ampia nell'arco di poche settimane? L'unica certezza continua ad essere Rasmus Winther Højlund, che anche quando è meno coinvolto o meno ispirato del solito non si arrende mai e trova la porta con la sicumera del centravanti esperto.
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