Considerazioni sparse post Roma-Verona (1-0)
Una Roma che vince come piace al suo allenatore.
- All'Olimpico i padroni di casa, costretti ad un profondo turnover, trovano un Verona invischiato nella lotta salvezza che sgomita per uscire dalle sabbie mobili: quella che ne viene fuori è una battaglia campale, molto spezzettata e piena di falli;
- In parte per non sovraccaricare di fatica chi ha giocato giovedì e in parte per gli infortuni dei suoi uomini migliori, Mourinho concede minuti a tante seconde scelte che non tradiscono le aspettative e sfruttano bene l'opportunità: la grinta messa in campo dalla Roma stasera sopperisce alle carenze tecniche e di esperienza dell’undici giallorosso;
- L’Hellas è molto volenteroso ma non appare mai veramente in grado di fare male. Pur tenendo il pallino del gioco per lunghi minuti e lottando su ogni pallone, la squadra di Zaffaroni non si rende mai veramente pericolosa dalle parti di Rui Patricio concludendo il match con un solo tiro in porta;
- Nella Roma sugli scudi Cristante che sradica e ripulisce decine di palloni, facendo ottimamente entrambe le fasi. Molto bene anche Spinazzola, il più ispirato dei suoi, e (finalmente) Belotti in modalità dominio fisico alla football americano. Luci e ombre per Solbakken che sbaglia tantissimo, sebbene abbia risolto il match e macinato tantissimi chilometri. In affanno Karsdorp al rientro dopo la recente pace col mister;
- Tra gli scaligeri Duda e Dawidowicz nella corsia di sinistra organizzano la manovra, ma soprattutto arginano molto bene ogni tentantivo offensivo giallorosso. Gaich lotta molto ma è poco concreto. Hien è il peggiore in campo: gioca un tempo, rischia il rosso e non sembra avere proprio il ritmo per stare dietro agli attaccanti. Da segnalare un miracolo di Montipò che toglie la palla da dentro la porta. Infine occhio a Braaf: il ragazzo ha potenziale da vendere.
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