Logo sportellate
, 16 Febbraio 2023

Considerazioni sparse post Arsenal-Manchester City (1-3)


Il City aggancia l'Arsenal in testa alla Premier vincendo con merito la partita più attesa dell'anno in Inghilterra.


- Nella notte di Londra la luna, ancora una volta, si è tinta di blu. Il City vince la partita più importante e attesa della stagione, e lo fa grazie alla classe, al talento, all'esperienza dei suoi campioni. Arteta e Guardiola si ritrovano ancora insieme, stavolta appaiati in testa alla classifica. L'Arsenal avendo giocato una partita in meno, i blues in vantaggio nella differenza reti. Sarà una Premier lunghissima, ma dopo lo show a cui abbiamo assistito la sensazione è che per battere questo City ci vorrà ancora qualcosa di straordinario. L'Arsenal ha dominato il campionato fino a tre settimane fa, giocando il calcio migliore d'Europa. Gli ultimi 30 minuti della sfida contro lo United ci avevano fatto credere che questo fosse davvero l'anno buono. Ma non è bastato. De Bruyne e compagni sono ancora li, e dopo questa vittoria fanno più paura che mai;

- Nel Manchester City dei soliti noti, stasera brilla la stella di un giocatore di cui non nascondiamo di essere follemente innamorati. Jack Grealish, a segno per il gol dell'1-2, il più importante della sua carriera, ha probabilmente completato il suo percorso di crescita raggiungendo quello status che lo eleva al livello dei top player di questo campionato. Una partita solida, da leader, quella dell'ex Aston Villa, per molti tratti il più lucido dei suoi, fondamentale nel portare il pallone fuori dalla costante pressione avversaria. Insieme a lui Rodri e Gundogan, per l'ennesima volta, hanno saputo alzare l'asticella nel momento più importante. Il tedesco è un giocatore fantastico, c'è anche la sua firma nei due gol decisivi del match. Quando lo si celebrerà nella maniera che merita sarà purtroppo sempre troppo tardi;

- L'Arsenal ci ha provato, eccome se lo ha fatto. Nel primo tempo, finito in parità, probabilmente erano stati proprio i Gunners a meritare qualcosina in più. 45 minuti di ritmo, pressing alto, cambi di fronte precisi e coi tempi giusti. L'errore di Tomiyasu ha fatto saltare il piano, almeno in apparenza. Il rigore di Saka ha poi ridato benzina, insieme all'energia di un Emirates visto raramente così elettrico. Nella ripresa però, inspiegabilmente, non è stato lo stesso Arsenal, ma una squadra quasi impaurita, senza la voglia di alzarsi aggressiva a prendere gli avversari, e, soprattutto, poco lucida in costruzione dal basso. Il City, quasi incredulo di poter alzare il proprio baricentro, ha quindi cominciato a fare quello che sa fare meglio, attaccando alto una volta persa palla. Proprio da una di queste situazioni, su un errore di Gabriel in uscita e sulla conseguente riconquista di Bernardo, è nato il gol di Grealish che ha poi indirizzato la partita;

- La posizione del portoghese ex Monaco è stata una delle chiavi tattiche di una partita magistralmente disegnata da entrambi i tecnici. Il City ha ormai completato la sua rivoluzione. In costruzione davanti ai 3 difensori ci sono Rodri e proprio Bernardo, con quest'ultimo che in fase di non possesso scala basso a sinistra come un vero e proprio terzino. Vederlo sacrificarsi senza tregua sulle tracce di Saka, nel primo tempo, deve essere stato troppo anche per Guardiola, che al 60' ha così deciso di spostarlo letteralmente dalla parte opposta, nel ruolo di esterno offensivo destro. Da quella parte, come detto, Bernardo ha poi propiziato l'azione del gol del vantaggio. Come ieri Nagelsmann, oggi Guardiola. Migliorare in corsa un piano tattico già efficace è roba che pochi possono permettersi. Inutile dire che il catalano è in questa stretta cerchia di fenomeni;

- L'Arsenal non vince da 3 partite, mai successo in questa stagione. Anche stasera alcuni singoli hanno dimostrato di non attraversare il loro momento migliore. Martinelli vive un periodo in cui sembra aver perso quella fiducia e quella spensieratezza che lo avevano portato ad essere una delle chiavi dello strepitoso cammino dei suoi. Saliba e Gabriel ancora insicuri, con il brasiliano spesso in difficoltà contro la tremenda fisicità di Haaland. Le note positive arrivano come sempre da Odegaard, lucido e mai domo anche in una serata in cui non è riuscito a determinare, da Zinchenko, forse il migliore dei suoi, un altro capace di alzare il livello quando la posta si fa importante, e dalla verve di Nketiah. L'inglese corre, lotta, sbaglia, ma è comunque vivo. Forse non dovrebbe essere lì in una partita così importante, ma la colpa non è sua. Tornerà anche Gabriel Jesus, ma l'Arsenal dovrà dimostrare di essere più bravo a saperne fare a meno.

  • Milano. Iscritto all’albo dei Match Analyst LongoMatch. Diplomato al Liceo Scientifico, nonostante l’orale della maturità sostenuto il giorno dopo la finale di Berlino. Laureato in Scienze Politiche. Malato di calcio. Al primo appuntamento ho portato la mia ragazza a vedere il derby della Mole, quello dell’eurogol di Bruno Peres. Stiamo ancora insieme.

Ti potrebbe interessare

Cosa non sta funzionando al West Ham

God Save the Premier #10 - Estasi rossa

God Save the Premier #9 - K.O. tecnico

Perché il Manchester City è in crisi

Dallo stesso autore

5 giocatori da seguire nella Premier League 2024/25

Southgate è il problema dell'Inghilterra?

Come si fa a non amare John McGinn?

Cinque giovani interessanti della Premier League 2023/24

Premier League 2022/23: la squadra della stagione

Il senso della stagione del Manchester City

Considerazioni sparse post Bayern Monaco-Manchester City (1-1)

Considerazioni sparse post Chelsea-Real Madrid (0-2)

Considerazioni sparse post Real Madrid-Chelsea (2-0)

Considerazioni sparse post Manchester City-Bayern Monaco (3-0)

1 2 3 5

Newsletter

pencilcrossmenu