
- di Andrea Codega
Il pagellone di Inter-Milan (1-0)
Un'Inter a tratti bella, a tratti supponente, che vince il secondo big match dell'anno. Un Milan che sconfessa tutto quello che aveva costruito negli ultimi due anni. Su tutti, domina Lautaro.
INTER
ONANA - 6: il solito brividino che ormai si concede da un paio di partite, giusto per annoiarsi in una partita da spettatore non pagante.
SKRINIAR - 6.5: e pensare che qualcuno, dopo sei anni ineccepibili e una scelta di carriera pienamente condivisibile, ne aveva messo in dubbio la professionalità per un errore con l'Empoli. Prestazione di alto livello, nonostante il basso coefficiente di difficoltà.
ACERBI - 7: domina Giroud e Origi sia in cielo che in scivolata, prestazione immacolata.
BASTONI - 6.5: qualche errore tecnico di troppo a inizio secondo tempo, insieme al resto della squadra, che si mischia a una partita in cui ha spesso il pallone tra i piedi e orchestra il possesso nerazzurro.
DARMIAN - 6.5: per una volta non deve nemmeno preoccuparsi delle sgroppate di Theo e Leao, al quale nel dubbio rifila una spallata di avviso appena entrato. Continua il suo magic moment.
BARELLA - 6: un primo tempo in cui sciorina grande calcio, ma nel secondo tempo trascorre una bella mezz'ora contraddistinta da errori tecnici e di supponenza. Uno al limite della propria area, un altro paio in fase offensiva.
CALHANOGLU - 6.5: gli zero euro pagati dall'Inter per prelevarlo dal Milan sono sempre più altisonanti ogni derby che passa. Grande prestazione, seppur anche lui rimane invischiato nel calo mentale e tecnico della squadra nella prima metà del secondo tempo.
MKHITARYAN - 6: più in ombra dei due compagni di reparto ma comunque pienamente sufficiente.
DIMARCO - 6.5: meno protagonista di altre volte ma comunque molto influente con il pallone tra i piedi, in un paio di occasioni in area di rigore avrebbe potuto fare anche di più.
LAUTARO - 8: la favola delle sue mancanze contro le big è finita da un pezzo, visto che con il gol odierno raggiunge la top 5 dei marcatori più prolifici nella storia del derby di Milano. Non c'è solo il goal, c'è un'altra prestazione da leader tecnico impreziosita dalla fascia di capitano. Top player.
DZEKO - 6: leggermente sottotono, ma comunque estremamente utile nel coordinarsi con Lautaro e coprire tutto il fronte offensivo. I tempi in cui non si intendevano sono un lontano ricordo.
(BROZOVIC - 6.5: entra lui e negli ultimi 15' mette le cose a posto, in un'Inter fino a quel momento colpevole di non aver chiuso la partita. Giusto per ricordare quanto sia fondamentale. LUKAKU - 6.5: Un altro ottimo spezzone di partita dopo quello con l'Atalanta. Tanti palloni ripuliti e smistati, un gol annullato e un tiro sventato da Tatarasanu. In netta crescita. GOSENS - 6.5: anche per lui, l'ennesimo ottimo ingresso in partita.)
INZAGHI - 7: il primo tempo vede un'Inter estremamente piacevole, da lì scaturisce la vittoria (fondamentale) nel secondo big match dell'anno solare. Deve lavorare sul calo del secondo tempo, ma fa bene a ricordare, poi, in conferenza l'andamento complessivamente positivo della stagione e lo stato di forma attuale dei suoi giocatori. Obiettivo: cavalcare l'onda.
MILAN
TATARUSANU - 6.5: due ottimi interventi direttamente da angolo, un colpo di testa sventato di Lautaro, la parata finale non banale su Lukaku. Oggi c'è ben poco da contestargli.
KALULU - 5.5: sempre in costante ritardo su Lautaro, come è sempre capitato al compagno di reparto Kjaer nei derby. Anche lui in netta involuzione psicologica, e di conseguenza tecnica.
KJAER - 5.5: non riesce a guidare con fermezza una difesa in costante apprensione, per forza di cose visto l'atteggiamento generale della squadra.
GABBIA - 5.5: impacciato, senza particolari errori e in un ruolo non propriamente suo.
CALABRIA - 5: diversi errori tecnici e una grande difficoltà nel limitare le folate di Dimarco.
MESSIAS - 4.5: chi l'ha visto?
KRUNIC - 5: anche lui piuttosto invisibile in mezzo al campo, ma è una delle tante prestazioni della squadra che sono il prodotto dell'intento comunicato da Pioli con le scelte iniziali. Confusione.
TONALI - 4.5: per lui, così come per l'ingresso di Leao, a preoccupare non è solo la prestazione ma anche l'atteggiamento fortemente abulico, quasi a non essere in sintonia con le scelte del mister. Un linguaggio del corpo preoccupante.
THEO HERNANDEZ - 5: vale anche per lui, che non mostra mai una goccia di furore agonistico in 90' di partita. E davanti non si vede mai.
ORIGI - 5: desaparecido nel compito di mascherare le ricezioni di Calhanoglu, penalizzato allo stesso tempo dall'atteggiamento rinunciatario del Milan. Ma i pochi palloni disponibili li spreca malamente.
GIROUD - 5: gli capita un'occasione a metà secondo tempo, in contropiede, e la spreca, quasi sorpreso da come il Milan fosse ancora miracolosamente in partita e quella palla potesse avere un impatto concreto ai fini del risultato. Si aggiungono diversi falli e tanta fatica nel confronto con Acerbi.
(BRAHIM - 5.5: quantomeno più nel vivo del gioco di chi l'ha preceduto, ma non incide quasi mai. LEAO - 5: entra in campo, dopo una panchina comprensibilmente rumorosa, ma non fa nulla per farsi dare ragione. Si vede solo nel contropiede non finalizzato da Giroud, per il resto è slegato dal resto dei compagni. SAELEMAKERS - 5.5: non meno impreciso dei compagni, quantomeno più volenteroso.)
PIOLI - 4: in una partita sconfessa quanto costruito negli ultimi due anni e mezzo. Difficile non sparare a zero su tutto ciò che sta mettendo in campo da tre settimane a questa parte, sembra in clamorosa difficoltà mentale e decisionale, il che lo porta a prediligere scelte conservative e orientate al gruppo squadra. Evidentemente, con risultati a dir poco orripilanti: nel primo tempo il Milan, lo stesso che aveva vinto lo scudetto con proattività e pressing alto, totalizza 0.00 xG e subendo nove tiri in porta.
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25 anni a base di fùtbol e racchette. Sapevo tutte le capitali del mondo, poi è arrivato Timor Est. Contro gli anglicismi inutili.
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