
- di Simone Renza
Considerazioni sparse post Verona-Lazio (1-1)
Un punto che non serve a nessuno, ma almeno utile al morale per l’Hellas.
- Per quanto muova la classifica per entrambe, questo pareggio, durante la scellerata scelta della Serie A di far giocare una partita alle 18.30 di Lunedì, certifica un Verona in corsa piena per la salvezza e una Lazio che deve ritrovare le distanze e la concentrazione per portarsi a casa queste partite che, nel lungo periodo, incidono. Il nodo è che la Lazio ha il vizietto di farsi riprendere spesso da situazioni di vantaggio e, spesso, da squadre decisamente più in basso in classifica;
- Il primo tempo inizia con una buona Lazio per la prima mezz'ora ma che produce poco, troppo poco. Gli scaligeri, invece, quando si affacciano in zona Provedel pungono e non poco. L'estremo biondo difensore deve dire grazie all'estrema imprecisione veronese. Questo shock pare una secchiata d'acqua gelida sulle teste biancocelesti che, infatti, si svegliano e finalmente macinano azioni e pericolositĂ . Tanto che Pedro, poco prima dell'intervallo, s'inventa letteralmente un gol strepitoso. Il Verona incassa e l'arbitro fischia;
- I veronesi entrano con la testa giusta, la Lazio no. Ingenuità di Pedro, punizione dalla trequarti e il piccolo Ngonge sguscia tra Cataldi e Casale siglando il pareggio. Fitte le imprecazioni dalla panchina. La testa gira e i gialloblù colpiscono clamorosamente un palo. Preso il colpo la Lazio si sveglia nuovamente. Inizia, finalmente, a giocare cercando di insaccare il pallone dietro a Montipò ma senza riuscirci tanto per imprecisione quanto per le giuste chiusure veronesi;
- Dopo la partita col Milan, la Lazio ha patito il ritmo di Fiorentina e Verona. Stanchezza? sicuramente. Rosa risicata, l’inutile trasferta torinese di Coppa Italia e cali mentali fanno il resto. Ma non è una dichiarazione di resa, perché rimane sempre quarta a meno quattro dalla seconda e meno uno dalla terza. La prossima con l'amatissimo Gasperini sarà cruciale per capire dove si vuole effettivamente arrivare. C'è una settimana per prepararla per bene e recuperare le energie necessarie. Nessun dramma ma solo tanta attenzione;
- Gli scaligeri mettono intensità , forza e determinazione. Agonismo e poca tecnica. Ma tanto basta per portarsi a casa un punto che sì muove la classifica ma che dà anche molto morale alla squadra allenata da Zaffaroni. La testa dei gialloblù c'è. La voglia idem. Se fanno del Bentegodi il loro fortino potranno lottare sino all'ultimo minuto per rimanere nella massima serie.
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Impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto de lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la veritĂ e inseguo il vizio. Ma anche difensore centrale.
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