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, 5 Febbraio 2023

Considerazioni sparse post Spezia-Napoli (0-3)


Poco da segnalare dal lunch match della Serie A, durante il quale assistiamo all'ennesima vittoria del Napoli. La squadra di Spalletti ormai, più che contare i punti in classifica, conta le giornate mancanti alla fine come un lungo count-down.


- Pronti via e lo Spezia parte fortissimo, cercando in una pressione altissima e asfissiante l'arma per contrastare gli avversari, verso i quali pendono tutti i favori del pronostico. La loro pressione permette ad Agudelo, oggi schierato come mezzala sinistra, di mettersi in mostra con un paio di giocate interessanti, ma francamente poco altro: di situazioni che abbiano realmente fatto sudare la maglia a Meret non se ne sono viste. Maglia che oggi resta asciutta, quasi pronta ad essere riutilizzata senza passare per la lavatrice;

- Questo perché al Napoli basta francamente poco per prendere le misure e conquistare, come preventivato, il controllo del pallone e delle operazioni. A fine primo tempo gli azzurri fanno registrare un possesso palla superiore al 70%, dato che rende tangibile il dominio territoriale dei partenopei. Tuttavia il gol non arriva: superare la muraglia spezzina è più difficile del previsto, nonostante di occasioni se ne contino in abbondanza. Le linee strette dei liguri tolgono campo e giocate agli azzurri, che riescono a pungere solo quando si accendono gli esterni: se a destra questo accade di rado, complice un Lozano non particolarmente ispirato, a sinistra agisce il georgiano Kvaratskhelia, oggi in una di quelle giornate in cui, da grande appassionato di basket qual è, si ispira ai Globetrotters, e come loro dispensa spettacolo e giocate con una semplicità disarmante per tutti gli altri, che sono come lui calciatori professionisti eppure sembrano mondi decisamente lontani...;

- Spezia-Napoli, dopo la prima frazione, sembra aver incanalato i binari della classica partita che sarebbe stata sbloccata solo da una prodezza, in positivo o in negativo, di un singolo: purtroppo per lo Spezia bastano pochi secondi della ripresa perché Reca compia un'ingenuità da calcetto del giovedì sera nel dopolavoro, regalando di fatto il rigore che manda in vantaggio il Napoli. Reca però si consoli, perchè non è solo: quache minuto dopo è il suo connazionale Dragowski a spegnere definitivamente le ultime speranze dei suoi con un'uscita senza senso che premia il colpo di testa di Osimhen;

- Come al solito ci troviamo, ancora una volta, a parlare di lui, un carro armato che sta letteralmente sbriciolando sotto i suoi piedi l'intera Serie A: per Victor Osimhen infatti sono finiti gli aggettivi che si limitino alla natura umana delle cose. Anche oggi, che pure qualche errore - seppur figlio dell'eccessiva generosità con cui vive le partite - lo ha commesso, riesce comunque in qualche modo a mettere la sua firma, prendendo ulteriormente il largo in una classifica cannonieri che lo vede guardare tutti dall'alto in basso con una discreta distanza di sicurezza, pur senza l'ausilio dei calci di rigore;

- Il dominio di Osimhen va a braccetto con quello del Napoli, le cui vittorie in campionato non rappresentano più una notizia, ma un evento inevitabile come le piogge a Novembre o la canicola estiva. Una squadra che ormai non solo domina il campionato, ma sembra quasi strangolarlo come un boa constrinctor, proprio come fanno i suoi giocatori in fase offensiva ai danni delle difese che gli si parano innanzi. Fuor di retorica, e pur considerando che le gare al termine sono comunque 17, più che un campionato questa sembra una marcia trionfale, e le partite più che esami da superare dei meri foglietti da staccare dal calendario in un ipotetico count-down che, dopo 33 lunghi anni, sembra stia vedendo il suo termine.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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